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  • Sassuolomania: un futuro grigio

    Sassuolomania: un futuro grigio

    • Andrea Melli
     
    Vada per l’attenzione difensiva, per l’essere prudenti, ma l’atteggiamento in fase di proposizione visto a San Siro, lascia più di una perplessità. Non ci sono scorciatoie per raggiungere la salvezza, se non quella di provare a giocare un calciopropositivo – che non significa assaltare all’arma bianca -, cercando di impensierire e quindi di fare male all’avversario.

    La differenza tra lo 0-7 dell’andata, quando il Sassuolo era alla quarta della sua storia in massima serie e l’1-0 di domenica sera, sta sostanzialmente nei numeri: chiaro a tutti come il ko non sia stato umiliante come quello dello scorso 22 settembre, ma punti portati a casa sempre 0. Si sperava che Alberto Malesani, ben sapendo che il veronese non aveva la bacchetta magica, potesse invertire un trend che negli ultimi tempi si era fatto negativo.

    Soli tre giorni per preparare la gara con l’Hellas, una settimana piena prima dell’Inter, ma il problema di una squadra che visto lo stravolgimento di gennaio si conosce ancora troppo poco, resta marchiato e tempo per sopperire alla lacuna non ve n’è. Occorreva una scossa si diceva ed invece non è arrivata.

    E il non aver preso nemmeno un’ammonizione a Milano, sintetizza alla perfezione quanto poco pugnace sia stato il Sassuolo del “Meazza”.Non bastasse la contingenza, nemmeno il calendario aiuta. Napoli e la Lazio, sulla carta altre due gare segnate, fanno estremamente paura. Ancor di più se non si proverà ad osare qualcosa di più, cercando magari di dar maggiore appoggio sia a Floccari “dimenticato” dagli altri compagni, che a Berardi penalizzato dal 3-5-2, ed ultimamente anche troppo lezioso.

    L’errore, che ha origini lontane e non ha certo il “colpevole” in Malesani ora come in Di Francesco prima, è stato mettergli sulle spalle un carico di responsabilità troppo gravoso per un 19enne quale è. Lo si paga adesso, per un conto salatissimo.
     

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