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  • Sampmania: clima balneare, e Schick deve crescere

    Sampmania: clima balneare, e Schick deve crescere

    • Lorenzo Montaldo
    In un clima 'balneare', da amichevole di fine stagione, la Sampdoria registra una parziale battuta a vuoto nella gara con il Chievo. Gli stimoli, per i blucerchiati, erano sostanzialmente tre: riscattare il 7-3 con la Lazio, confermare il decimo posto e valorizzare alcuni giocatori. La truppa di Giampaolo è riuscita a mantenere i buoni propositi della vigilia solamente a metà, e pure questo contribuisce ad accrescere quella sensazione da incompiutezza che piano piano sta montando attorno alla truppa blucerchiata in questo finale di stagione.

    Alla Samp, tanto per cambiare, è mancato il cinismo. Quel 'killer instinct' che non difetta ad esempio a Fabio Quagliarella, caparbio, furbo e navigato nello strappare a Sorrentino un pallone che vale l'1-0 doriano. Uscito il numero 27, vecchia volpe della Serie A e fondamentale per la sua esperienza, la Samp non ha saputo azzannare alla gola un Chievo ferito e in difficoltà così da chiudere il match già nella prima frazione di gioco. La Samp ha cincischiato, rallentando il ritmo preferendo la ricerca del colpo ad effetto piuttosto che il lucido pragmatismo che serve in partite come questa. L'esempio perfetto di questo concetto è la prestazione indolente di Schick, uno che accarezza il pallone come pochi in Italia, ma che dovrebbe assorbire un po' dell'astuzia e della malizia di un perfetto compagno di reparto come Quagliarella. Andrò controcorrente, rispetto ai tanti - meritati - elogi arrivati nelle ultime settimane al ceco, sottolineando gli aspetti dove il talentino blucerchiato può ancora crescere. I novanta minuti con il Chievo, in questo senso, sono stati esplicativi. Troppe 'pettinate' al pallone, troppi tocchi d'esterno o dribbling in zone di campo inutili, poca continuità negli ultimi 25 metri, proprio nella zona di campo dove la sua qualità dovrebbe fare la differenza. Ecco perchè tutti si auspicano un'altra stagione a Genova per il numero 14 blucerchiato: gioverebbe alla Samp, vero, ma principalmente farebbe la sua fortuna futura. E' la vecchia storia dell'uovo oggi, piuttosto che della gallina domani. A volte sarebbe meglio scegliere la gallina, si chiama investimento.

    Tolto l'argomento Schick, dalla penultima partita casalinga possiamo trarre alcune indicazioni significative per il futuro. La prima: Torreira, per questa Sampdoria, è un giocatore insostitubile. Anche quando non gioca partite di livello trascendentale, prende in mano il centrocampo dettando i tempi, rompendo e impostando senza soluzione di continuità. Sventaglia il pallone a destra e a sinistra, anche lanciando gli esterni a venti-trenta metri, ed è pure imprendibile quando riparte palla al piede per organizzare i contropiedi. Sarà pure molto chiacchierato in chiave mercato, avrà molte pretendenti e tante voci pronte a distrarlo, ma il piccolo regista uruguaiano non solo non ne risente, ma anzi giustifica ampiamente gara dopo gara i tanti interessamenti che piovono a Corte Lambruschini. La seconda evidente tematica (che andrà sviluppata in estate) è la difesa da ritoccare ampiamente. Regini, in questo momento, è tornato ad avere delle mancanze anche da centrale dopo il tanto impiego sulla fascia. Fascia che, oltretutto, continua a non avere un padrone. Neppure Pavlovic, seppur la gara dell'ex Frosinone sia stata decisamente meno negativa della prestazione offerta all'Olimpico da Dodò. Da queste domande, e da questi punti interrogativi dovrà ripartire la Samp, soprattutto in vista del prossimo campionato. A questo servono partite di questo genere, specie se giocate con ritmi da amichevole estiva.

    @MontaldoLorenzo

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