Calciomercato.com

  • Ronaldo vs Mou:| Addio Real in portoghese

    Ronaldo vs Mou:| Addio Real in portoghese

    Semifinali Champions: stasera a Barcellona da separati in casa. E Ferguson tenta l'ex pupillo.
    Mourinho-Cristiano Ronaldo, addio in portoghese.
    Novanta minuti per rinfrescare una leggenda. Ma anche se al Real Madrid riuscisse l'impresa mai centrata da nessuno in Europa, cioè rimontare al Barcellona due gol di vantaggio in casa sua, gli effetti non basterebbero a risanare tutti i guasti provocati dalla sconfitta di mercoledì scorso al «Bernabeu». I due gol di Messi hanno intaccato i rapporti personali all'interno della squadra, sfociati nella rottura tra Mourinho e Cristiano Ronaldo. Guerra da primedonne portoghesi. Gelida, silenziosa, affilata. «Quei due hanno un ego talmente smisurato che difficilmente ricomporranno il loro dissidio» osservava nei giorni scorsi «El Pais» citando una fonte di Valdebebas, il centro sportivo dove il Real si allena.

    L'attaccante si lamentò nel dopopartita per l'atteggiamento passivo che Mourinho impose ai suoi ben prima che l'espulsione di Pepe li riducesse in dieci. «Non mi piace questo modo di giocare ma mi chiedono di adeguarmi e lo faccio», disse. La cosa naturalmente non è finita lì. Mourinho l'ha considerato un tradimento ed è passato alle contromisure. Sabato, Ronaldo è finito in tribuna a guardare i suoi compagni perdere ancora in casa contro il Saragozza e lo ha fatto con un ostentato distacco: al mondo madridista non è piaciuto che mentre in campo si consumava quell'altro piccolo dramma, il proprio campione più costoso fosse molto occupato a baciare la fidanzata nel palco privato al «Bernabeu».

    Le scorie del dissidio si sono depositate nel tempo dietro un idillio apparente. Ronaldo non accetta che Mourinho sia diventata la figura centrale della scena. Si è addirittura convinto, come altri, che il tecnico abbia sacrificato contro il Barcellona l'enorme qualità della squadra per far risaltare le proprie doti tattiche in caso di vittoria. Come nella finale di Coppa del Re, in cui Ronaldo segnò il gol decisivo, si sarebbe esaltata la sapienza di Mourinho nell'imbrigliare i rivali e soltanto dopo si sarebbe parlato della bravura dei giocatori. «Noi siamo il Real Madrid, non possiamo accettare figuracce vergognose» hanno detto i "blancos" alla ripresa degli allenamenti, fregandosene della presenza delle «spie», cioè gli uomini dello staff che Mourinho manda in mezzo ai giocatori e che gli riferiscono anche i sospiri. Ora Mou ritiene che senza la «sparata» di Ronaldo, gli altri non si sarebbero esposti nel criticarlo. Dall'altra parte l'ex stella del Manchester pensava di scalzare Messi nelle gerarchie del calcio spagnolo e mondiale e non ce la fa. L'argentino vincerà il campionato e quasi certamente la classifica dei marcatori con 31 gol contro i 29 del portoghese, il quale rimprovera a Mourinho di averlo tenuto fuori con il Bilbao e con il Valencia, due occasioni in cui avrebbe potuto recuperare terreno sul rivale.

    Ma ciò che più brucia a Cristiano Ronaldo è che Messi l'abbia ridicolizzato nella semifinale di Champions, con un'audience mondiale neppure sfiorata dalla Coppa del Re spagnola. «Messi ha segnato? Avrei voluto trovarmi io nella sua situazione», commentò il portoghese. Se lui e il Real Madrid non azzeccano la serata dei sogni con una formazione finalmente offensiva, Ronaldo saluterà il Pallone d'Oro e scaverà un solco ancora più profondo dell'anno scorso tra sé e il geniale piccoletto del Barça.

    Per questo le cronache riportano di un campione arrabbiato e deluso, in freddo con Mourinho e forse dubbioso del Real Madrid per via di quell'allenatore che l'ha privato per fini personali di una vetrina prestigiosa lasciandolo troppo solo a nuotare nella difesa avversaria. Cristiano nei giorni scorsi è stato a cena con Alex Ferguson, che lui continua a definire «come un padre», immagine che non dedica certamente a Mourinho. Il fatto che al tavolo ci fosse anche il procuratore Jorge Mendes ha scatenato l'ipotesi di un ritorno a Manchester. Sullo sfondo si agitano le sirene del Milan che Berlusconi ha fatto suonare non soltanto per fini elettorali. L'idea che il Real Madrid rinneghi dopo due sole stagioni il proprio investimento più costoso sembra impossibile ma lo si diceva anche di Ibrahimovic e del Barcellona. Si è visto com'è finita.


    Altre Notizie