Calciomercato.com

  • Sassuolomania: giusto fischiare

    Sassuolomania: giusto fischiare

    • Luca Bedogni
    Un primo tempo come quello giocato ieri dal Sassuolo contro l'Udinese era da molto che non si vedeva al Mapei Stadium. Al di là dello 0-1 finale, dei tre punti -preziosissimi- persi, è stato il triste spettacolo visto nei primi quarantacinque minuti la cosa più deprimente. Giustissimi i fischi. Ma quali sono le ragioni di un'involuzione così evidente e inattesa?

    Quando tutti ci aspettavamo di prolungare la serie positiva dando continuità alla vittoria di Ferrara, quando era il momento di portare fieno in cascina in vista dei prossimi due impegni prima della sosta (Napoli e Milan), il Sassuolo di Bucchi ha toppato. C'è poca logica, in questo. Così come è inspiegabile e irrazionale il campionato insipido che stanno facendo molti dei protagonisti che col Sassuolo hanno raggiunto l' Europa.

    Berardi, Politano, Magnanelli, lo stesso Missiroli, forse il migliore di ieri, sono lontani dai giocatori che avevamo imparato ad apprezzare. Paiono svuotati, senza più obiettivi allettanti, tenuti vivi appena da una missioncina personale e/o collettiva (la salvezza..). In realtà hanno percepito chiaramente il freno a mano tirato dalla società. Inoltre, come non bastasse, eccezion fatta per Politano gli altri tre sono ancora alle prese con una sorta di convalescenza cronica. Gli infortuni subiti li hanno cambiati, rallentati. Non c'è più fluidità e velocità nel giro palla neroverde.

    Il principale fulcro del gioco, che è anche il capitano, ovvero Magnanelli, anche ieri era in affanno, in ritardo. Come in occasione della ripartenza fatale di Lasagna, da cui è nato il gol di Barak: da un suo (di Magnanelli) lancio ritardato, prevedibile e, per questo, contrastato, è partita la transizione. Più in generale, tornando a parlare della squadra, in una partita così fondamentale si cercavano giocate difficili, linee di passaggio azzardate, leziose, oppure al contrario vedevi un giocatore col pallone isolato dai suoi compagni, dunque poco aiutato, finire nella morsa preparata da quel vecchio volpone di Delneri. L'Udinese era compatta e ripartiva unita, cattiva, anche grazie a un riferimento importante davanti, mi riferisco a Perica. Noi giochicchiavamo senza meta, sempre più inoffensivi.

    Credo che molto dipenda dalla punta. Falcinelli non si trova e non è trovato dai compagni, Matri lo è un pizzico di più, tecnicamente funziona meglio, ma è piantato e poco incline al sacrificio. Servirebbe anche più umiltà, probabilmente, tipo quella messa in campo ieri dall'Udinese. Ora speriamo solo di non perdere la bussola incrociando il cammino di due big. 

    Altre Notizie