Ruiu: 'Milan squadra discreta e senza individualità, ora serve un miracolo. Rinnovo Ibra, perché tutta questa fretta?'

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Che sia stato il famoso “braccino” o l’eccessiva sicurezza di vincere poco importa. Quella contro il Cagliari, salvatosi nel pomeriggio grazie al pari del Benevento, doveva essere una festa annunciata e invece si è trasformata in una notte da incubo. Il “blocco” del Milan a un passo dal sospirato traguardo Champions ha molteplici ragioni tecniche, tattiche e psicologiche, ma ha una sola chiave di lettura: i rossoneri sono una squadra “discreta” che quest’anno ha giocato da “grande”. In partite che decidono una stagione come quella contro il Cagliari vengono fuori le grandi individualità, i grandi leader, i punti di riferimento. Quando la squadra ha le gambe bloccate e non riesce a fare il gol risolutivo in una partita troppo facile che improvvisamente diventa difficile serve qualcuno che prenda i compagni per mano.Partite come quella contro il Cagliari, in cui la posta in palio è altissima, si vincono se ci sono giocatori che hanno qualità, personalità e abitudine a giocarle. Insomma, il loop mentale nel quale piombava il Milan minuto dopo minuto continuando a sbattere sul muro eretto da Semplici, poteva essere infranto solo da giocatori di qualità superiore. Fuoriclasse o campioni, chiamateli come volete. Quelli che ti tirano fuori dalle difficoltà nelle partite complicate. Tatticamente e psicologicamente. Giocatori di caratura superiore alla media. In tutta la rosa il Milan ne ha solo due: il portiere e il centravanti. Lo ripetiamo da inizio stagione. Non è un caso che proprio Donnarumma sia stato l’unico a non sbagliare la partita contro il Cagliari e a tenere viva la speranza fino al 95esimo con due parate miracolose. Purtroppo l’altro fuoriclasse del Milan era in panchina, ma senza tuta, in borghese, a seguire malinconicamente l’incubo dei suoi compagni.
E questo è l’unico grande limite di Ibrahimovic che in tutto il campionato ha giocato metà delle partite e che, nel girone di ritorno, ha fornito alla squadra un contributo a dir poco irrisorio. Non si può ragionare con il senno del poi, ma la sensazione diffusa è che con Ibra in campo prima o poi il muro cagliaritano sarebbe crollato. Con le buone o con le cattive. Non a caso la gara di andata contro i sardi l’aveva risolta lui con una splendida doppietta. Ma purtroppo Ibra ha quasi 40 anni ed è fisiologico che salti metà delle partite. È normale che non riesca ad andare all’Europeo. É lecito ipotizzare che l’anno prossimo possa dare un contributo ancora inferiore alla squadra. Non è invece logico pensare che sia un semidio in grado di giocare 50 partite all’anno fino a 50 anni e non è logico rinnovargli il contratto a 7 milioni prima di tutti gli altri. Senza avere la certezza di andare in Champions. Una certezza che sembrava tale fino a poche ore fa e che adesso si è sgretolata. Pioli è chiamato all’ultimo miracolo stagionale, quello di battere l’Atalanta per raggiungere l’obiettivo.
Il tecnico era stato elogiato per le sue mosse tattiche contro la Juve e giustamente deve essere criticato per alcune scelte sbagliate contro il Cagliari. Sicuramente per invertire l’inerzia di una partita storta Meité e Castillejo non sono stati i cambi più azzeccati, ma la verità è che Pioli in panchina non ha l’imbarazzo della scelta. E non c’è scritto da nessuna parte che la controfigura del Mandzukic di Bayern e Juve avrebbe risolto la gara. Anzi. La morale è chiara: con questa rosa a disposizione Pioli ha già fatto tanto ad arrivare a giocarsi la Champions all’ultima giornata. Se dovesse centrarla a Bergamo farebbe una grande impresa. Ma non si può certo pensare che l’anno prossimo sia sufficiente questo organico per competere ad alti livelli. A partire da un centravanti di 40 anni sempre infortunato.
Concordo... Questo ruiu mi sembra un uccello del malagurio... Finto milanista... Sembra più un antimilanista... Giustificare paperodollarumma che tradisce dopo aver professano amore al Milan e sacrilego.. Facci il piacere... Vediti anche tu e tifa Juve...
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