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  • Sarri su Higuain alla Juve: 'Poteva almeno salutare, lo aspetto a Napoli'

    Sarri su Higuain alla Juve: 'Poteva almeno salutare, lo aspetto a Napoli'

    Maurizio Sarri è rimasto deluso da Gonzalo Higuain. L'allenatore del Napoli ha dichiarato in un'intervista al Corriere dello Sport-Stadio: "Mi risulta difficile soffermarmi su di lui che ho appena visto con indosso la maglia della Juventus. Ne parlo, ma non volentieri. La scelta è stata sua, perché l'offerta che gli è stata fatta da noi era in linea con ciò che poi gli è stato concesso altrove. E' chiaro che perdiamo un giocatore determinante, il più forte centravanti al mondo, ma dal punto di vista personale resta l'amarezza: perché mi aspettavo che facesse almeno una telefonata, magari cinque minuti prima che cominciasse le visite mediche. Sono abbastanza vecchio, però, per non meravigliarmi". 

    SENZA PIPITA - "Dobbiamo spalmare le responsabilità sul gioco, sul collettivo. Bisogna ovviare a quest’assenza. I fuoriclasse sono pochi: ne abbiamo perso uno, non certo la voglia di giocare come piace a noi. Le analisi e lo studio delle caratteristiche dopo la fase d’avvio della passata stagione ci hanno spinto a valutare questo Napoli idoneo al centrocampo a tre e così andremo avanti, tranne in rari spezzoni di partite. La nostra struttura societaria è unica, perché il Napoli appartiene ad una famiglia e non è in mano a gruppi finanziari o a galassie straniere. Il nostro modo per essere competitivi, sempre, dovrà passare da prospettive diverse. Io avrò l’obbligo di far crescere i giocatori ed è una soluzione condivisibile. Il mercato è un'ossessione per i giornalisti, non per me, che resto sempre un passo indietro a queste dinamiche. Io non entro mai nelle analisi, mi sembra che sia cosa risaputa: attendo che si chiuda. Mi ha ferito persino che si parlasse di Higuain, prim’ancora che andasse alla Juventus. Per quel che mi riguarda, sono l’allenatore del Napoli e devo dar fiducia a Gabbiadini, che ha mezzi da sfruttare. Quando va via un calciatore di questo livello, è normale che si registri il malcontento. Ma la stragrande maggioranza dei tifosi sono già oltre. Io ho colto grande entusiasmo intorno a noi e simpatia, forte, ad esempio, per Gabbiadini. La gente ci sta aiutando e certo noi abbiamo fatto l’impossibile, perché nel nostro ritiro ci sono sempre state le porte aperte. E’ straordinario, ma anche faticoso, e non a caso alcuni club preferiscono fare sedute riservate o andare all’estero. Spero che questo venga apprezzato. Anche i ragazzi si aspettavano un saluto. Non mi risulta ci sia stato. E però tra calciatori queste scelte vengono assorbite più facilmente. Certo, un pizzico di sconcerto lo registri, ma poi c’è il campo che aiuta a dimenticare. Alla squadra ho detto poche parole: non ci piangiamo addosso; non abbiamo alibi; siamo forti; e l’anno scorso abbiamo giocato tre partite senza di lui e fatto sei punti: non male, mi pare". 

    SFIDA ALLA JUVE - "Siamo al cospetto di una squadra che da cinque anni vince lo scudetto e questo è un dato inquietante per il movimento calcistico italiano, perché rende il prodotto meno appetibile. Hanno grosse responsabilità anche loro, perché c’è sempre il campo che deve dare il proprio responso. Chi sta alle spalle sa di non dover illudere, ma di credere in se stesso: perché anche i favoriti possono sbagliare. Napoli primo dei secondi? Non ci penso, non lo so ma mi sembra inesatto. La Roma nel girone di ritorno ha fatto meglio di noi; la Fiorentina se ritrova la continuità del girone d’andata ha un impianto di gioco notevole; l’Inter è già attrezzata e sono curioso di vedere il Milan. E mi sarebbe tanto piaciuto vedere Bielsa, se ne sarebbe tratto giovamento dal suo arrivo. Ma è un errore sentirsi i favoriti alle spalle della Juventus. Allegri non lo invidio perché è un sentimento poco nobile, non è in me. Sono contento di essere qui e del mio percorso compiuto per arrivarci. Faccio il lavoro che voglio e con la squadra per la quale ho sempre tifato. La condizione invidiabile è la mia. Loro sembrano imbattibili e comunque in Italia ci sono club con grandi aspirazioni. E poi il bianco e il nero non sono colori che mi si addicono. Non firmo per il secondo posto. Abbiamo chiuso lo scorso campionato con un più sette in media inglese; la Juventus ne ha vinte 28 nelle ultime 30. Reggere era quasi impossibile e non abbiamo niente da farci perdonare. Però si riparte da zero ed io non le firmo nulla. Campionato già segnato? Sulla carta, sì. Però ci saranno trentotto partite e posso assicurarvi che loro ne avranno una difficilissima, quasi proibitiva, il 2 aprile allo stadio San Paolo". 
     

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