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Sassuolomania: altro che Rapid-Viertelstunde!
In rete è andato Schaub, un giocatore che avevo definito "il loro Berardi", sia perché mancino, sia per l'inizio d'anno strepitoso, sia perché è del'94. Tra lui, Murg, e Joelinton, non saprei chi scegliere quanto a impatto sulla gara. Nel primo quarto d'ora, per causa loro, i neroverdi non ci hanno davvero capito niente. Si son ripresi piano piano, scampati alla furia dei Kanoniere, con la solita ammirabile ostinazione.
Il Sassuolo è un diesel o c'è qualcosa che non va nella messa in moto? (Vedi anche domenica, contro il Crotone, la rete lampo di Falcinelli al 2'). Forse il problema vero, in Europa, è un altro: il ritmo. Il Sassuolo, che non è certo una squadra che in Italia corre poco o pressa poco, tanto contro i belgi quanto (e soprattutto) contro gli austriaci è stato sorpreso dai ritmi altissimi degli avversari, combinati alla qualità delle scelte e delle giocate.
I neroverdi sono andati ancora una volta in difficoltà contro un 4-2-3-1 all'europea, c'è da dirlo, visto che non domenica, ma mercoledì verrà a Reggio Emilia la Roma, che è una delle poche italiane ad adoperare questo modulo. E' un sistema che ha un grande pregio: se praticato bene, ad alta intensità, riesce a oscurare il regista avversario. Difatti abbiamo visto la grande difficoltà di capitan Magnanelli, nel primo tempo, specialmente dopo il gol subito, quando il Sassuolo con coraggio cercava comunque di impostare dal basso, senza buttare via il pallone. D'altro canto è vero anche che la squadra di Di Francesco è molto adattiva, cioè sa adattarsi a livelli di gioco più alti dei suoi, e superare col tempo le difficoltà che incontra, confidando nella ripetizione maniacale e nell'aggiustamento al millimetro dei propri meccanismi.
Dunque un po' per questa ragione, un po' per il calo dei biancoverdi, nella ripresa il Sassuolo ha fatto meglio dei padroni di casa e ha trovato il pareggio al 66'. Purtroppo però, al di là dell'autorete comica di Schrammel, ricordo solo due belle occasioni da gol, massimo tre: la prima è quella capitata sui piedi di Ragusa, la seconda il tiro al volo di Defrel, la terza è la combinazione Ricci-Pellegrini-Ricci, sprecata da quest'ultimo per un errore nel controllo. E' pochino, se le confrontiamo a quelle avute dal Rapid nel primo tempo. Pensate solo a questo dato: dopo i primi 45' la squadra di casa aveva effettuato quasi il triplo di conclusioni rispetto agli ospiti (15 vs 6).
Un'ultima riflessione su Di Francesco. Il mister, sempre in conferenza stampa, nel presentare gli avversari, aveva anche sottolineato, proprio come noi, qui, su Calciomercato, quanto il Rapid giocasse molto sui terzini, tenendoli entrambi altissimi. Questo atteggiamento, stando a un'intervista di Di Francesco pubblicata dalla Gazzetta il 26 marzo 2016, era ed è un oggetto di vivo interesse ed autocritica: "Se fosse l'allenatore del Real Madrid, giocherebbe allo stesso modo?" "Chiaro che cambierei. Farei salire entrambi i terzini perché in questo devo migliorare, devo rischiare di più con i terzini già alti". Bene, ieri sera abbiamo imparato dal Rapid che, anche senza essere il Real Madrid, si può fare. Certo, erano in casa loro, in uno degli stadi più caldi d'Europa, dove il fattore campo conta, eccome se conta. Nel complesso allora dico che il punto preso a Vienna, e di conseguenza il secondo posto mantenuto nel girone, grazie alla vittoria del Genk sull'Athletic Club di Bilbao, è stato importantissimo e, a posteriori si può dire, determinante.
Ora agli emiliani e ai baschi (da teste di serie a fanalino di coda) restano due partite su tre da giocare in casa, mentre al Genk e al Rapid due trasferte molto complicate. Mi sembra un vantaggio, questo, non da poco. Chiusa parentesi, testa al Bologna (domenica alle 18:00).