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  • Sampmania: la Storia siamo noi

    Sampmania: la Storia siamo noi

    • Lorenzo Montaldo
    "La storia siamo noi, nessuno si senta offeso". Lo cantava Francesco De Gregori, lo prendiamo in prestito noi perchè ieri la Sampdoria ha (nuovamente) fatto la storia del derby di Genova. Anche se probabilmente qualcuno si sentirà ugualmente ferito. Perchè parlare di 'storia' è facile, scriverla è tutto un altro paio di maniche. La supremazia cittadina, nella Superba, è a tinte blucerchiate: le statistiche parlano chiaro, il Doria, oltre ad essere in vantaggio sul totale dei confronti, è anche nettamente avanti ai rossoblù per quanto riguarda i successi nelle gare giocate sul campo del Genoa. Hai voglia a parlare di popolo oceanico, di 'noi saremo il doppio di voi sabato sera' (ve lo giuro, l'ho letto davvero; forse il 'cugino' si era dimenticato di giocare in casa, chissà). La verità è che sui Genoa-Sampdoria la statistica – aggiornata – è questa: 49 confronti, 12 vittorie Genoa, 18 pareggi, 19 successi Sampdoria. Evidentemente, forse la differenza di tifo in termini numerici non si sente poi molto. E a volte prima di fare proclami e dire spacconerie bisognerebbe accertarsi di avere, dati alla mano, il supporto dei numeri. Quelli non mentono mai. "La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano". Indovinate chi lo diceva?

    La vittoria della Sampdoria è anche il successo di una squadra intimamente legata alla sua Gradinata, straordinaria nel trascinare i giocatori e infondere coraggio e tranquillità. "Siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare". Un mare blucerchiato, che abbraccia e si fonde insieme alla squadra per spaccare il silenzio del Ferraris ammutolito dal piattone delizioso di Muriel. Lo si è visto dal lungo abbraccio finale, con i giocatori che non riuscivano a smettere di saltare, ballare e scattare foto con i tifosi. Lo si è visto anche negli occhi scintillanti dopo il triplice fischio di Orsato sul volto di Muriel, l'uomo copertina del derby. Ha risposto alle insistenti domande sul suo futuro con un bellissimo sorriso che gli attraversava la faccia da una parte all'altra dicendo che no, lui ora non può lasciare la sua gente. Un risultato incredibile, se si pensa a dove eravamo soltanto un anno fa: squadra e tifoseria mai così lontane, nessun gioco o quasi, calciatori demotivati e anche per certi versi poco interessati alle sorti della loro squadra. Ecco perchè il lavoro di Marco Giampaolo va sottolineato ancor di più.

    L'allenatore doriano è stato il vero vincitore del derby. La sua Sampdoria ha mantenuto sempre il controllo della gara, giocando esattamente come il tecnico aveva programmato in settimana. La truppa doriana non solo non è mai andata in affanno, ma anzi, è sempre stata lucida e tranquilla. Ha rischiato in una sola occasione, e nel derby questa è già una notizia. E se nel primo tempo Torreira e compagni hanno giocato sotto ritmo, nella ripresa la Samp è venuta fuori con tutta la sua qualità. La qualità di Luis Muriel, la stella più scintillante della serata, ma anche dei vari Quagliarella, Torreira, Linetty, Skriniar, e ovviamente anche Schick. Giocatore straordinario, il ceco, ma che ad ogni giocata vede il suo valore lievitare e il suo nome tornare in voga in ottica calciomercato: ma siamo così sicuri che parta? Io non credo.

    Ma a prescindere dai giocatori, e dalla prossima sessione di mercato, la Samp ha una nuova consapevolezza: con questo pubblico e questo allenatore la supremazia cittadina durerà ancora. La storia è già stata scritta, è l'anno dei 'due su due'. Ma ci sono infiniti nuovi capitoli a cui pensare. Anche perchè "La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere, e tutto da perdere". E non vediamo l'ora di giocarci ancora il tutto per tutto.

    @MontaldoLorenzo

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