Calciomercato.com

  • Sampmania: che pena

    Sampmania: che pena

    • Lorenzo Montaldo
    I forti con i deboli non mi sono mai piaciuti. E neppure mi piacciono gli spacconi, in qualunque campo. Quindi pensare che un ragazzino si possa permettere atteggiamenti provocatori e soprattutto pericolosi, per sé e per gli altri, dopo un gol al novantesimo in una partita di calcio contro una squadra retrocessa, è inconcepibile. Sentendosi forse protetto dalle griglie del Ferraris Pellegri, poco più di un Primavera - perché questo, numeri alla mano, è Pellegri: uno appena uscito dalle giovanili, con 33 presenze complessive e 5 gol in carriera in Serie A per un totale di 1.031 minuti, uno che in media fa mezz’ora ad ogni partita giocata - si è permesso di incendiare uno stadio, una gara finita e una città. Per cosa, poi? Per un quarto d’ora di celebrità? Tra l'altro, il povero Pellegri esulta come un pazzo per un gol nel recupero, segnato per un club senza velleità di classifica in questo finale di annata, contro ad una squadra già retrocessa che, di quel 2-0, se ne sciacqua i cosiddetti. Mah.

    Credo che il gesto di Pellegri rientri nella top tre degli atteggiamenti più patetici a cui abbia mai assistito nel mondo del calcio. Lasciate perdere Genoa e Sampdoria, non è un discorso di derby. Leggo di genoani, non tutti, che paragonano il gesto ad un’esultanza nel derby. Mi dispiace, ma non è affatto la stessa cosa. Un conto è se segni nella stracittadina, con la maglia della tua squadra, ed esulti, anche in faccia agli avversari. Lo accetto, l’ho accettato da Milito, l’ho digerito tante volte (tra parentesi, Audero l’anno scorso dopo il rigore parato è andato a consolare Criscito: trova le differenze). Così invece no. Così è solo imbarazzante, per Pellegri intendo, e un po’ ridicolo. Semplicemente non si fa. 

    Questi comportamenti nel mondo del calcio sono penosi. Penosi perché il ragazzino a Genova ci vive, si fa vedere in giro nei locali, ci vive la sua famiglia e ci vivono i suoi amici, e così facendo li e ti metti a rischio, e sono penosi perché quelli di fronte a te in campo non sono sampdoriani. Sono tuoi colleghi, gente che fa lo stesso lavoro, e un domani potresti trovarti in squadra insieme. Sono atleti dello stesso sport, che hanno sopportato sacrifici simili ai tuoi e probabilmente hanno fatto anche carriere migliori della tua, per cui devi avere rispetto. Se ne sono accorti anche i suoi compagni: dallo stadio ho notato ad esempio come Vojvoda e un altro granata, evidentemente persone intelligenti, abbiano chiesto scusa al pubblico ripetutamente. E sono abbastanza convinto, ma di questo non ne ho la certezza, che Juric e gli stessi giocatori del Torino gli abbiano ‘spiegato’, nello spogliatoio, che certe cose non possono esistere. Probabilmente aveva bisogno di un bello shampoo, essendo praticamente un ragazzino appena uscito dalla Primavera che ancora non ha imparato a stare al mondo.

    Penosa è stata ovviamente anche la prestazione della Sampdoria, questo è fuor di dubbio. Anzi, il caso Pellegri probabilmente è pure servito come arma di distrazione di massa, alla truppa di Stankovic, per sfangare un altro turno senza contestazioni, critiche e fischi. Bello il gesto della Sud, che prima dell'incontro ha tentato di richiamare l’attenzione mediatica e dei media con un'idea contenuta e senza travalicare i confini dello sport, quei confini che ad esempio Pellegri ignora. I giocatori dovevano andare lì sotto, è evidente. Però mi auguro non lo leggano come un gesto di apprezzamento nei loro confronti. Io francamente l’ho detto tante volte, di un’altra retrocessione cantando e applaudendo ne faccio volentieri a meno. Specialmente di fronte ad una squadra indecorosa, molle e rassegnata da ottobre, mal allenata e mal messa in campo. La cura Stankovic non ha portato idee, né gioco, e neppure quella grinta che “tanto ora vedrai il mister come li sveglia, altro che quello prima”. Non solo la Samp non è migliorata, ma si è anche involuta. E questo non glielo perdono.

    Da qui al termine della stagione, mi auguro quantomeno di vedere qualche giocatore giovane, e di proprietà, che inizia a farsi le ossa in Serie A. Basta ai prestiti in campo, i vari Winks, Lammers, Zanoli lascino spazio a qualche ragazzo della Primavera. E poi mi auguro che a Fabio Quagliarella venga concessa almeno la possibilità di chiudere la carriera in campo, davanti ai suoi tifosi. Almeno questo cambio, spero che Stankovic lo azzecchi prima o poi.

    Instagram
    @lorenzo_montaldo
    Twitter
    @MontaldoLorenzo

    Altre Notizie