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  • Sampmania: lasciate stare Vialli

    Sampmania: lasciate stare Vialli

    • Lorenzo Montaldo
    Vi prego. Rispettate il pubblico della Sampdoria. Lasciate stare i suoi tifosi, già stanchi per le mancanze di rispetto profuse da chi si autoincensa come miglior guida possibile per la società, vantandosi di docce, cancelli, mutui e palazzine, quando invece è riuscito nell’impresa di trasformarsi nel presidente più malvisto della storia. Lasciate stare le migliaia di persone messe in ginocchio da una gestione sportiva quest’anno evidentemente sbagliata, ma da sempre condotta sul filo del rasoio, impossibilitata a ceffare anche solo un acquisto per non rischiare di precipitare dal lato sbagliato della lama. Ma soprattutto, lasciate stare Gianluca Vialli. Alle volte si può anche non commentare, e conservare per sé le proprie opinioni, specialmente se si sono formate leggendo qua e là due o tre trafiletti striminziti. 

    Tenetelo fuori, Vialli, che per inciso non ha mai detto di voler investire una lira nella Sampdoria (non era lui il finanziatore), ma ha dedicato silenziosamente in meno di un anno alla squadra blucerchiata più dedizione, passione e rispetto di chi è al timone da oltre un lustro. Lasciatelo stare, Vialli, perchè sento e leggo commenti nei suoi confronti che sono esattamente allo stesso livello dei comportamenti da commedia che dite di odiare tanto.

    Ognuno può avere la sua opinione su quella che è stata una delle pagine più confuse, contorte e a mio modo di vedere anche tristi nella storia della Sampdoria. Non sarò certo io a pretendere di poter decretare chi ha ragione e chi no, anzi, sono quello con meno certezze tra tutti. Posso dire ciò che penso, però, questo sì. Sono abbastanza convinto che a qualcuno il bluff sia sfuggito di mano, perchè il bravo giocatore di poker sa quando sedersi e soprattutto quando alzarsi, quando prendere e uscire con l’incasso e quando invece giocarsi il tutto per tutto. Credo che l’avidità alla lunga non paghi mai, e penso anche che la Sampdoria abbia un valore di mercato definito, fissato da costosissime ed estremamente accurate analisi dei conti. Penso anche che per una società smembrata e ultima in classifica, virtualmente senza allenatore e ufficialmente senza un dirigente in grado di occuparsi dell’area tecnica, che non produce calciatori dalla Primavera dai tempi di Rizzo e con parecchi mutui sul collo da pagare, si possa chiedere solo una certa cifra ben precisa, senza andare molto oltre.

    Eppure volenti o nolenti ci siamo ritrovati immersi nell’ennesima situazione paradossale: tifavamo affinché un tizio ricevesse il secondo, clamoroso regalo da un miliardario nell’arco della stessa vita. Trovo mostruosamente qualunquisti quelli che sintetizzano la vicenda con “Sono miliardari, perchè non gli hanno dato quello che chiede e basta? Cosa sono 20 milioni per loro?”. Ma questa come detto è un’opinione personale, e non vale niente. 

    Quello che conta è che, anche questa volta, la sliding door poteva condurci in una determinata direzione, e invece pare averci scaraventato esattamente dalla parte opposta. Me ne ricordo almeno tre o quattro di situazioni simili, soltanto rimanendo agli ultimi 10 anni: finale di Coppa Italia persa ai rigori, preliminare di Champions, retrocessione in B, e il gentile omaggio di Garrone a Ferrero. Tutti bivi, altre strade da percorrere. Chissà dove saremmo oggi se un pallone fosse rotolato 10 centimetri più a destra, e chi potrebbe esserci su quella poltrona di Corte Lambruschini. Alle volte mi ritrovo a riflettere su questo aspetto: quando si tratta di indirizzarci su un sentiero piuttosto che su un altro, sbagliamo quasi sempre la svolta. Sarà un caso, o una maledizione dovuta a non so cosa?

    Vialli però dovete lasciarlo stare, dovete tenerlo fuori da questa caccia alle streghe. Anzi, vi dico di più, dovreste ringraziarlo. “Anche se non è riuscito a comprare la Sampdoria?” Già, anzi, soprattutto in questo caso. Vialli ci ha fatto un ultimo regalo, ci ha ricordato il potere dei sogni e la suggestione della speranza. Ci ha ricordato come ci si sente ad ambire a qualcosa di più della mediocrità, e ci ha riportato alla memoria che certi valori, come la serietà e la discrezione, hanno un riscontro tangibile e concreto. Persino in una società di calcio. Cerchiamo di ricordarcelo, la prossima volta che ci troveremo a festeggiare una plusvalenza (ammesso e non concesso che ciò accada nuovamente).

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