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  • Sanremo, le pagelle di CM: Elettra più musica che parole, debutto col botto per Pelù

    Sanremo, le pagelle di CM: Elettra più musica che parole, debutto col botto per Pelù

    • Francesco Guerrieri, inviato a Sanremo
    Altro giro altra corsa. Anche la seconda serata del Festival di Sanremo è andata. Tra idee azzardate e sorprese inaspettate. Dopo quelle di ieri, vediamo le pagelle della seconda serata tra Campioni, Giovani e ospiti.
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    PIERO PELU' 6,5 - Prima volta a Sanremo, ma la carica è quella di sempre. Pelù spacca la telecamera e scende a cantare anche tra il pubblico. Sembra non voler smettere, il suo entusiasmo è contagioso.

    ELETTRA LAMBORGHINI 4,5 - Più musica che testo, prova a ballare ma con un vestito troppo ingombrante fa fatica anche a muoversi. Cuore che batte a mille per l'emozione, ma dà l'impressione che con Sanremo c'entri poco.

    ENRICO NIGIOTTI 8  - Con la sua semplicità arriva sempre al punto. Colpisce nel profondo, Nigiotti. La sua "Baciami adesso" è quella classica canzone da sentire in macchina al semaforo ma anche come sottofondo a casa. Buona per ogni situazione. 

    LEVANTE 7 - Anche per lei è la prima volta all'Ariston. Chi si aspettava un look stravagante si è dovuto ricredere. Semplicità nel vestito ma originale l'esibizione. I toni si alzano e si abbassano, Levante ha sempre la situazione sotto controllo e non sbaglia nulla.

    PINGUINI TATTICI NUCLEARI 5 - Si divertono come bambini al parco giochi, vogliono lasciare il segno e ci riescono. Ma non in positivo. Come un autogol.

    TOSCA 5,5 - Semplice, troppo semplice. Brano lento. Lentissimo. Rischia di essere dimenticata presto per la sua neutralità. Sarà solo una comparsata? Dà l'idea di essere quell'oggetto misterioso di inizio stagione che non gioca più di mezz'ora in tutto l'anno.

    FRANCESCO GABBANI 6,5 - Inizia a cantare accompagnandosi col piano, finisce tra gli applausi convinti dell'Ariston. Profilo più sobrio rispetto a quando vinse con Occidentali's Karma, ma ha trovato l'equilibrio giusto per farsi ricordare.

    PAOLO JANNACCI 5,5 - Debutta come cantante a Sanremo ma non va benissimo. Le espressioni facciali sono da 10, poi ci mette la voce e il voto si abbassa. Bella la dedica al padre Enzo scomparso nel 2013.

    RANCORE 7,5 - Diretto ed efficace, senza se e senza ma. Nonostante il ritmo veloce non cade nel tranello di mangiarsi le parole. Rispetta i tempi senza perdere il filo, possesso palla fatto nel modo giusto. Sguardo serio e concentrato di chi sa bene quello che vuole. 

    JUNIOR CALLY 5,5 - Chi si esibisce a quest'ora si può paragonare a una squadra tecnica che gioca sotto la pioggia: la difficoltà in più c'è, perché ci si avvia alla fine della serata dove qualcuno ha già mollato da un po'. Ora è il momento di provare a risvegliare chi proprio non ce la fa più ma va avanti a forza. E Junior Cally ce la fa anche abbastanza bene, ma paga colpe non sue.

    GIORDANA ANGI 5 - Già l'orario non aiuta, se poi il ritmo della canzone di Giordana è anche così lento... Un giro palla sterile, diciamo. Diciamo che forse non era l'orario adatto per farla esibire con questo brano, ma l'impressione è che anche se avesse cantato qualche ora prima non sarebbe andata molto meglio.

    MICHELE ZARRILLO 6 - La Z di Zarrillo chiude la seconda serata del Festival. E non lo fa nemmeno male. Qualcosina da rivedere sugli acuti in una canzone che nel complesso arriva alla sufficienza. Ma difficilmente arriverà fino in fondo.

    GIOVANI

    GABRIELLA MARTINELLI E LULA 5,5 - A penalizzare la coppia è stato il testo della canzone. Forse non un granché, forse non adatto a loro. Fatto sta che non arrivano alla sufficienza e vengono penalizzate anche dal pubblico che preferisce Fasma a loro.

    FASMA 6,5 - Parte piano ma alla lunga si carica. Cresce il ritmo e aumenta la sua sicurezza. A 24 anni nasconde l'emozione di cantare sul palco dell'Ariston. Il pubblico lo premia e gli basta quell'1% per andare in semifinale: 50% vs 51% dei voti. 

    MARCO SENTIERI 6 - Look rivedibile con una cresta particolare e un orecchino con il simbolo della chiave di violino. La musica ce l'ha nel sangue, la canzone la sente sua e riesce a non focalizzare l'attenzione solo sull'aspetto estetico.

    MATTEO FAUSTINI 7 - Premessa: è un genere che deve piacere. C'è chi l'ha definito troppo lento, ma Faustini canta e si diverte. Entrato in punta di piedi, dopo le prime due note ha già conquistato tutti. Trasmette emozioni positive. 

    OSPITI

    FIORELLO 8 - E' una delle due presenze fisse fino a sabato sera. Inizia la serata improvvisando un balletto comico, non un granché. Poi torna al "naturale": analizza la serata di ieri con sarcasmo e battute con tanto di imitazione di Maria De Filippi. E giù risate. Uno show continuo, per tutta la puntata.

    TIZIANO FERRO E MASSIMO RANIERI 9 - Pelle d'oca già alla prima nota. Ranieri-Ferro è una coppia da scudetto. Tiziano parlava con gli occhi, sguardo emozionato di chi aspettava questo momento da sempre. Esibizione da brividi. E anche quando "si dividono" regalano un amarcord che non gusta mai.

    RICCHI E POVERI 5 - C'è chi non si ricordava nemmeno com'erano fatti. Loro si divertono, il pubblico un po' meno. Il quartetto non ne voleva sapere di lasciare il palco, ma all'Ariston battevano le mani a forza per tenere il ritmo. Gli anni passano per tutti, nel 2020 ci si aspetta qualcosa di nuovo. E come se non bastasse arrivano anche chiari segnali che le canzoni erano in playback. 

    ZUCCHERO 6,5 - Mai sobrio, ma è giusto così. Un capello più grande di lui, qualche ruga di troppo ma la voce è sempre quella. Meno carica rispetto a prima, poi basta un suo acuto per ricaricarsi. Mezzo voto in più grazie agli effetti speciali con i fuochi d'artificio di contorno.

    GIGI D'ALESSIO 6 - Esperienza seduta al piano. Quando fa andare quelle mani è sempre un successo. Emoziona e diverte, abbiamo visto di peggio.

    PAOLO PALUMBO 10 - Storie come la sua dovrebbero rimanere nella storia. Impresse per sempre. Servono da incoraggiamento a chi si butta giù. Parole da leggere e mettere lì in un angolo nel cuore. Gli occhi lucidi del fratello Rosario raccontano meglio di ogni parola cosa c'è dietro a questa storia. E alla fine della canzone scatta la standing ovation dell'Ariston.

    @francGuerrieri
     

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