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  • Sassuolomania: De Zerbi li stima, ma non si fida ancora di Obiang e Traorè

    Sassuolomania: De Zerbi li stima, ma non si fida ancora di Obiang e Traorè

    • Luca Bedogni
    Forse contro la Fiorentina De Zerbi ha commesso un errore. Dopo la sciocca ammonizione di Djuricic, vedendo il trequartista serbo su di giri, ha pensato giustamente di toglierlo inserendo a centrocampo Obiang e spostando Duncan più avanti, al posto del numero dieci. Una mossa conservativa per rinforzare la mediana e consolidare il vantaggio. Aveva un senso preciso.

    Senonché da quel momento in avanti la squadra si è come bloccata e abbassata, fino a prendere gol. Poi Duncan ha addirittura regalato il pallone a Chiesa con una bella svirgolata nell’azione del sorpasso viola, ma questo è stato un fatto fortuito. Qui comunque è arrivato il cambio, una sorta di ammissione: dentro un trequartista vero (Traorè) per tentare di riacciuffare il pareggio, fuori Duncan. Il centrocampista ghanese, che poco prima era stato anche preso di mira dalla curva ospiti, solito razzismo inaccettabile, non aveva disputato fin lì una cattiva partita. Solo che da trequartista aveva detto poco. C’è stato insomma un tentativo da parte di De Zerbi, un tentativo comprensibile, peraltro, di guadagnarsi i tre punti tradendo un poco sé stesso. Una formula questa che era stata apprezzata e aveva anche funzionato a Verona.

    In primis vecchie certezze: il reparto chiave, il centrocampo, affidato a gente esperta e conosciuta, con Traorè e Obiang in panchina, sia al Bentegodi che contro la Fiorentina. Poi questa mossa di cui vi ho appena parlato, dinnanzi alla quale molti si saranno chiesti: “E Traorè?”.  Ebbene, da quando il gioco si è fatto duro, De Zerbi ha preferito puntare sull’usato sicuro.

    Di fatto Obiang e Traorè, giocatori ‘fighissimmi’ sotto certi aspetti, non hanno dato ancora le garanzie che ci si aspettava. E se per il talentino classe 2000 è tutto molto comprensibile, non lo è affatto per Obiang. L’ex mediano del West Ham, pur essendo sempre duro nei contrasti, fisico e gagliardo, pare non sia riuscito ancora a diventare il nuovo fulcro della squadra, un riferimento importante nelle due fasi. Per questo De Zerbi ha chiamato in causa Magnanelli, di recente, l’equilibratore. Anche nella partita di ieri si potrebbe rimproverare qualcosa a Obiang, quando è entrato: nell’azione del gol-vittoria di Milenkovic, il numero 14 neroverde è stato attratto dal pallone respinto male da Duncan troppo ingenuamente, lasciando in questo modo libero il difensore viola, poi imbeccato in area da Castrovilli. È un giocatore appariscente, Obiang, ma che sta mostrando qualche limite inatteso. Dettagli, eh, ma è per dei dettagli che a volte si vincono o si perdono le partite.  
     

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