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  • Sassuolomania: la 'veloce' di Berardi

    Sassuolomania: la 'veloce' di Berardi

    Caratteristica della pallavolo è una giocata sensazionale che difficilmente troviamo riprodotta, mutatis mutandis, negli altri sport. Sto parlando dell'attacco di "primo tempo", altrimenti noto, o forse ancora più noto come "la veloce". E' una schiacciata evoluta, nobilitata, particolarmente difficile perché necessita della riuscita simultanea e armoniosa di tanti movimenti. E' un'astuzia, un inganno: uno schema. E serve a rubare il tempo al muro difensivo degli avversari.

    Tra l'alzatore e lo schiacciatore deve instaurarsi, in un attimo, una complicità muta, mentre il ricevitore addomestica l'attacco avversario. L'importanza della coda dell'occhio. Bisogna staccare da terra in modo tale da anticipare l'alzata, ossia da trovarsi già in volo mentre il pallone sta salendo, appena al di sopra della rete. A quel punto la forza non conta più, conta appunto la velocità di esecuzione. Come nel gol di Berardi.

    Ecco uno degli esempi migliori di trasposizione calcistica di un gesto tecnico tipico del volley; una vera traduzione d'autore. Che Berardi sia poi consapevole o meno di tutto questo, non importa, le analogie le vede quasi sempre e quasi solo chi osserva. Lo schema su calcio d'angolo che ha portato al pareggio il Sassuolo contro l'Empoli nasce in allenamento, dove si costruiscono e si allenano queste complicità, questi inganni.

    Tre tocchi; Sansone, Cannavaro, Berardi. Continuando la metafora, "ricezione", "alzata" e "schiacciata". Perché una "veloce" venga bene, infatti, tutti sanno che la ricezione, in primo luogo, deve essere perfetta, deve cioè consentire ai due protagonisti principali dell'azione (in questo caso Cannavaro e Berardi, assist-man e realizzatore), di sincronizzarsi in pochi istanti, a partire da una certezza. Bravo Sansone, dunque, che dalla bandierina ha saputo pescare con un passaggio forte e imprevedibile Cannavaro. Certo, non si tratterebbe proprio di una "ricezione", ma di una palla inattiva, che tuttavia, per un calciatore, è comunque una situazione equivalente o quantomeno ideale per principiare uno schema. Il tocco dell'alzatore Cannavaro -non so quanto volontariamente alzatore, nel senso che il pallone, forse, sarebbe dovuto arrivare a Berardi rasoterra- è stato fortunatamente preciso, oltreché veloce. Direi altrettanto perfetto, a posteriori. Un metro più in là, e partiva il contropiede dell'Empoli. Il culmine, l'esecuzione incomparabile e indescrivibile di Berardi, la "veloce" vincente, al volo di sinistro. Ora vi chiedo, amici neroverdi: dopo un gol così, pensavate di perdere o pareggiare ancora?  

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