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  • Sampmania: 'sono soddisfatto' 'non ci servono attaccanti' e altre amenità

    Sampmania: 'sono soddisfatto' 'non ci servono attaccanti' e altre amenità

    • Lorenzo Montaldo
    La cosa peggiore di Roma-Sampdoria, per quanto mi riguarda, oltre alla sconfitta preventivabile ma certo fastidiosa, sono le dichiarazioni del pre e post partita. Spesso sono frasi fatte, direte, e avete ragione, ma sentire l’allenatore blucerchiato definirsi ‘soddisfatto’ della prestazione mi lascia un po’ perplesso. Scusate, ma io proprio non ce la faccio ad essere pure ‘soddisfatto’ per una gara persa con il 35% di possesso palla, chiusa con 21 tiri a 5 per gli avversari e ben cinque parate del proprio portiere. Se devo ritenermi ‘soddisfatto’ dopo un incontro del genere, parliamo di un altro sport. E credo siano ben pochi i tifosi belli pasciuti e lieti dopo uno spettacolo simile. Anche se qualcuno l'ho beccato. Per quanto mi riguarda tra l’uggiosa malinconia della domenica, la zona rossa, la pioggia e zero sussulti blucerchiati, penso di aver vissuto pomeriggi migliori.

    A proposito di pioggia, il campo ai limiti del praticabile è stato un’arma a favore della Samp, piuttosto che uno svantaggio per la formazione di Ranieri. Il Doria gioca a lanci lunghi e cross, alzando il pallone appena può, mentre la Roma, dotata di un tasso tecnico di molto superiore, ha faticato parecchio a combinare e a scambiare la palla in libertà, per liberare i trequartisti alle spalle di Dzeko. Nonostante ciò, la differenza di accuratezza nei passaggi (85% dei giallorossi, 69% dei genovesi) fotografa l’andamento del match. Il dato sui palloni complessivamente gestiti dalle due squadre, nemmeno ve lo metto. A livello di gioco corale, o di costruzione, la Sampdoria è indietro anni luce rispetto ad altre compagini che, con giocatori inferiori per cifra tecnica, sviluppano ben altre azioni. 

    Il continuo utilizzo di termini vuoti come ‘verticalità’ e similari poi lo trovo stucchevole e privo di senso. Mi piacerebbe ascoltare una spiegazione di cosa si intenda per ‘verticalità’, ‘verticalizzazioni’ e tutto il carrozzone di frasi fatte perché non l’ho ancora capito. Confermo quanto scritto nello scorso Sampmania: il caro vecchio 4-4-2, anzi, di fatto 4-5-1 considerando la posizione media di Verre, esattamente a cavallo della linea di centrocampo, altro non è se non un ‘difesa e contropiede’. Solido e funzionale finché volete, e nel momento attuale la priorità deve essere questa, ossia portare la barca in porto, ma pure altrettanto prevedibile, con tutto ciò che ne consegue. Di motivi per essere soddisfatto, quindi, non ne vedo. La soddisfazione per quanto mi riguarda è ben altro. Al limite posso cercare il lato positivo in una difesa in grado di concedere, di riffa o di raffa, soltanto un gol al quarto attacco del campionato, ma scorgo poco altro. 

    La seconda frase a suscitare la mia perplessità, definiamola così, è quella recitata in coro da Osti e Ranieri, relativa al mercato invernale. Già affermare del Doria nel prepartita “Non ha bisogno di un attaccante” significa nascondere la testa sotto la sabbia, ma ribadirlo nel post gara è sardonico. Sicuramente nessuno di noi, giornalisti e tifosi vari assortiti, ha le competenze per lavorare in Serie A. Mi pare evidente, altrimenti faremmo un altro mestiere. Ma cercare di far filtrare un concetto del genere è cervellotico e pure svilente, persino per noi che non siamo gli eletti del calcio e non calchiamo determinati palcoscenici. Avrei preferito un ‘La Sampdoria non ha le possibilità di chiudere alcun tipo di operazione’, lo avrei trovato più corretto. Capisco che due dipendenti come Ranieri e Osti non abbiano la possibilità di esprimersi in questo modo, ma delle alternative a livello comunicativo credo avrebbero potuto trovarle in maniera agevole. Affermare "Non ce n'è bisogno" vuol dire tentare di diffondere un messaggio falso, ed è ben peggio. Gli stessi Osti e Ranieri avevano trattato Llorente in estate e pure nelle settimane scorse, e all'improvviso un giocatore con quelle caratteristiche è diventato superfluo? 

    Le difficoltà doriane in attacco sono lapalissiane, anche se posso concedere l’attenuante delle assenze di Keita e Gabbiadini, per quanto quest'ultima fosse facilmente prevedibile. Eppure la Samp è partita per Roma con tre attaccanti convocati, non lo vedevo dalla Juniores Provinciale. I fatti sono questi, e c’è poco da discutere. Quagliarella ha fatto una fatica bestiale, e in panchina non c’erano alternative, tranne l’ostracizzato Ramirez. L’uruguaiano sarebbe stato in difficoltà su un campo del genere, ma davvero una squadra come la Samp può permettersi il lusso di tenere in campo per oltre 80 minuti un Quagliarella costretto a sgomitare tra tre corazzieri, lasciando fuori il fantasista e impiegando oltretutto soltanto tre sostituzioni sulle cinque a disposizione? 

    A mio modo di vedere la mancanza di almeno due terzini, e di un centrale viste le sbandate dietro, è ancora più preoccupante in un'ipotetica scala di priorità, e non si può nascondere sotto al tappeto. Quando due dei tre cambi, peraltro arrivati all’82° minuto, sono La Gumina e Leris, credo vada fatto un esame di coscienza, e bello approfondito. Pure la fase di protezione nei confronti di Audero conta più di un punto interrogativo: gli svarioni di Tonelli, la fatica di Augello e la mancanza di un laterale destro, con Yoshida che da adattato fa del suo meglio, non mi lasciano tranquillo. Ma tant’è, il discorso è sempre il solito. Sento di una buona fase difensiva fatta all’Olimpico che però io non ho affatto visto. Anzi, a sinistra se mai ho notato un Augello costantemente brutalizzato da Karsdorp, e complessivamente un reparto schiacciato e in apprensione, preoccupato dall’eventualità di concedere imbucate e contropiedi agli avversari, piuttosto letali considerando la lentezza dei componenti della linea. Non riesco a capire come si possa parlare di difesa positiva quando una partita si conclude con il proprio portiere migliore in campo, concedendo in media un tiro ogni 4 minuti, e uno su quattro di essi finisce nello specchio. Ecco perché, per quanto mi riguarda, peggio della sconfitta di Roma - messa in conto da tempo - sono state le dichiarazioni dei protagonisti, in grado di evidenziare una mancanza di orizzonti programmatici e uno scoramento piuttosto diffuso. Inizia gennaio, teniamoci forte.

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