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  • Sampmania: meno male che è Pasqua

    Sampmania: meno male che è Pasqua

    • Lorenzo Montaldo
    Raramente la sosta della Serie A per le nazionali viene accolta con favore dai tifosi. Eppure, per una volta, a Genova la pausa cade al momento giusto. Effettivamente credo che non ci fossero giornate migliori per la Samp per staccare la spina dal campionato, rifiatare e riflettere con calma su quanto fatto, o non fatto, sino ad oggi. 

    Cerchiamo di trovare il lato positivo di un momento davvero buio, per quanto difficile. La sconfitta con il Chievo ha lasciato strascichi pesantissimi. E sarebbero potuti essere anche peggiori: immaginatevi tornare in campo subito, la domenica successiva a Firenze, senza il tempo necessario per metabolizzare la sconfitta con i gialloblù. Magari con l'assillo (più che giustificato, peraltro) della classifica, voltati in continuazione a spiare le inseguitrici sempre più vicine. Il tutto dopo una settimana vissuta sul filo della tensione e della scarsa serenità. 

    Intendiamoci, quando scriviamo 'tensione' non ci riferiamo a quello che di brutto evoca il calcio: i tifosi blucerchiati sino ad oggi sono stati encomiabili, hanno sostenuto la squadra e non l'hanno praticamente mai contestata. Episodi di nervosismo vero e proprio non ce ne sono stati, eppure al termine della partita con il Chievo qualche fischio dalla pancia del pubblico doriano è partito. E come si può condannarlo? Ma anche senza plateali esternazioni, il nervosismo è tangibile a Genova, dopo una stagione che ha portato soltanto delusioni, fatto salvo il derby vinto. E con esso anche la critica. 

    Tornare in campo il 27 marzo sarebbe potuto essere un disastro. Nella settimana che porta a Pasqua, invece, Montella ha avuto la libertà di lavorare principalmente sull'aspetto mentale dei suoi giocatori. I nazionali hanno staccato la spina, raggiungendo i compagni delle varie 'big' e respirando un aria diversa, seppur viziata dai fatti di Bruxelles. I blucerchiati rimasti a Genova, invece, hanno beneficiato del lavoro psicologico di Montella. Che è stato chiarissimo, nella sua dichiarazione di intenti: "Chi ha detto che per salvarsi bisogna giocare male?". Un vero e proprio concentrato di montellianità allo stato puro, e un concetto che in questa settimana di esperimenti a Bogliasco l'Aeroplanino avrà inculcato nei giocatori. Non resta che chiedersi se la lezione sia stata recepita. Purtroppo, o meglio, per fortuna, dovremo attendere ancora una settimana per conoscere la risposta.
     

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