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  • Sampdoria attenta:|Maggio è un cecchino

    Sampdoria attenta:|Maggio è un cecchino

     

    Riecco la “Triade”. Sostantivo aborrito (Mughini docet) dal calcio italiano, che ha condannato al pubblico ludibrio, senza possibilità di rigenerazione, il terzetto composto da Giraudo, Moggi e Bettega, autori di successi eclatanti sul “campo”, come di obbrobri nelle stanze degli uffici di Corso Galileo Ferraris, in Torino. Ma stavolta parliamo di un trio che ha riportato agli ormai remoti fasti il Napoli del più grande giocatore di tutti i tempi, “El Pibe de oro” al secolo Diego Armando Maradona. Eh si perché De Laurentis, Bigon e Mazzarri, in un percorso che pareva impossibile, per come il calcio è strutturato al presente e in un periodo così relativamente breve (7 anni fa il Napoli se la vedeva con l’Acireale, prima del campionato di C1, vincendo 2-0 in trasferta con doppietta di Calaiò), hanno ridato lustro e prestigio a un società, una squadra e una tifoseria che ha pochi eguali al mondo.
     
    Gli azzurri, secondi in classifica, paiono essere l’unica alternativa credibile alla corazzata bianconera, appartengono nuovamente, di diritto e in modo pulito, all’elite calcistica europea. Come dimostrano ampiamente le gare della scorsa stagione con il Manchester di Roberto Mancini e il Bayern di Monaco, in Champions League. Il tutto al di là delle conferenze stampa del presidente e dell’allenatore (più pacato e lineare ai microfoni il ds), non sempre apprezzatissime. Il primo, però, capace di ottenere tali performance con un bilancio societario sempre nitido oltre che contenuto; il Mister dando sempre stimoli nuovi ai suoi, un impronta di gioco riconoscibilissima agli addetti ai lavori e senza affidarsi solo a un fuoriclasse (Cavani mi perdoni per ora, fra qualche anno magari correggeremo tale tesi, credo e mi auguro), come era ai tempi di Dieguito. L’assemblaggio tattico ha dato risalto, ad esempio, a una difesa composta da Campagnaro, Cannavaro e Aronica, accolti all’inizio da un generale scetticismo. Capaci di difendere al meglio contro qualsiasi avversario, grazie a un organizzazione difensiva senza sbavature. Ma anche di proporsi come primi distributori di gioco allargandosi in fase di possesso e dando così la possibilità agli esterni di centrocampo, vera forza propulsiva della squadra, di “alzarsi” e rappresentare sempre un punto di riferimento ai compagni, sia come crossatori che come frombolieri. Maggio, in primis, quando taglia dalla destra per raccogliere i traversoni del suo socio di sinistra (Dossena o il colombiano Zuniga), è un cecchino che quasi mai sbaglia già dai tempi in maglia blucerchiata, con il livornese in panca.
     
    In mezzo al terreno di gioco registi veri e propri non attecchiscono al Mazzarri pensiero; preferiti giocatori completi che sappiano correre, interdire, proporsi in “raid” con e senza palla all’attacco. E qui, come altrove, ci pensa Bigon a prendere il meglio in rapporto alle casse della sede di Castel Volturno. Vedi Inler, svizzero tuttofare ex Udinese, Dzemaili, snobbato in Inghlterra al Bolton per via di un grave infortunio, rifattosi il look al Toro e ora in piena ascesa al SanPaolo. Per ultimo Berhami dalla Fiorentina, lui che in Premier invece ha dato il meglio al West Ham, a correre a perdifiato su tutto il fronte del campo. E poi El Kaddouri, talentino del Brescia, che però dovrà mangiare tante pagnotte prima di sentirsi arrivato, altrimenti panchina a go-go, come è successo in attacco a Edu Vargas, pezzo pregiato del mercato 2011, adesso a proprio agio e pronto a esplodere definitivamente (i 3 gol in Europa League agli svedesi del Aik, sono un incoraggiante biglietto da visita).
     
    Ceduto Lavezzi agli spendaccioni del Psg, il primo rincalzo doveva essere proprio il cileno ma a Goran Pandev, stracotto nell’ultima stagione in neroazzurro e rigenerato alla grande dallo staff azzurro (non dimentichiamo l’importanza di Frustalupi, molto di più che un secondo allenatore, Nunzio Papale allenatore dei portieri che ha riportato ai massimi livelli Morgan De Sanctis e il preparatore atletico Pondrelli, mamma mia quanto corrono tutti quanti), al macedone, dicevamo, il posto non glielo leva nessuno.
     
    Di Cavani abbiamo detto. Di uno che in partita fa il libero, il terzino, il mediano e che in due stagioni segna 49 gol, più i 5 già all’attivo in questo scorcio di campionato, che c’è ancora da raccontare. Solo parlare di un altro grandissimo colpo, questo da ascrivere all’ex dirigente Pierpaolo Marino: “Marechiaro” Hamsik, ago della bilancia della trama offensiva, con i suoi inserimenti in zona gol e una corposa mano alla fase difensiva; da centrocampista a tutto tondo ben 61 realizzazioni tra Brescia e Napoli. E funziona pure il settore giovanile: Insigne, fenomeno di Frattamaggiore, ha pure un fratellino che dicono sia ancora più forte. Fate un po’ voi chi si troverà di fronte oggi la “band” Ferrara.

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