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  • Sampmania: il tridente funziona, bravo Zenga!
Sampmania: il tridente funziona, bravo Zenga!

Sampmania: il tridente funziona, bravo Zenga!

La Sampdoria anti-Inter è stata la prima convincente della stagione. Ha pareggiato è vero ma meritava di vincere. Ha sprecato molto è vero ma ha di contro concesso pochissimo e soprattutto ha mostrato i primi segni di una identità precisa nonché di un gioco studiato e provato. I blucerchiati hanno rischiato seriamente di sgambettare la seconda “grande” di fila che giocava al Ferraris. Merito di Zenga questa volta che ha saputo leggere meglio di Mancini la partita e di conseguenza è riuscito a cambiare l’assetto tattico nel migliore dei modi.

La novità è arrivata in attacco: la Sampdoria ha schierato il tridente largo e non più il trequartista alle spalle di due punte strette. Ne hanno beneficiato tutti gli interpreti offensivi. Muriel schierato centravanti non può prendersi le lunghe pause che lo accompagnano durante le partite perché è sempre nel vivo dell’azione. Se poi segna e si rende pericoloso con la continuità vista domenica allora può davvero diventare fondamentale. Lo spostamento a sinistra di Correa è stata una manna per il giocatore che lontano dal traffico della metà campo ha ritrovato punti di riferimento e spazio per accentrarsi e giocare con i compagni. Sempre il solito invece Eder, pericoloso anche se allontanato dalla porta. 

Il tridente è la soluzione migliore per questa Sampdoria e complimenti a Zenga per averlo scoperto in breve tempo. A beneficiarne oltre alla spettacolarità del gioco, più semplice e ordinato rispetto al passato, è anche la fase difensiva. In mezzo al campo Soriano può galleggiare tra attacco e difesa a piacimento mentre Fernando e Barreto possono dedicarsi con maggiore efficacia e frequenza alla rottura del gioco senza dover pensare troppo all’impostazione della manovra. La Samp infine soffre meno sugli esterni perché i terzini non sono più abbandonati a se stessi ma vengono costantemente aiutati da Eder e Correa. Dopo tante critiche è giusto dare a Zenga quel che è di Zenga: la strada adesso è quella giusta.

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