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Sabatini: Napoli, vendi subito Higuain

Sabatini: Napoli, vendi subito Higuain

Ha sbagliato gol e rigori in tutte le lingue del mondo. Dal Mondiale alla Coppa America, passando per Europa League e Serie A. Dalla nazionale al Napoli. Neanche Paperino dei fumetti più sfortunati, ha mai avuto una traiettoria così sfigata. E solo una coppa, la Supercoppa italiana vinta da dominatore, salva Higuain dal fallimento totale. Perché i gol li ha comunque segnati, e tanti. Ma quasi tutti al momento sbagliato e contro l’avversario sbagliato.

L’anno precedente s’era tolto la dose di sfortuna andando a sfregiarsi. Ricordate la gita in barca con tuffo sullo scoglio? Acqua salata e passata, in tutti i sensi. Vecchia storia, come la cicatrice coperta con la barba salva-look.

Adesso la ferita Higuain la porta nell’anima. E il web diventa come al solito implacabile. La notte di fiesta cilena consegna al giorno dopo le interminabili discussioni su Maradona-Messi e sul centravanti che non centra la porta su rigore. Caricature e cartoons con quel pallone spedito in curva, la stessa tremenda cometa senza stella dell’occasione fallita contro la Lazio nello spareggio che valeva la Champions League. L’Argentina dimentica, al limite sostituisce: la prossima Seleccion avrà Tevez titolare, sicuro. Invece Napoli che bivio sceglie: perdona con gli applausi o infierisce con i fischi? Ecco la domanda che irrompe sul mercato, quando meno te lo aspetti. Che fare con Higuain?

Ha una clausola stellare, che De Laurentiis ha sbandierato fino all’ultimo centesimo. Un estratto conto da quasi 95 milioni, prezzo impossibile per chiunque. Come un cartellino che rimane presuntuosamente esposto anche in tempo di saldi. Ma può diventare un gioiello che resta in vetrina per anni e, invenduto, ogni notte torna in cassaforte fino a perdere inesorabilmente valore. Ecco il rischio verso il quale Napoli sta correndo senza freni. E senza una riflessione che sembra opportuna: Higuain va venduto. A caro prezzo, sì. Ma comunque venduto. Per tre motivi da sparpagliare sul tavolo delle trattative e poi mettere in ordine a piacimento.

1.     Quando una storia finisce, meglio non insistere. Riallacciare l’amore con i tifosi sarà impossibile. Al primo sbaglio, quel pallone finito in curva verrà restituito gonfio di rancore. E la convivenza diventerà insopportabile.

2.     Quando una storia riparte, meglio cambiare. Per metodi e filosofia di lavoro, il Napoli di Sarri non assomiglierà in nulla a quello di Benitez. "Non capisco perché chi guadagna di più deve correre di meno": la retorica del nuovo allenatore non combacia con il vecchio centravanti. Inutile girarci tanto attorno: si perde del tempo e basta.

3.     Quando una storia è ancora aperta, meglio scriverla in prima persona anziché delegare la trama ad altri. E’ quello che nell’intimo devono pensare sia De Laurentiis che Higuain. Autorevoli e decisionisti come sono, i due sembrano attendere la mossa altrui anziché prendere in mano un divorzio remunerativo, seppur doloroso.

Al Napoli conviene lasciarlo andare, a Higuain lasciarsi andare. La sua cessione porterà un botto di milioni e una botta di vita. Quel che serve per ripartire. A patto di fare in fretta, il mercato offre situazioni ideali per sposare reciproche convenienze. Il City per esempio è disposto a piazzare Dzeko, che pure s’è già promesso alla Roma. Altri casi simili viaggiano sulle rotte del mercato internazionale. Basta saperli cogliere al volo. Senza insistere nel "no" pronunciato in tutte le lingue del mondo.

Sandro Sabatini

Twitter: @Sabatini – Facebook: SandroSabatiniOfficial 

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