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  • Sassuolomania: cori contro Carnevali, ecco il perché

    Sassuolomania: cori contro Carnevali, ecco il perché

    • Luca Bedogni
    La 33^ giornata del Sassuolo è stata uno spettacolo, sia per il gioco, che per il risultato (2-2), che per l'atmosfera. Il Mapei era in festa, riempito da un totale di 18.870 spettatori, sereni nel sereno di un mezzogiorno primaverile. Molti di questi, inutile nasconderlo, erano del Napoli, ovviamente. Persino nella curva neroverde. La cosa ha suscitato qualche polemica, addirittura qualche coro di protesta indirizzato a Carnevali.

    Chiedono rispetto, i tifosi del Sassuolo, per quanto pochi e spesso subissati dai canti, dai fischi e dai boati dei sostenitori della squadra ospite. Ritengo molto interessante e assai significativo quello che è successo. E' emerso un piccolo conflitto di interessi tra le parti. Da un lato il tifo organizzato, che si sente in questo modo minacciato e svilito, e porta avanti una concezione tradizionale e conservatrice, dall'altro la società, che, consapevole dei numeri generalmente insoddisfacenti, pur di far cassa nelle partite di cartello, chiude un occhio su queste cose, premendo il pedale di una retorica differente. Quale? Beh, quella conseguente alla scelta di avere uno stadio di proprietà. Il calcio per le famiglie, il calcio da fruire seduti come spettacolo d'intrattenimento, è quello in cui queste stesse famiglie compaiono all'interno dell'impianto le une accanto alle altre, civilmente, indipendentemente dai settori, con sciarpe e magliette rivali. Ancora una chimera in Italia. Il calcio per le famiglie che, guarda caso, è però anche il modello di business (e di controllo) migliore. Perciò non mi stupisce che una concezione del genere si scontri con quell'altra, di retorica, quella delle curve, dove sopravvivono (purtroppo o per fortuna?) forme di tifo arroccato, che se da una parte possono dirsi libere e semplicemente appassionate (questa è la loro forza), dall'altra ricattano, esigono, fino a pretendere diritti che sarebbero tutti da verificare. Il conflitto latente c'è ed è questo, al di là di quelle che saranno poi le risposte più o meno accomodanti della società, nella gestione del singolo caso.  

    Venendo alla partita, vorrei spendere qualche parola per Sensi e Mazzitelli. Il primo ha giocato la sua seconda gara da titolare in questo girone di ritorno. Molto molto meno dell'andata; per ora soltanto 63' con l'Atalanta a Bergamo, 90' ieri. Il suo minutaggio ha risentito fortemente dell'arrivo di Aquilani. L'ex del Pescara tuttavia è calato, così contro il Napoli si è seduto in panchina, lasciando il posto al giovane regista. Due prove impegnative per lui, soprattutto da un punto di vista fisico. Squadre che pressano molto servono a fargli le ossa. Queste partite hanno avuto tutta l'aria di un test per vedere se Sensi è migliorato sotto certi aspetti. Ieri è partito molto bene, quasi sfrontato. Nel complesso è stata una prestazione positiva, la sua, se è vero che alla voce 'palloni intercettati' è risultato essere il migliore della gara (6 in tutto). Intorno al 30', però, in seguito a una brutta palla persa giocata in orizzontale, si è un po' abbattuto e ha continuato a sbagliare ancora per qualche minuto, per poi riprendersi nel corso della partita. Gioventù..

    Mazzitelli invece era da un tot che non metteva piede in campo, precisamente dal 5 marzo, dalla trasferta di Crotone. Al rientro, comunque non da titolare, è seguito il suo primo gol in Serie A, quello del vantaggio provvisorio neroverde (2-1). Era dal 9 maggio che non segnava; uno Spezia-Brescia in cui trovò il 5° centro stagionale (2015/2016) in Serie B, naturalmente con le rondinelle. 

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