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  • Sassuolomania: se arriva Nagelsmann De Zerbi perde un primato ma trova un fratello. Ecco cosa li accomuna

    Sassuolomania: se arriva Nagelsmann De Zerbi perde un primato ma trova un fratello. Ecco cosa li accomuna

    • Luca Bedogni
    Cade un primato. Se nella prossima stagione dovesse arrivare Nagelsmann al Milan tramite Ralf Rangnick (da giorni La Gazzetta dello Sport lancia questa ipotesi), Roberto De Zerbi perderebbe il primato di allenatore più giovane della Serie A. La soglia attuale sono infatti i quarant’anni, ovvero l’età del mister del Sassuolo, che per la verità si avvicina ormai ai quarantuno (li compie il 6 giugno). Nagelsmann ne ha soltanto trentadue, e si può star certi che ovunque vada rubi questo primato a qualcuno. È l’allenatore più giovane d’ Europa.

    Vero, in Italia la maggior parte sono sotto i cinquanta: c’è Gattuso a quarantadue, il gruppo dei quarantaquattrenni (Inzaghi, Juric, D’Aversa, Liverani, Longo), Diego Lopez a quarantacinque, Nicola e Fonseca a quarantasette e Di Biagio a quarantotto. Nessuno però, come avviene in altri paesi, ad esempio in Olanda col Twente di Gonzalo Garcia (trentasei anni) o in Francia nell’Amiens di Luka Elsner (trentasette) o ancora in Russia nel Krasnodar terzo in classifica di Musaev (trentasei), appare sotto la soglia fatidica. A inizio 2018 faceva compagnia a De Zerbi (e gli rubava il primato) Julio Velazquez dell’Udinese (oggi ha trentotto anni). Ma lo spagnolo non ha fatto bene qui da noi, ed è stato subito mandato via. L’Italia è anche un po’ strana, e questa cosa dell’età può persino ingannare se si pensa che uno dei più ‘anziani’ è Gasperini (sessantadue), non certo un conservatore.

    Età e idee non sono inversamente proporzionali. O per lo meno non sempre. Certo è che Nagelsmann, dovesse arrivare al Milan, porterebbe senza dubbio una ventata fresca di innovazione. E De Zerbi sarebbe un po’ meno solo. Predicherebbe meno nel deserto.

    Questi due allenatori infatti hanno altri punti in comune oltre alla giovane età. In una vecchia intervista ricordo di aver letto il nome del tedesco tra gli allenatori seguiti con piacere e attenzione dal mister del Sassuolo. Entrambi hanno nel sangue la lezione di Guardiola. Un vero e proprio punto di riferimento. De Zerbi, a suo tempo, andò a Monaco per seguire gli allenamenti del Bayern di Pep, oggi Nagelsmann si dice scriva delle mail a Guardiola, giusto per confrontarsi e condividere il proprio lavoro. I metodi e lo stile di entrambi dunque si rifanno a una matrice comune. Guardando giocare le loro squadre si impara a trascendere i sistemi di gioco, a pensare calcio per princìpi. Il primo Sassuolo di De Zerbi era camaleontico tanto quanto l’attuale Lipsia di Julian. Una giornata la difesa a tre, un’altra la difesa a quattro, a seconda dell’avversario e della strategia escogitata per l’occasione. E poi lavorano da dio coi giovani, li migliorano, e soprattutto hanno una calma ambizione.

    A dispetto dell’età, non hanno fretta, sanno che bruciarsi è un attimo. Perciò Nagelsmann rifiutò un colloquio conoscitivo con il Real (“Non è ancora il momento”), e per questo stesso motivo De Zerbi è rimasto e rimarrà a Sassuolo anche quest’anno, nonostante il suo nome sia accostato continuamente a diverse big. 

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