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  • Salone del Libro, Vialli commosso: 'Lotto ancora contro il cancro, è un ospite che puzza'

    Salone del Libro, Vialli commosso: 'Lotto ancora contro il cancro, è un ospite che puzza'

    • Cristiano Corbo
    Gianluca Vialli lotta ancora. L'abbiamo incontrato al Salone del Libro di Torino con un pullover verde e il sorriso dei nuovi tempi, ma soprattutto con un nuovo motto: "Il dolore di oggi sarà la forza di domani". C'è l'emozione a fare da sfondo a quest'incontro: "Ho fatto un lavoro per tanti anni. Per noi calciatori è fondamentale trovare le motivazioni giuste. Da allenatore ho poi imparato le tre C: essere chiaro, conciso e concreto. Mi sono innamorato perciò dei mantra, diventandone collezionista e appendendoli nel mio ufficio a Londra. La ripetizione delle affermazioni, col tempo diventa un credo. E quando diventa profonda convinzione, delle cose magiche cominciano a succederti".

    SU MESSI-CR7 - All'interno della sua opera, Vialli ha selezionato delle frasi che lo aiutano quotidianamente: 'Se molli una volta, diventa un'abitudine'. Lui non l'ha fatto. Ancora oggi prova a restare in piedi anche quando sedersi sarebbe certamente più semplice. E allora cita Magni e il Giro del '56, terminato con una salita da brividi fatta di grandine, omero e clavicola fratturati; cita la tennista Chris Evert, e la sua abnegazione; ha una battuta pure su Messi e Ronaldo: 'Ok, l'allenamento di CR7. Ma nessuno sa quanto lavori anche l'altro'. Come a dire: il talento va sempre coltivato.

    COMMOZIONE - Il desiderio dell'ultimo 'capitano europeo' della Juve è chiaro: "Voglio ispirare le persone, voglio che la gente mi dica: grazie a te, non ho mollato". A Torino, oggi, sono in tanti a ribadirglielo. "Non vorrei che questa condivisione assumesse toni un po' troppo tristi. Sono consapevole di non essere l'unico in questa sala che sta provando a gestire questo viaggio, questa condizione - aggiunge poi Vialli -. Li saluto e sono particolarmente vicino. Io ho deciso di tenermela per me, avevo bisogno di serenità e non mi andava di renderla pubblica... Pensavo: 'Lo dico agli amici più cari, alle persone di famiglia. Una volta risolta, la condividerò'. Quindi l'ho scritta". Un percorso, quello dell'eterno nove bianconero, che continua nel presente. In forme diverse, ma ugualmente cariche di tutto: "Fin dall'inizio l'ho considerato un accadimento da gestire, e gestibile utilizzando le cose di oggi, ossia chirurgia e cure. Credo che queste due cose, abbinate a un atteggiamento mentale di un certo tipo, possano aver aiutato. Ho lavorato molto attraverso quest'aspetto, la mia coscienza è stata a disposizione dell'energia che c'è nell'universo. Il cancro non è un nemico, non l'ho affrontato come in guerra. Onestamente ho detto: se è vera questa cosa dell'energia... ecco, se avessi fatto incazzare il cancro, forse non ce l'avrei fatta".

    Luca l'ha vissuta consapevole di aver "un ospite in una parte del mio corpo, che dopo un po' iniziava a puzzare e ho cercato di mandarlo via". Ora ha ricominciato a fare delle cure, tutto 'per gestire una situazione'. Con la speranza, magari, 'di pensare a quest'esperienza con un po' di gratitudine. Magari questo mi renderà una persona migliore'.

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