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Sassuolomania: giocare un tempo non basta

Sassuolomania: giocare un tempo non basta

Istintivamente, a fine gara, ho cercato di rielaborare il rigore fallito da Berardi e il conseguente raddoppio degli ospiti, rivolgendomi a due colleghi: "Comunque, un tempo a testa, dài..". Uno dei due, tra parentesi un tifoso della Roma, ci ha tenuto a ricordarmi il numero di occasioni dei giallorossi, aggiungendo che le sostituzioni di De Rossi e Pjanic per infortunio avevano certamente condizionato l'andamento della partita. La Roma del secondo tempo, secondo lui, sarebbe calata nel palleggio soprattutto per questi due fatti. Poi, in verità, tra un'azione e l'altra diceva anche che la Roma non regge psicologicamente, che tende a perdere con troppa facilità quel che di buono costruisce. E che da un punto di vista fisico, inoltre, non sta attraversando certo il suo miglior periodo.

Aveva ragione, la sconfitta del Sassuolo tutto sommato è stata meritata, ma forse -aggiungo io- meno di quanto si possa pensare a una prima impressione. Non è la quantità (4 vs 5 per la Roma) di occasioni da gol che ha fatto la differenza, bensì la qualità. Più clamorose senza dubbio, quelle giallorosse, specialmente quella di Maicon nel primo tempo e quel vis-à-vis tra Consigli e Salah nel secondo. Potevano  chiudere la partita almeno due volte, verissimo. A quel punto non sarebbe bastato neanche il rigore nel finale.

Eppure, la sensazione che nella ripresa il Sassuolo avrebbe cambiato  atteggiamento, anzi, la certezza che sarebbe andata così, io ce l' avevo. E così è stato. Statistiche alla mano, infatti, i neroverdi tengono testa alla Roma praticamente su ogni voce. Dove difettano, dove emergono i limiti della formazione di Di Francesco è nelle palle perse (33 vs 17), nel numero di passaggi sbagliati (29 vs 19) e nelle palle recuperate (12 vs 22). E questo avviene quando il centrocampo, il reparto maggiormente addetto alla cura di questi aspetti del gioco, offre una prestazione non all'altezza delle aspettative, vuoi perché la giornata è storta, vuoi perché il Missile fuori alla lunga si paga.

Spiccano, in negativo, i 7 palloni persi da Duncan, che uniti ai 3 di Biondini e ai 3 di Magnanelli, stanno ad indicare la fatica fatta, almeno nel primo tempo, in fase di impostazione. Nemmeno l'interdizione ha poi funzionato, considerando che Duncan ha recuperato solo un pallone e Biondini due. Per due giocatori di corsa mi sembra poco. Merito della Roma, si dirà, e va bene, ma anche di un Sassuolo un po' troppo lungo e a vuoto nel pressing. Tant'è vero che a un certo punto, per dare una scossa ai suoi compagni più avanzati, compreso un intimidito Trotta, s'è visto il capitano uscire altissimo in pressione fino all'area di rigore avversaria. Un segnale di personalità, in un momento delicato, da grande, grandissimo capitano.

Esordio da titolare difficile per Trotta; inutile cercare di salvare una prestazione citando un tiro al 38' o qualche buona apertura di prima. Per ora è poco, rischia di finire subito dietro a Falcinelli. Usciti di scena Floccari e Floro Flores, lì davanti serve più convinzione, più fame. Si salvano invece Sansone (moto perpetuo) e Politano (sempre reattivo), mentre a Berardi diciamo bravo, il tiro del primo tempo è stato notevole e quello del secondo altrettanto. Bravo, ma un rigore al 87' non si calcia all'incrocio.

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