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  • Sampmania: un mercato 'non da Ferrero'

    Sampmania: un mercato 'non da Ferrero'

    • Lorenzo Montaldo
    Mentre inizio questo Sampmania  è il tardo pomeriggio del 10 luglio 2019. Da quando ho aperto gli occhi questa mattina, convinto che si trattasse di una giornata sonnacchiosa per la Sampdoria, nell’ordine ci sono stati:​

    - Voci sulla nuova, definitiva offerta di Vialli.

    - Vialli che inizia a seguire la Sampdoria su Instagram (sembra una cavolata, lo so, ma a questi livelli nulla è casuale. A maggior ragione se si pensa che né il Chelsea, né la Juve hanno ricevuto lo stesso trattamento).

    - Tweet di Mantovani che ricorda il 29 marzo, giornata del closing mancato di un soffio.

    - Viaggio di Ferrero a Palermo, questa volta con tanto di foto ad attestarlo.

    - Ennesima provocazione attribuita al presidente della Samp, che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) utilizzato una frase tipica dei tifosi doriani per parlare del Palermo. La battuta in questione sarebbe “Abbiamo i colori più belli del mondo, i colori ra fimmina”. Ferrero ha smentito tutto, va detto per correttezza, e ha parlato di viaggio per il calcio femminile, senza mire sul Palermo Calcio. Questo mi viene un po’ più difficile da credere. Anche perchè poi ha ammesso, di fronte al video, di lavorare alla cessione della Samp.

    - Altro tweet di Mantovani, che parla di ‘ultima offerta fatta a Ferrero’ (confermando quindi il primo punto, ossia le indiscrezioni in merito ad una nuova proposta di Vialli) aggiungendo che ‘dovrebbe mancare poco al The End’, ossia alla chiusura.

    E io che me la immaginavo come una placida giornata di inizio luglio. Un inizio luglio che però, al netto delle voci sulla cessione, ci sta regalando un mercato non da Ferrero, passatemi la provocazione. E questo è forse l’aspetto più significativo tra voci, indizi più o meno evidenti, dichiarazioni e tweet. Ma andiamo con ordine. Ad oggi la Sampdoria ha già concretizzato e annunciato cinque operazioni. Non male, considerando che il mercato è aperto soltanto da 10 giorni, a maggior ragione se si pensa che non c'è stata alcuna cessione ufficiale. A Genova sono arrivati una riserva relativamente esperta (Augello, che comunque è un classe ’94) e quattro giovanissimi: Thorsby è del 1996, Depaoli del ’97, Chabot del ’98, Maroni e Mulè sono nati nel 1999. Nessuna sorpresa, il Doria con Ferrero ha sempre investito parecchio nelle plusvalenze del domani.

    Quello che mi colpisce particolarmente è la formula con cui questi giocatori sono stati acquistati. Thorsby è arrivato da svincolato, Mulè era già stato comprato a gennaio, i cartellini di Chabot e Depaoli sono stati presi per intero. Sin qui niente di speciale, la gestione Ferrero si è contraddistinta spesso per gli acquisti a titolo definitivo, specialmente per quanto riguarda i calciatori promettenti. Adesso però addentriamoci nei colpi economicamente più importanti, ad esempio quello di Maroni: prestito oneroso con diritto di riscatto. Una formula sicuramente interessante, la stessa però che il Doria sta studiando su altri profili. Con lo Zenit la trattativa per Rigoni è ben avviata proprio su questa base, idem con il Valencia per Murillo, che però potrebbe avere un obbligo di riscatto, e non un semplice diritto. In sostanza, si compra oggi e si paga domani, chiunque siano i proprietari.

    A proposito di Murillo, il nome del difensore centrale è forse il più sorprendente di questo inizio calciomercato. Il Doria era, per diretta ammissione di Osti e Ferrero, alla caccia di un centrale da affiancare a Colley. Ora, al di là del timore che due così possono incutere negli avversari - li affronterei  forse stando all’interno di un carro armato - il profilo di Murillo non rientra tra quelli tipicamente da Samp. Non è un giovane, ma un calciatore già strutturato e formato. Ha già fatto esperienza nelle ‘big’, ed è reduce da due stagioni di Inter e due campionati tra Valencia e Barcellona, non da qualche squadra fiamminga semisconosciuta. Ma soprattutto, Murillo costa. Tanto. Al Barcellona guadagnava oltre 3 milioni l’anno, a Genova si ‘accontenterebbe’ di due , stando alle ultime voci. Uno stipendio che la Samp non ha mai corrisposto a nessuno, nemmeno a Praet in cerca di rinnovo. Il Doria, sino a poco tempo fa, aveva un tetto salariale rigidissimo: sopra gli 1,5 netti non si andava, neppure sotto tortura. Tutto ad un tratto questa asticella marcata con la doppia penna rossa sembra essere stata sfondata. Oltretutto per un difensore, non per l’attaccante da 20 gol capace di spostare gli equilibri di un campionato. Capite bene che qualche dubbio è anche lecito farselo venire.

    Terza e ultima riflessione da ricollegare al titolo, il ritorno di Pecini. Un anno fa a Genova circolavano i rumors di un addio non propriamente idilliaco tra il mago dello scouting e il presidente blucerchiato. Oggi, a dodici mesi di distanza, Pecini sembra pronto a tornare a casa. Capisco che a certi livelli si possa anche passare sopra a liti e discussioni, specialmente se ciò ti consente di rimetterti in casa il Re Mida delle plusvalenze, ma osservata dal punto di vista di Pecini la vicenda sembra quantomeno curiosa. Due indizi non fanno una prova, lo so, tre indizi però sì. Onestamente non ho idea di chi stia conducendo il mercato della Samp in questi giorni, potrebbe anche essere Ferrero, ma in questo caso starebbe applicando un modus operandi inedito, di sicuro stuzzicante.  Ragionarci su può essere stimolante, e quantomeno utile per distrarci un secondo dalla vicenda della cessione societaria. Anche perchè un’altra giornata così, non credo proprio di riuscire a reggerla. 

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