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  • Salernitana a un passo dalla Serie A: Lotito obbligato a venderla in 30 giorni, ecco cosa può succedere

    Salernitana a un passo dalla Serie A: Lotito obbligato a venderla in 30 giorni, ecco cosa può succedere

    • Luca Fazzini
    Un 2-0 importante, un 2-0 pesante. Un 2-0 che ha mandato in visibilio la città di Salerno, elettrica da diversi giorni per un balzo in Serie A che si fa sempre più concreto. La vittoria dell'Arechi sulla già promossa Empoli ha permesso alla Salernitana di restare al secondo posto, a +2 sul Monza. Ci si gioca, però, tutto all'ultima giornata: campani di scena all'Adriatico contro il già retrocesso Pescara, brianzoli che ospitano il Brescia, in lotta per un posto playoff. Il destino è tutto nelle mani dei granata, ai quali non basta il pareggio in caso di successo di Balotelli e soci. 

    Alle tabelle, però, ci pensano in pochi. Perché a prevalere sulla raio è il cuore di Salerno, che vive di calcio e mai come in questi giorni torna a respirare l'aria del Paradiso. Un profumo che manca da 22 anni, dal campionato 1998-1999. In caso di promozione, però, i granata dovrebbero sciogliere un nodo non di poco conto: protagonista della vicenda è Claudio Lotito, proprietario del club dal 2011-2012 in seguito al fallimento. Un club ripartito dalla D, approdato in Prima Divisione nel 2012-2013 e successivamente in Serie B. Ai tempi Lotito, già presidente della Lazio, usufruì della normativa federale in tema di multiproprietà delle società di calcio.

    NIENTE DOPPIA PROPRIETÀ - Ed è qui che entrano in scena i problemi. Il comma 1 dell'articolo 16 bis del Noif (Norme Organizzative Interne Figc), infatti, parla chiaro: "Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale". In maniera più chiara: un soggetto (Lotito) non può essere proprietario di due club che competono nello stesso campionato. In caso di promozione, dunque, il club campano avrebbe 30 giorni di tempo per cambiare l'assetto societario o vendere a terzi la società, pena l'esclusione dal campionato di A, come spiegato dal comma 4 del medesimo articolo: "Qualora sopravvengano situazioni tali da determinare in capo al medesimo soggetto situazioni di controllo diretto o indiretto in società della medesima categoria, i soggetti interessati dovranno darne immediata comunicazione alla FIGC e porvi termine entro i 30 giorni successivi". 

    LA STUTTURA GRANATA - Per capire meglio gli scenari futuri, occorre analizzare la struttura della società Salernitana, una S.r.l. partecipata da due società: la Morgenstren S.r.l. amministrata da Marco Mezzaroma (cognato di Claudio Lotito) e la Omnia Service S.r.l. intesata a Enrico Lotito (figlio di Claudio). I nuovi soggetti, dunque, non dovranno in alcun modo essere riconducibili all'attuale presidente. Un successivo comma chiarisce ulteriormente cosa significa ricondurre un soggetto a un altro: "Un soggetto ha una posizione di controllo di una società o associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali". Proprio su questo, dunque, potrebbe far leva Lotito, che sta cercando di modificare la norma sul quarto grado di parentela. In quel caso, la società potrebbe dunque restare nelle mani di Marco Mezzaroma. Intrecci e puzzle in attesa di completarsi: tutto passa, inevitabilmente, dai 90' dell'Adriatico...

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