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  • Sampmania: la pentola rovesciata
Sampmania: la pentola rovesciata

Sampmania: la pentola rovesciata

  • Lorenzo Montaldo
Direi che la manifestazione di ieri dei sampdoriani ha esplicitato meglio di fiumi di inchiostro e di parole il sentimento diffuso di un popolo che si sente abbandonato, ferito e tradito. E’ stata una presa di posizione netta nei confronti di un circo, di un carrozzone riuscito ad esasperare un pubblico che, per dieci anni, è stato sottoposto ad un vero e proprio esperimento sociale. Sembra di essere in uno di quei film ambientati in un futuro distopico, dove scienziati in camice bianco e in stanze asettiche testano su ignare cavie i limiti di sopportazione umani.

Il punto di non ritorno è stato raggiunto e superato. La marcia dei blucerchiati stremati e incazzati lo certifica. I tifosi, passati da fruitore ultimo di uno spettacolo a fastidioso elemento di contorno, un brusio irritante di sottofondo, lo hanno gridato chiaro e tondo. Adesso, fare finta di nulla è impossibile. La crudele vivisezione a cui siamo stati sottoposti in maniera sadica per oltre un decennio ha saturato il vaso che ieri è stato rovesciato, e ha vomitato fuori tutto ciò che da anni sobbolliva sotto al coperchio. Qualcuno, per un perverso, incomprensibile piacere, ha gettato nel calderone anni di ingredienti malsani. Garrone, Ferrero, il disastro societario, le cacce alle streghe intestine e l’incomprensibile desiderio di attribuire patenti di sampdorianità, non si capisce bene a quale titolo, sono solo alcune delle componenti alla base di un minestrone velenoso e nocivo. Una zuppa che i sampdoriani, evidentemente, non hanno più voglia di ingoiare.

Oggi, con una squadra ultima in classifica, con le sparate di un ex proprietario tornato a piede libero e sempre più intenzionato a non scivolare nell’oblio che lo attende inesorabile, bensì a rientrare dalla porta sul retro, una situazione drammatica a livello sportivo e finanziario, e poca chiarezza di chi ricopre ruoli apicali in seno alla società, il pentolone ha tracimato. Rimettere tutto dentro, facendo finta di niente, non si può più. Il liquame si è riversato fuori, l’ epilogo obbligato è una pulizia accurata e certosina. I tifosi della Samp ve lo hanno gridato in faccia, non potete fare altro che prenderne atto. Adesso, dal CdA si attendono risposte, e il silenzio non è un’opzione.

L’ultimo passaggio di questa commedia dell’assurdo è la vicenda della cessione societaria. Si tratta di un qualcosa che trascende le leggi della fisica e del buon senso, tanto da assumere, negli ultimi tempi, i connotati di una religione. E' una strana storia, volta a scindere la tifoseria tra chi crede in maniera messianica e fideistica nel salvatore, e gli scettici, gli agnostici, quelli che non saranno ammessi nel regno dei cieli perché privi di Fede. Se non credi, non sei Sampdoriano. Se non credi, vuoi Ferrero. Se non credi, nella migliore delle ipotesi sei un ingenuo, perché non ti rendi conto della reale situazione doriana, nella peggiore sei un colluso. Eh no, miei cari, non funziona proprio così. Le liste di proscrizione non si sono mai rivelate una buona idea, e la manifestazione di ieri ha dimostrato che non siete riusciti a portare a termine quest’ultima malvagia macchinazione. Ora dovrete fare i conti con tale consapevolezza.

Adesso sarà il tempo delle retromarce, dei “non avete capito”, “avete mal interpretato”, dei tentativi di riposizionamento. Tutto ampiamente prevedibile e pronosticabile, per quanto squallido e vile. “Forse non vi rendete conto che l’alternativa a tizio e caio è il fallimento”, sento dire. Come se si trattasse di chissà quale verità segreta e incredibile. Come se questo bastasse ad aggirare improvvisamente ogni ostacolo, o rendesse concreto quanto c'è di fumoso, inspiegabile, poco chiaro o addirittura disonesto.

Non sono una persona molto religiosa. Non mi fido del potere della Fede, e di ciò che non viene dimostrato da dati, prove e fatti. Probabilmente, sono uno di quelli che verrebbe invitato a ‘scendere dal carro’. Sono uno dei ghibellini, i sostenitori dell’Imperatore nel 1200, contrapposto alla fazione dei guelfi, i seguaci del Papa. nella riproposizione ‘Ante litteram’ della battaglia politica che oggi alcuni elementi hanno macchinato, chi più chi meno consapevolmente, usando come cassa di risonanza media compiacenti e social. Però, sapete una cosa? Ieri sera le migliaia di persone in corteo dallo stadio a Corte Lambruschini mi hanno dimostrato che, alla fine, tutti i vari personaggi iscritti a vario titolo alla Corte dei Miracoli non sono riusciti a frazionarci davvero, che i sampdoriani - la grande maggioranza, quantomeno - non si fanno più prendere per il naso da improbabili avventurieri. E questa, in fondo, è già una gran bella vittoria.

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