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  • Sassuolomania: Lazio-Sassuolo? Raccontiamola bene

    Sassuolomania: Lazio-Sassuolo? Raccontiamola bene

    • Luca Bedogni
    Trovo le dichiarazioni di Simone Inzaghi nel post Lazio-Sassuolo molto capziose. In sintesi, c'era un rigore per la Lazio (si riferiva al tocco di mano di Peluso sullo 0-0), poi non si aspettava un Sassuolo schierato così, con cinque difensori. In questi casi bisogna considerare non solo il punto di vista parziale, ma anche e soprattutto le omissioni.

    Inzaghi non ha parlato del fuorigioco di Lulic sul primo gol, né tantomeno della manina di Basta nel secondo tempo, ben più volontaria e vistosa di quella di Peluso (uno appoggia la mano in scivolata, le distanze sono ravvicinatissime, l'arbitro di porta è lì sopra e valuta; l'altro salta per colpire di testa, non ci arriva, e allora allunga la manina per aria).

    Veniamo ora al punto di vista parziale che ha prodotto la dichiarazione apparentemente più veritiera e condivisibile: il Sassuolo all'Olimpico con 5 difensori. Perché Inzaghi non dice difesa a tre? Non era quello del Sassuolo un 3-5-2? In fase di possesso io ho visto Lirola e Dell'Orco, i due terzini/esterni, puntualmente all'altezza dei centrocampisti, se non oltre. Normale si abbassassero in fase difensiva, lo fanno pure quelli della Juve..  Avesse messo il pullman davanti alla porta, Di Francesco, capirei, ma il primo tempo è finito con occasioni da entrambe le parti, e anzi, 4 tiri in porta per il Sassuolo e 3 della Lazio; nel secondo poi, subito dopo il doppio vantaggio Lulic-Immobile, l'ingresso di Matri ha riportato i neroverdi al 4-3-3, con statistiche finali che dicono che Lazio e Sassuolo hanno tirato complessivamente 12 volte per parte, e che il Sassuolo ha avuto addirittura più occasioni da gol (12 vs 10). Insomma, sostenere semplicemente che la squadra di Di Francesco si è presentata all'Olimpico con una difesa a cinque, equivale a misconoscere i meriti e la prestazione dell'avversario, riportando neanche mezza, ma un quarto di verità. Non è il massimo del fair play.

    Inoltre questo Sassuolo, lo sanno tutti, se ha giocato col 3-5-2 dall'inizio è stato anche per fronteggiare una situazione infortuni curiosamente abnorme. Ieri Cannavaro non c'era, Antei il suo sostituto non c'era, Berardi non c'era, Duncan non era al massimo (a proposito, nel finale è uscito zoppicando, toccato duro alla caviglia), Missiroli non si sa che fine abbia fatto.. Il risultato è che Di Francesco ormai è disperato, e non sa più cosa rispondere alle domande legittime di chi chiede chiarezza.

    Per risolvere il problema ha provato due nuovi moduli nel giro di una sola settimana (4-2-3-1 contro la Roma, 3-5-2 contro la Lazio). Scelte sagge e sintomatiche, più di così non si poteva fare. Saggio è stato giocare a tre in difesa con Lirola e Dell'Orco su Keita e Anderson, in modo da una parte da isolare Immobile al centro, stretto tra i tre centrali, dall'altra da avere sempre la copertura pronta (con Peluso e Terranova), nel caso Anderson e Keita sfuggissero ai loro marcatori diretti. Scelta sintomatica però perché rivela come Di Francesco non stia apprezzando molto l'apporto di Ragusa e Ricci: per la seconda volta dietro fila preferisce adottare una soluzione alternativa, addirittura estranea al suo credo (col 3-5-2, mai visto finora, ha rinnegato provvisoriamente le tre punte), pur di non farli partire dal primo minuto. Se poi Ragusa sale, non salta l'uomo una volta, e alla fine si mangia pure un gol già fatto, il gol del pareggio meritato, allora si sta assicurando la panchina a vita, almeno finché resta a Sassuolo.

    Delle quattro o cinque cose notevoli che rimangono da sottolineare (il debutto di Dell'Orco, il ritorno di Terranova, Sensi davanti alla difesa, il quinto gol di Defrel in campionato, il secondo assist consecutivo di Politano), ne approfondirò soltanto due per concludere.

    Il debutto di Dell'Orco: è sempre difficile partire titolare all'Olimpico per uno che non è mai stato in Serie A. Lo è ancor di più se questo avviene all'undicesima giornata, senza aver mai fatto un minuto dico uno, fino a quel momento. L'ex Novara non si è comportato male, a parte qualche infilata nel primo tempo con palla tra lui e Peluso. In occasione dei due gol subiti, sembrerebbero entrambi colpa sua, invece solo nel secondo lo è. A mio avviso infatti (e al di là del fuorigioco netto) sul cross basso di Keita doveva uscire prima Peluso, visto che Dell'Orco era andato ad aggredire il pallone in uscita dal suo lato, dopo una respinta dall' area di Pellegrini. Nel raddoppio invece ha delle responsabilità: sua era la supervisione del secondo palo sul calcio d'angolo incriminato, proprio là dove stazionava un certo Immobile. Invece di abbassarsi sulla linea di porta al momento del colpo di testa che ha prolungato il pallone sui piedi dell'attaccante della Lazio, avrebbe dovuto mantenere la posizione di partenza, impedendogli di calciare da solo e con facilità. Così facendo ha macchiato un debutto più che dignitoso.

    Quanto a Sensi, sarò breve: Di Francesco nella conferenza stampa pre-Roma aveva detto che Stefano non era ancora pronto (tatticamente e mentalmente) per giocare davanti alla difesa, al posto di Magnanelli. Va bene la necessità, ma una smentita così rapida nasconde altro: si trattava di una semplicissima, paterna, tirata d'orecchie dopo un Bologna-Sassuolo opaco. Certo che può, guardate solo i numeri della sua partita di ieri (8 falli subiti, 83 % di passaggi riusciti, cioè 49 su 59, 2 tiri in porta, 2 palle recuperate, più 2 salvataggi preziosi). Almeno in quel ruolo, considerata anche l'ascesa di Pellegrini (che palla era, quella  per Ragusa!), il Sassuolo può dirsi ben coperto. Avanti così che i risultati verranno. Speriamo già contro il Rapid, in casa, questo giovedì, ma soprattutto domenica contro l'Atalanta.  

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