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Sassuolomania: Magna day

Sassuolomania: Magna day

Luglio 2005, la Sangiovannese, allora in Serie C1, scarica Francesco Magnanelli al Sassuolo, Serie C2, dopo un'annata indecifrabile, fatta di sole sette presenze e zero gol.

Cambierà tutto per Francesco, tranne quest'ultimo dato,
che si ripresenterà con una certa sintomatica intermittenza; ad esempio nel primo anno di C2, nei primi due di B e nel quarto, in fine nel primo di Serie A. Sempre a zero. L'eccezione, le due reti nella stagione 2010-2011, terzo anno di serie cadetta. Per il resto il capitano ha viaggiato a un gollettino l'anno, ogni C1 neroverde, così come nell'ultimo di B. I numeri non hanno mai parlato così male come in questo caso.

Meglio, a un giocatore come Magnanelli non si chiede di segnare, non è Vieira e nemmeno Pirlo. Eppure è un vincente, e la fascia di capitano, i dieci anni a luglio e le tre promozioni lo dimostrano. Ha attraversato quattro categorie con una sola maglia, perfezionando via via le sue doti tecniche e schermando sempre  ottimamente la difesa, fino a diventare il fulcro del centrocampo di Di Francesco in queste ultime tre stagioni fantastiche.

Il primo anno in A, niente da fare: Magnanelli conclude a zero. Quest'anno che la storia sembrava ripetersi, il Magna day è arrivato la penultima di campionato, contro l'Udinese, nel giorno del suo rientro da titolare. Chi poteva firmare un nuovo record, la terza vittoria consecutiva del Sassuolo nella massima serie, se non lui?

Aveva sfiorato il gol contro il Verona, in casa, colpendo una traversa memorabile sotto la Sud, con un gran tiro dalla distanza. Questa volta invece il pallone è entrato, si è insaccato alla destra di Scuffet. L'assist di Berardi, un retropassaggio sporco, a mezza strada tra il capitano che, non inquadrato, poi inquadrato, sopraggiungeva a rimorchio, dalla C2, e la chiusura in scivolata di un avversario bianconero. Magnanelli è arrivato in anticipo, sfuggendo a quel tackle per un soffio, quel tanto da incrociarla di prima sul palo opposto, in caduta. Poi la gioia, e un'esultanza dalla forma incomprensibile; sollevato da tergo da un compagno, allarga le gambe in aria e sorride. Che roba è questa? Goffa, no? Sembrava un parto. 

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