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  • Sampmania: facile prendersela solo con Regini
Sampmania: facile prendersela solo con Regini

Sampmania: facile prendersela solo con Regini

  • Lorenzo Montaldo
Prendersela con Vasco Regini per la sconfitta rimediata dal Bologna è facile. Per certi versi, è perfino legittimo, io stesso nelle pagelle gli ho dato 4,5. Nell’1-2 del Ferraris c’è lo zampino del terzino sinistro, è innegabile. Anzi, lo zampone, perché l’intervento in occasione dell’autogol mi ha ricordato molto da vicino le giocate del mio amico Roberto nella nostra consueta partitella prenatalizia, tendenzialmente caratterizzata da chili di troppo, penuria di capelli e scarsissima coordinazione e/o attitudine sportiva generale. Pure lo svarione sul secondo gol è bello grosso: il numero 19 blucerchiato si scorda Orsolini, ma in questo caso chiamo in causa l’attenuante. Colley pochi secondi prima aveva lasciato andare via Palacio, e sul secondo palo il povero Vasco si era ritrovato con El Trenza davanti e il numero 7 rossoblù alle spalle. Regini ha fatto un passo in avanti per chiudere sull’attaccante argentino, e uno indietro per riavvicinarsi a Orsolini. Risultato? Terzino stretto a sandwich tra i rossoblù e 1-2 ospite. 

Prendersela con Regini, dicevamo, è facile ma riduttivo, perché era chiara già da settembre la voragine di formazione alle spalle di Augello. Prendersela ora se la Samp fatica a sinistra non vale. Si sapeva benissimo che alla prima squalifica o raffreddore del terzino ex Spezia sarebbero stati dolori, e si conoscevano altrettanto chiaramente i limiti di Regini, che a Genova c’è dal 2009, mica dall’altro ieri. Altro che ‘vedove di Murru’, era questo il nocciolo del discorso. L’operazione legata al prestito del laterale sardo aveva poco senso a livello economico (se fa bene, il Torino se lo tiene, se fa male te lo rimanda indietro), pochissimo sotto l’aspetto della diminuzione del monte ingaggi, perché il terzino ex Cagliari ha quattro anni in meno di Regini e percepisce appena 200mila euro in più a stagione, e nessun senso dal punto di vista tecnico. Murru non è Maldini, niente affatto, ma avrebbe rappresentato un’alternativa dignitosa ad Augello. Non era obbligatorio tenere Murru, andava bene un altro innesto, per carità, bastava un interprete del ruolo fatto e finito. Non averlo preso è un errore, e gli errori si pagano. Si può scaricare tutta la colpa su Regini, ma mi sembra restrittivo. La responsabilità, se mai, è di chi ha deciso di non dotare Ranieri di una riserva del laterale ex Spezia. Vietato stupirsi adesso, se le critiche al mercato non erano contemplate e contemplabili due mesi fa. Ecco, ora fate copia e incolla di questo paragrafo, sostituite ‘destra’ con ‘sinistra’ e il nome Bereszynski ad Augello, perché il discorso vale, uguale e identico, per l’altra fascia.

Non ci si può limitare solo ad una riduzione a base di Regini e mercato per analizzare la sconfitta con il Bologna. Il sugo di Samp-Bologna è molto più complesso e strutturato. La base da cui partire per sviluppare analisi, come sostengo da parecchio tempo, è che questa squadra non era da Europa prima, nonostante alcuni voli pindarici in seguito a tre risultati utili consecutivi, e per lo stesso motivo non è da retrocessione oggi. Ieri con il Bologna tutta la Samp ha giocato piuttosto male. Candreva ha spinto per mezz’ora, salvo poi sparire dal campo, Damsgaard invece sul terreno di gioco nemmeno ci è entrato. Addirittura il ragazzino danese vanta il poco invidiabile primato di passaggi negativi nel match, ben 18. Quagliarella, meno ispirato e cinico del solito, soffriva di solitudine estrema là davanti, Ekdal e Thorsby hanno iniziato a sbagliare una marea di palloni e passaggi dopo un inizio promettente, e Ramirez è entrato in campo nervoso, poco incisivo e svogliato, come spesso gli è successo nel corso della stagione.

Nella sconfitta, ad esempio, penso ci sia molto pure di Claudio Ranieri. Si può dire, senza peccare di lesa maestà? Il tecnico blucerchiato ne ha fatte vincere parecchie di partite grazie alle sue scelte, tra questa stagione e la scorsa, ma ieri il 4-5-1 apparecchiato per Mihajlovic - non era un 4-3-3, anche se qualcuno cerca di farvelo credere - ha in pratica spalancato le porte al Bologna. Lo ha detto lui stesso: “Aver lasciato Quagliarella solo là davanti non è stata la scelta migliore”. L’autocritica è apprezzabile, denota grande intelligenza, ma l’errore di formazione resta. Il centrocampo con Thorsby, Ekdal e Silva in regia era una chiara scelta dettata dalla necessità di tarpare le ali alle tre mezzepunte rossoblù, eppure l’utilizzo di tre veri e propri mediani, unito alla scarsa freschezza di Damsgaard e alla corrente alternata di Candreva, ha spianato il deserto dei Tartari dalla trequarti in giù. Certo, non che davanti ci fossero particolari alternative oltre al Ramirez buono per tutte le stagioni, considerando che il grande colpo estivo Keita lo rivedremo titolare (forse) a gennaio, e che Gabbiadini, tornato convocabile soltanto adesso, è infortunato dalla preparazione. Ma questo è un altro discorso. Affiancare a Quagliarella una seconda punta non avrebbe cambiato la partita, ma difficilmente l’avrebbe peggiorata. Oltretutto, il povero Fabio sta tirando la carretta da inizio campionato in maniera piuttosto dignitosa, considerando i quattro gol in otto partite da titolare. Il centravanti quasi trentottenne ha giocato in tutte le partite della Samp dallo scorso 12 luglio, sono 15 gettoni consecutivi di cui a stragrande maggioranza disputati da titolare. Capite bene che un po’ di appannamento è legittimo. Il problema, se mai, è non avere a disposizione un calciatore con le sue caratteristiche in grado di far rifiatare il numero 27, ma quello è un altro discorso. 

Credo che questa Sampdoria, oltre a faticare come una bestia quando deve costruire gioco organizzando una manovra organica e corale, sia una squadra per cui è necessario disputare ogni singolo minuto dal primo al 95’ ad altissimo ritmo. Se il Doria entra indemoniato, pressa altissimo e sputa sangue, può salvarsi agevolemente in una Serie A comunque strana e livellata. Per inciso, di squadre materasso tolto il Crotone non ne vedo, e questo non è un bene. Se invece la Samp si sovrastima, sopravvaluta le sue qualità e le sue caratteristiche, si normalizza e si appiana. Dovrà essere Ranieri ad instillare questa consapevolezza nei suoi giocatori. Forse però dovrebbe prendere coscienza parte del pubblico di quelle che sono le caratteristiche di rosa e di qualità, con i pregi (che ci sono) ma pure con i difetti. Anche se probabilmente è più semplice ed immediato sfogarsi sul solo Regini di turno.

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