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  • Sassuolomania: la viola di Sousa al Mapei Stadium

    Sassuolomania: la viola di Sousa al Mapei Stadium

    Stasera, la viola. La viola di Sousa. La squadra che, anche senza andare a controllare le statistiche, diremmo tutti la regina del possesso palla nel campionato italiano di quest'anno. Ben 32'17'' per partita. Il Sassuolo ne fa "soltanto" 23'51'', per darvi un'idea. Stavolta però, non voglio tormentarvi con dei dati, vorrei anzi parlarvi del modulo dei toscani, di alcuni dei suoi interpreti, e infine delle difficoltà che i neroverdi potrebbero incontrare contro questo sistema di gioco. Lo farò avvalendomi anche di una risposta che Tramezzani, in un corso per osservatori organizzato dalla Cataliotti Football Workshop, mi ha dato ieri mattina.

    Come gioca Sousa? Si capiva già dall'amichevole pre-stagionale contro il Barcellona che questa Fiorentina era nuova, ed era nuovamente bella. Poi in questa prima fase del campionato appena un dubbio, qualche insofferenza ingiustificata a minacciare il progetto. Ora, invece, ora che i frutti di Sousa li hanno visti tutti, ci troviamo di fronte una squadra entusiasmante, forte del suo credo calcistico. Ultimamente giocano con un 3-4-2-1. E' la novità del portoghese, il suo marchio. A memoria, infatti, non ricordo un modulo del genere. E' un mix, se ci pensate, tra l'albero di Natale di Ancelotti (4-3-2-1) e il 3-4-3 di Gasperini. E' bastato trasformare i due esterni del secondo in due trequartisti, senza preoccuparsi poi di bilanciare l'assetto, come faceva Carletto, con una solida difesa a 4. Si pressa alto, braccando i centrocampisti avversari da ogni lato.

    Quei due si chiamano Ilicic e Valero, e sono il Tiro e il Passaggio, a sostegno di Kalinic, l'attaccante minimalista: gli basta un tocco, il resto è smarcamento. Fenomenali nella loro essenzialità, due-tocchisti convinti, Vecino e Badelj sono il metronomo della squadra. Mai leziosi, all'occorrenza interrompono il gioco avversario con sapiente crudeltà. Sugli esterni: Alonso, mancino, a sinistra, Bernardeschi, diversamente mancino, sulla destra. Semplice: il Cross e il Taglio. Alonso ha doti atletiche da supereroe della Marvel, mentre Bernardeschi, benché il suo ciuffo mi ricordi una giovane comparsa in uniforme nazista, in un film sul nazismo, è talento puro predisposto al sacrificio.

    Mi viene in mente l'azione del primo gol della Fiorentina contro il Basilea, giovedì scorso: palla a Valero sulla trequarti destra, intuizione per il taglio inaspettato di Bernardeschi, Ilicic a far da esca sulla linea dei difensori avversari. Per il Sassuolo, uno dei problemi allora sarà questo: come presidiare le zone ai lati di Magnanelli, nelle quali agiranno Valero e Ilicic, teoricamente indisturbati? Abbassare troppo le nostre due mezzali non significherebbe forse concedere troppo a Badelj e Vecino? I nostri Duncan e Missiroli rischiano di essere presi in mezzo.

    Queste stesse domande le ho poste ieri, come vi dicevo, a Paolo Tramezzani, vice-allenatore dell'Albania. Vi ricordo che l'ex giocatore dell'Inter, oltre ad essere stato compagno di squadra di Di Francesco nella Lucchese e nel Piacenza, giovedì scorso era presente al Ricci, per "studiare" il collega e  scambiare con lui qualche parere. Aggiungiamo anche che la sua Albania, sua e di De Biasi, adotta il 4-5-1, un modulo che somiglia al 4-3-3 di Di Francesco quando è in fase di ripiegamento. Ecco la sua risposta: "Sai meglio di me che Eusebio non cambierà il suo atteggiamento, non sceglierà di giocarsela a uomo come farebbe presumibilmente Gasperini, che in questo è un maestro. Più che a Valero, bisognerà fare molta attenzione a Ilicic e Kalinic. Il problema è che sono un po' come il Barcellona, lo spazio lo trovano comunque. Detto questo, mi sembra che la soluzione non possa essere che questa; difensori alti e centrocampo stretto, provando a tenere gli esterni alti e larghi per aprire la difesa a tre della Fiorentina".

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