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  • Sassuolomania: il resto è Serie A (Juve compresa)

    Sassuolomania: il resto è Serie A (Juve compresa)

    • Luca Bedogni
    Se l’Atalanta aveva impressionato contro la Juve soprattutto nel primo quarto d’ora, durante Sassuolo-Juventus la squadra di De Zerbi ci ha lasciati a bocca aperta per i restanti 75 minuti. Esagero un po’, chiaramente, ma neanche troppo. Infatti la figura che ha fatto la Juve a Reggio Emilia è stata ancora più barbina. Ha del clamoroso la figura che hanno fatto. Si è rasentata la pena. Merito di un Sassuolo che, pur essendo entrato in campo con timore eccessivo, ha saputo scrollarsi di dosso ben presto i due gol subìti all’inizio (al 5’ Danilo e al 12’ Higuain) riaccendendosi di colpo.

    Perché il Sassuolo, dovete sapere, dopo la Lazio ha dominato anche la Signora. E meritava senza alcun dubbio di vincere, tanto che il 3-3 finale gli va stretto, molto stretto. Per gli increduli (immagino, tutti coloro che non hanno visto la partita), cito qualche numero a caso: possesso palla del 56%, 10 occasioni da gol a 8, 16 tiri contro 13, 7 parate di Szczesny contro le 2 di Consigli

    Vado avanti? Ovvio: nel secondo quarto del primo tempo, vale a dire dal minuto 16 al minuto 30, c’è stata una differenza imbarazzante per quel che riguarda il possesso. A fronte dei 5’08 neroverdi la Juve ha opposto solamente 1’51. Il che significa non averla mai vista. Sarri stava male a bordo campo, e al tempo stesso dava come l’impressione di provare a farsene una ragione, si sforzava di allenare una disfatta ideologica in atto. Eppure lo sapeva, l’aveva anche preannunciato nella conferenza stampa (“Ci sarà da soffrire in alcuni momenti…”). Ebbene, la realtà è stata di gran lunga peggiore. Il Sassuolo ha portato a spasso la Signora come e dove voleva.

    Ma non parliamo di condizione fisica, eh! In campo a un certo punto si vedeva chiaramente da una parte un’idea di gioco superiore, dall’altra la Juve. Il Sassuolo, molto semplicemente, le ha tolto il suo credo, proprio come aveva fatto sabato sera l’Atalanta.

    Emblematico il duello fra Pjanic e Locatelli: il bosniaco ha giocato 47 palloni e completato 32 passaggi, l’italiano ben 103 palloni, con 91 passaggi riusciti. La prestazione di Pjanic potrà rendere felice un fantallenatore (per via dei due assist), ma non Sarri di certo. Al contrario questo Locatelli è motivo di vanto per De Zerbi. Anche se in realtà la differenza vera non va ricercata nel singolo.

    La Juve ha fatto pena contro Atalanta e Sassuolo per contrasto, perché ha incontrato due collettivi veri, pensati, costruiti e allenati per fare calcio di qualità. Senza compromessi. È iniziata forse una nuova era in Italia? Dopo aver visto Juventus-Atalanta e Sassuolo-Juventus, vien da dire di sì. Una cosa è certa: Gasperini e De Zerbi sono di un altro pianeta. Il resto è Serie A (Juve compresa).   
     

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