Sarri, il mancato eroe di Napoli alla Juve ha l’obbligo di vincere: la Coppa Italia chiude il cerchio
Poi però tornerà alla realtà: è finita l’epoca del Comandante. Oggi Sarri guida i movimenti di Bonucci, si appoggia alla leadership di Buffon, tesse la tela per Ronaldo e Dybala. La vittoria in Coppa Italia non è un sogno per la Juve, ma un obiettivo da centrare. Non potrà chiedere il caffè caldo, durante la rifinitura, a Tommaso, né potrà sorridere ai vecchi amici. E' finito il tempo di nostalgia o sentimentalismi di ogni sorta, e Maurizio lo sa: "Non mi importa di trovare il Napoli in finale", ha detto ieri presentando la partita. Non c’è più spazio, dunque, per parole come quelle pronunciate a fine gennaio, dopo aver perso 2-1 al San Paolo: “Sconfitta? Sono contento per quei ragazzi a cui sono e rimarrò legato per sempre. Se proprio bisogna perdere, meglio farlo contro il Napoli”. Vincere, per la prima volta contro la sua ex squadra (ad agosto c’era Martusciello in panchina). Questa sera non conterà altro che lo sguardo di Ronaldo: i suoi occhi feroci di successo per trascinare la Juve.
Poteva arrivarci l’Inter, in finale. Sabato scorso la squadra di Conte ha dominato, sfiorando ripetutamente il gol qualificazione. Ma lo sport è destino, il calcio è epica: a Roma andava chiuso un cerchio. Sarri e la rincorsa alla prima vittoria 'italiana' - al netto delle promozioni - da allenatore, contro il Napoli con cui ha sfiorato il trionfo e la gloria. Qualcuno festeggerà, come la Juve a San Siro, il 28 aprile 2018. Qualcun altro no, come il Napoli a Firenze, il 29 aprile 2018. E’ magia, non poteva che essere così. Da che parte si troverà, questa volta, Sarri?
@andreasereni90