Ultima partita dell'anno. Il panettone è lì, sopra un banco di nebbia, con un bel fiocco neroverde. Tutto procede secondo copione, benché il Sassuolo sia passato in vantaggio contro la penultima soltanto a metà del secondo tempo, e grazie a un rigore molto dubbio, per non dire inesistente. Alla moviola si vede Vrsaljko sgambettato dalla nebbia e Magnusson, di fianco, appena dietro, che invece non lo tocca, ma l'arbitro di porta ha già invitato Cervellera a fischiare il penalty. Il Cesena sceso in campo al Mapei Stadium da un lato è una squadra che aspetta il colpo di grazia, la mazzata di Natale, dall'altro non ci sta, arriva con Di Carlo, un nuovo modulo, l'idea di provare a giocare palla a terra, di pressare alti. Pronti-via, per poco non si esalta, non passa subito in vantaggio con Carbonero (le conoscete no, le partenza a mina delle piccole?), poi viene attaccata, e si ritira, prova a salire quanto può, quando può, e offende ordinatina e scolastica, a intermittenze imprevedibili. Hugo Almeida con la nebbia fa cilecca. Di Carlo ha già buttato dentro Brienza nel secondo, ma ora che Zaza ha trasformato il rigore, ormai manca poco alla fine, ed è ancora dannatamente sotto, il suo Cesena. Si prospetta una chiusura a 8 punti, un cenone con l'alberello storto e le sciarpe che toccano terra, un caviale troppo ottimistico per una squadra che non ha vinto che col Parma, questo Parma, la prima di campionato. Tutto procede nella norma di quest'anno, per di più il Sassuolo gioca in casa; negli ultimi scampoli amministrerà nebbia e avversari, memore delle ultime due gare, concedendo, per carità, qualche occasione velleitaria magari a quel Defrel che dicono sia in gamba (finora non s'è visto, invece) oppure a Brienza che, appena entrato, ha sfiorato subito il palo. La nebbia al Mapei Stadium è capricciosa come la Fortuna, stasera, cala dove vuole sottraendo azioni, tiri e parate ora ad una porzione di pubblico ora ad un'altra. Adesso è proprio fitta nella nostra metà campo, siamo agli sgoccioli, e la porta di Pomini si è dilatata come un banco sopra un prato. I tifosi bianconeri, che anche loro non vedono, rispondono a un boato di sollievo della curva sassolese, incitando alla cieca. Parata di Pomini su Defrel, beato chi l'ha vista! Appena dopo, altro boato; è delusione questa volta, disappunto proveniente dalla sud, mentre i giocatori del Cesena fuoriusciti dalla nebbia, bianchi come lei si raccolgono tra loro ad esultare, vicino alla panchina di Di Carlo. Terza fregatura dietro fila, lo stiamo pensando tutti, chi ha visto e chi no. La curva nord festeggia come avesse visto tutto e saluta, al pari di una vittoria, il pareggio insperato. A noi resta l'amarezza, la rabbia, le voci ancora poco chiare su Zaza e Berardi alla Juve, ma soprattutto, una pausa invernale in cui, se calerà, diremo che la nebbia è bianca, come il Cesena.