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  • Sassuolomania: chiamiamola Sassuol-Ita

    Sassuolomania: chiamiamola Sassuol-Ita

    • Luca Bedogni
    La Sassuol-Ita… fatemela chiamare così la Nazionale questa mattina, vi prego. Sento lo stesso piacere che prova Humbert Humbert nel pronunciare le sillabe "Lo-li-ta" in quel famoso incipit di Nabokov. Oddio, non esageriamo...
    In ogni caso, lontani i tempi dell’Ital-Juve, oggi sono i giocatori del Sassuolo che spostano gli equilibri in Azzurro. E non più soltanto nelle amichevoli, ma persino in partite decisive come Italia-Polonia (2-0). Ha segnato Berardi ieri sera, e che gol!
     
    Per quelli della Rai erano 27, per OptaPaolo 30, insomma la rete di Domenico è stata preceduta da una sequenza di passaggi notevole diventata subito un manifesto dello stile di gioco di Mancini. Un’Italia spagnola, un’Italia alla Guardiola, si è detto. Così quella parolina lì, la parola tiqui-taca, spesso osteggiata fino alla nausea quando ne eravamo vittime (infangata sostanzialmente per invidia e ignoranza), oggi non è più una parolaccia o un insulto, bensì un complimento. E se questo accade è anche per merito del Sassuolo di De Zerbi che nel campionato italiano ha preparato e indicato la via partendo dal basso.

    Non è un caso che nell’azione emblematica di ieri oltre alla giocata decisiva di Berardi ci sia anche quella non meno importante di Locatelli, probabilmente sfuggita ai più. Di solito infatti quando la memoria rievoca una rete si risale massimo alla rifinitura, all’ultimo passaggio, che ad esempio in quest’occasione è stato realizzato da Insigne. Dunque Locatelli? Manuel ha diretto la regia di quella sequenza, ma soprattutto è stato l’autore del ‘third-pass’ (l’assist all’assist-man: il terzultimo giocatore a toccare il pallone prima del gol). Locatelli è stato lui a pescare Insigne tra le linee, lo ha fatto con un passaggio ‘diverso’ rispetto a quelli che stavano tessendo gli Azzurri. Diverso per difficoltà e intenzione, in una parola un taglia-linee. All’estero li chiamano anche ‘killer-pass’, perché sono passaggi che ‘uccidono’ gli avversari superati. Così tanto l’innesco quanto la conclusione del secondo gol contro la Polonia sono un marchio di fabbrica del Sassuolo, il tutto nella cornice del Mapei Stadium. Serve altro? Se gratti via l’Azzurro oggi appare il neroverde, mi sembra evidente. Perché non chiamarla Sassuol-Ita, allora?
     

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