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  • Sassuolomania: gita a Ca' Marta
Sassuolomania: gita a Ca' Marta

Sassuolomania: gita a Ca' Marta

Sono arrivato al campo di Ca' Marta un po' in ritardo, saranno state le 16:40. Si stava svolgendo la partitella del giovedì, la classica partitella in famiglia.

Il mister camminava nella zona di centrocampo, impartendo indicazioni all'una e all'altra squadra. Da una parte i giocatori con la casacca, dall'altra quelli senza. Se pensate a "titolari di qua, riserve di là", siete fuori strada, perché i valori in campo erano mischiati a dovere. Suggeriva, incalzava, incitava, teneva alta la soglia d'attenzione con vari accorgimenti, e, questo è accaduto spesso, si complimentava. Ha un modo tutto suo di sottolineare le giocate che gli piacciono; non è tanto il contenuto della parola che grida, un banalissimo "bravo", a rimanerti impresso, quanto la sua intonazione e il suo timbro. Ti resta nell'orecchio almeno fino a sera, fate una prova, chi è nei paraggi.

Poi c'è Magnanelli, che parla, il capitano, anche lui lo senti in continuazione. Oggi aveva sempre in bocca "Greg", che sarebbe poi Gregoire Defrel. Lo dirigeva da dietro, compagni di squadra, spronandolo a pressare alto, in una direzione precisa, su un difensore avversario ogni volta preciso.

Di là dalla rete apprendiamo allora che "accorcia" è parola chiave, imperativa. Sia il mister che Magna l'adoperano a volontà. Esclusiva del mister, invece, è l'esortazione a "pulire" la palla, ovvero (e per esteso) il possesso della sfera. Grida "pulisci" o "puliscila", quando la si è appena recuperata, ma il possesso è ancora sporco, precario, e in realtà vige ancora la confusione. Diciamo che, al contrario della transizione rapida, in cui il recupero palla aziona fulmineamente la ripartenza, questa operazione di igiene della sfera comporta un rallentamento tattico, volto al riordino e al dispiegamento dei reparti, al fine di consolidare il possesso e preparare al meglio lo sviluppo della manovra. L'igiene e la ragione sono in dialettica costante, anche su un campo da calcio. Ci vuole razionalità nel calcio. O almeno, ci vuole anche.

Mi viene in mente allora il rimprovero bonario che Acerbi, col suo vocione esperto, ha rivolto oggi al giovanissimo regista Pellegrini. Di Francesco aveva appena annunciato un minuto alla fine della partitella. Qualche secondo dopo, la squadra con la casacca, che era quella di Acerbi, recupera palla e, tempo due passaggi, il centrocampista ex Primavera della Roma azzarda un lancio di prima fuori misura: palla subito persa. "Pelle, che fai? Manca un minuto e lanci?", dixit Acerbi, impeccabilmente razionale.

Ma al di là di queste notazioni acustiche, quello che mi ha colpito veramente è stata l'applicazione e l'intensità di tutti i giocatori, dal più certo titolare alla più certa riserva. Nessuno in punta di piedi, nessuno che tirava indietro la gamba. E' stato proprio un bel vedere. Vi lascio indovinare invece chi ha segnato ancora, nel finale di partita, con uno splendido pallonetto. Inizia per Fl.

Contro l'Atalanta occorrerà imporre il nostro gioco, cercando di creare qualcosina in più, davanti, di quello che si è visto a Bologna. Si capiva che eravamo più forti, ma si capiva anche che non riuscivamo a concretizzare. Ci vorrà l'intensità di questo giovedì, di questi allenamenti esemplari, per ricordare all'Atalanta i precedenti. Solo una volta su quattro abbiamo perso, ed è stata l'ultima, in casa loro. Nella stagione 2013/2014 due vittorie su due (con doppietta di Sansone nella gara di ritorno), mentre nel secondo anno di Serie A, la partita di andata finì 0-0. 

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