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  • Sassuolomania: Ferrari, il Toro di Giampaolo e quei soliti errorini

    Sassuolomania: Ferrari, il Toro di Giampaolo e quei soliti errorini

    • Luca Bedogni
    Non sono sorpreso dagli errori difensivi di Ferrari ma dalle manovre del suo procuratore. Il quadro è questo: Giampaolo, l’allenatore che ha valorizzato il difensore neroverde alla Sampdoria nella stagione 17/18, è tornato ad allenare in Serie A (dopo il flop in rossonero) e siede ora sulla panchina del Torino. È iniziato così il reclutamento dei suoi vecchi pupilli, da Rodriguez (ex Milan) a Linetty e Murru, sognando Torreira e forse appunto lo stesso Gian Marco (tutti ex Doria). Girano voci naturalmente.

    Al che, ieri pomeriggio, intervistato ai microfoni di Sky, l’ad Carnevali avrebbe commentato: “Per Ferrari non è arrivata alcuna offerta ufficiale dal Torino, il suo procuratore ha portato un’offerta ma troppo bassa, non accettabile”. Mi chiedo dunque il perché di tutto questo.

    Ferrari non è contento di giocare nel Sassuolo? O vuol solo ritoccare il suo stipendio (600mila euro)? L’ex blucerchiato (stando ai numeri pubblicati dalla rosea di recente) prende come Marlon e Peluso, ma ad esempio un po’ meno di Rogerio e Toljan (700mila), cosa effettivamente un po’ strana, per non parlare del compagno di reparto Chiriches che guadagna più di tutti assieme a Berardi (intorno al milione). Però Chiriches è Chiriches, in campo la differenza si vede, è comprensibile questo distacco. Ferrari invece, pur essendo molto apprezzato e corteggiato da tante squadre, spesso l’errorino lo commette. Com’è successo ieri nel secondo tempo di Sassuolo-Cagliari (1-1), quando al minuto 32 ha perso di vista Simeone dentro l’area sul cross perfetto di Joao Pedro, e per poco non finiva 0-1 per i sardi nello stupore generale (a proposito, grazie Mehdi per la prodezza su punizione). Insomma, certe leggerezze pesano ancor di più se fai quel primo quarto d’ora divino, se meriti di vincere e non riesci a buttarla dentro. Si rischia addirittura di perdere, beffati incredibilmente, perché la bellezza è certo uno strumento per conseguire la vittoria, ma talvolta è anche un anestetico. Chi gioca divinamente infatti rischia di dimenticarsi, mentre appunto gioca divinamente, della brutalità del calcio. E Ferrari, pur essendo un bravo calciatore, è uno di quelli che ci cade dentro più spesso a questo inganno, compromettendo prestazioni altrimenti anche ottime. Dunque è un giocatore molto strano, che fatico a definire completamente affidabile difensivamente parlando. Non credo ad esempio che possa ambire a piazze migliori di questa, al momento. L’opzione Toro, infatti, quella di cui si parla con una certa insistenza negli ultimi giorni, sarebbe un passo indietro per lui. Che pensi al Sassuolo, dunque, se vuol essere veramente ambizioso. Qui ha tutto il tempo che vuole per smentire i gelatai come me.
     

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