Calciomercato.com

  • Ruiu: 'Se il Milan è disperato dà sempre il meglio. Per Tonali gol scudetto e Mihajlovic non farà come Mourinho'

    Ruiu: 'Se il Milan è disperato dà sempre il meglio. Per Tonali gol scudetto e Mihajlovic non farà come Mourinho'

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    La settimana dopo Pasqua aveva tutta l’aria di essere la settimana santa dell’Inter e quella di Passione per il Milan. Il netto successo nella semifinale di Coppa Italia e la passeggiata sullo scendiletto della Roma di Mourinho sembravano il preludio a un passo falso dei rossoneri nella capitale con conseguente tramonto dei sogni scudetto.

    E invece ancora una volta il Milan di Pioli ha tirato fuori il meglio di sé proprio nel momento della disperazione, quando tutto sembrava perduto. La Curva Sud interamente rossonera ricordava l’ultimo scudetto di 11 anni fa festeggiato proprio nella capitale davanti a tantissimi milanisti, ma il gol di Tonali ha ricordato per importanza e simbologia il tuffo a volo d’angelo di Massimo Ambrosini nella vittoria sulla Lazio del penultimo scudetto rossonero, quello del 2004.

    Sempre nella stessa porta dell’Olimpico, un gol che profumava di tricolore. Rimaniamo dell’idea che questa squadra abbia qualità tecniche inferiori alle sue dirette avversarie, ma dal punto di vista umano e di coesione dell forze non la batte nessuno. Al termine di una settimana così, il gol di Immobile dopo 3 minuti avrebbe psicologicamente distrutto chiunque. E invece il Milan, come al solito rimaneggiato e privo anche di Bennacer, ha incassato il colpo della Lazio e pian piano ha cominciato a prendere saldamente in mano la gara. Sul vantaggio biancoceleste è bravissimo Immobile ad anticipare Kalulu, ma Milinkovic Savic entra con troppa facilità nella difesa rossonera orchestrata da un Tomori che, come dimostrato anche nel derby, non sta attraversando uno dei suoi migliori momenti della stagione.

    embra l’inizio della fine per il sogno scudetto del Milan di Pioli che vede schizzare alle stelle le quote dei bookmakers, mentre quelle dell’Inter con la seconda stella sono stracciatissime. I rossoneri faticano a scrollarsi di dosso le ansie e la difficoltà di pungere la retroguardia avversaria. Quello che ci prova più di tutti è Leao che però dimostra ancora una volta di non essere proprio cinico e concreto in fase conclusiva. In compenso il portoghese si riscatta come assist man quando va in discesa libera sulla sinistra e mette in mezzo per il “falco” Giroud, che tocca quota 9 gol in campionato, quasi tutti pesantissimi.

    Quello dell’Olimpico ha un peso specifico notevole, paragonabile a quello di Napoli e alla doppietta nel derby. Pareggiare così presto nella ripresa consente al Milan di trovare il tempo per il gol del ko a una Lazio, che dopo l’avvio bruciante, si rende protagonista di una partita molto rinunciataria. Pioli le prova tutte e forse anche di più. Per esempio l’uscita di scena di Leao nel finale lascia qualche dubbio. Cosiccome la volontà di alternare Giroud a Ibra invece che provare a farli giocare insieme.

    Alla fine però i fatti hanno dato ragione al tecnico, anche per quanto riguarda i minuti lasciati a Zlatan Ibrahimovic. Che sia in condizioni atletiche precarie non vi è dubbio. In campo non ha controllato bene nemmeno un pallone, si è preso un giallo per fallo di frustrazione e ha calciato solo una volta verso la porta laziale, facendosi murare. Eppure ancora una volta, come se fosse la Provvidenza, Ibra ha messo lo zampino decisivo nell’episodio che ha risolto la partita. Bravissimo Rebic (finalmente prodigatosi ad alto livello) a rubare palla a Marusic a tempo scaduto, a dimostrazione del fatto che la squadra non abbia mai smesso e non smetta di crederci. Ma ancora più bravo è stato lo svedese ad analizzare la situazione dopo il cross del croato. Il suo colpo di testa è quanto di più furbo si possa fare all’interno di un’area avversaria e il suo assist è decisivo per il gol più importante della carriera del centrocampista ex Brescia.

    Questo dimostra quanto, a mezzo servizio e magari a mezzo stipendio, possa essere ancora decisivo nell’ambito del nostro campionato. E non solo come “motivatore”, ma anche come centavanti part time. Tonali è stato perfetto nel raccogliere il cioccolatino di Ibra, ha suggellato all’Olimpico la sua stagione di alto profilo e, da centrocampista non certo avvezzo a segnare montagne di goal, ha ripetuto l’impresa di Ambrosini, un altro che nella sua carriera non segnava a ripetizione. Il gol di Tonali, la maglia gettata al vento e la folle corsa di tutta la squadra verso la Sud sono le immagini di una vittoria pesantissima che fotografa alla perfezione lo spirito rossonero in questo finale di campionato. Un finale intensissimo, che come abbiamo sempre detto, si chiuderà con un bassissimo scarto di punti tra la prima e la seconda.

    Stavolta l’Inter pensava di andare a Bologna tranquilla e rilassata dopo un eventuale stop dei rossoneri all’Olimpico. E invece il fantomatico recupero che ormai ha quasi 4 mesi di ritardo costringerà l’Inter a giocare a Bologna con l’obbligo di vincere se vuole riconquistare subito il primato reale, una condizione non facile dal punto di vista psicologico. Soprattutto contro una squadra che pur senza grandi obiettivi non ci sta a farsi malmenare da tutti, come ha dimostrato a S. Siro e a Torino. E poi diretta da un allenatore che è uomo tutto d’un pezzo ed è legato sia al Milan sia all’Inter. Siamo certi che la squadra di Sinisa farà di tutto per vincere questo recupero “della discordia”. A differenza di quanto abbiamo percepito sabato dalla partita di S. Siro della Roma di Mourinho che dopo il fischio finale ha avuto anche la faccia tosta di ammettere candidamente che, nella lotta scudetto, fará il tifo per l’Inter. Incommentabile.
     

    Altre Notizie