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  • Sassuolomania: vi è piaciuto il nuovo modulo?

    Sassuolomania: vi è piaciuto il nuovo modulo?

    • Luca Bedogni
    Quando due avversari si temono, si attraggono; e spesso finiscono per trasformarsi l'uno nell'altro. E' quello che è successo ieri sera al Mapei Stadium tra Eusebio Di Francesco, Luciano Spalletti e le loro rispettive squadre. Così Di Francesco ha fatto lo Spalletti schierando dal primo minuto un 4-2-3-1, mentre Spalletti ha fatto il Di Francesco virando verso il 4-3-3 nella ripresa.

    In un caso è stata la necessità e l'ingegno, l'infortunio di Magnanelli e la voglia di far saltare l'impostazione dal basso della Roma, nell'altro è stata la saggezza: il tecnico toscano vede le difficoltà create dalla posizione tra le linee di Defrel, sempre un po' troppo alle spalle di De Rossi e Strootman, ma pur sempre distante da Manolas e Fazio, così decide di abbassare il suo capitano davanti alla difesa e di conseguenza Nainggolan mezzala. Un tempo a testa, checché ne dicano il numero di occasioni da gol a fine gara (16 per la Roma, 7 per il Sassuolo) e quello dei tiri in porta (10 Roma, 3 Sassuolo).

    Al Ricci, nella conferenza stampa della vigilia si era parlato di un possibile cambio di modulo. I giornalisti e lo stesso tecnico neroverde rimandavano al 4-2-4 visto spesso in corso d'opera, dal ritiro di Malles al Dall'Ara, quest'ultima domenica. Non era pre-tattica, perché a ben vedere il 4-2-3-1 utilizzato da Di Francesco non è stato altro che una versione più accorta del 4-2-4. Dirò di più: nella partita di ieri il Sassuolo del primo tempo era così duttile da mutar pelle continuamente, a seconda delle situazioni di gioco. Si passava in un attimo da un 4-2-3-1 a un 4-2-4, e dal 4-2-4 al 4-4-2: dipendeva dalle fasi.

    La certezza era data al centro del campo dai due pilastri, Mazzitelli e Pellegrini (fantastici), il resto, davanti e accanto a loro, era variabile, dinamico, cangiante. L'impiego di due mediani tanto giovani, chiavi in mano, senza alcuna supervisione (Biondini in panca, Duncan in panca), potrebbe avervi sorpreso. A me no, io ci speravo, anche se non pensavo che Di Francesco arrivasse a tanta spregiudicatezza. Avevo azzeccato la mediana (Biondini aveva dato tutto a Bologna, Mazzitelli invece era fresco e veniva da una buona prestazione col Rapid), intuito un possibile utilizzo di Gazzola al posto di Lirola (da quella parte il mister temeva El Shaarawy, aveva bisogno di un terzino bloccato), ma confesso di non essere arrivato ad Adjapong, la vera mossa tattica della partita (che peraltro avevamo visto anche a Milano). 

    Obiettivo? Fermare Florenzi. Il "bello de nonna" si presentava al Mapei con all'attivo 9 tiri totali in campionato e 7 assist: non proprio un terzino, ma un attaccante aggiunto, dunque un problema. Specie se nella stessa catena c'è uno come Salah. E nel primo tempo Adjapong c'era riuscito, era stato proprio bravo. Al di là di alcune sbavature e di un clamoroso gol mangiato, il giovane neroverde  s'è fatto valere, e la sua agilità, la sua resistenza e la sua velocità hanno fatto soffrire Florenzi costringendolo a ripiegare più di una volta. E' già la seconda partita contro una grande che Di Francesco esclude Ricci e Ragusa, preferendo al loro contributo tecnico la spinta e il contenimento di Adjapong. Una soluzione interessante, di prospettiva, ma che sa un po' di ripiego. Continuiamo ad attendere Berardi.

    Di Defrel, uno dei migliore in campo, oggi non parlo, anche se ci sarebbe molto da dire sulle nuove prospettive che si aprono a partire da questa prestazione. E se Di Francesco cominciasse a usare il 4-2-3-1 un po' di più? Politano, Defrel e Berardi alle spalle di Matri non sarebbe male.. D'altro canto questo bloccherebbe dietro le mezzali d'inserimento che il mister ha a disposizione (Duncan, Missiroli, Sensi, Pellegrini, Mazzitelli), limitandone le qualità. Pro e contro, come sempre. Matri? Matri sta crescendo, cominciano a vedersi aperture di qualità, ma è comunque sempre il primo a fermarsi dopo un'azione, ha pochissima benzina. Fa ancora effetto vederlo nel Sassuolo, una delle squadre dove è più evidente la partecipazione alla fase difensiva di tutti i suoi componenti.

    Una menzione conclusiva e particolare va a Cannavaro, eroe nel primo tempo. Peccato poi che tra lui e Gazzola si sia infilato uno come Dzeko, in occasione del pareggio della Roma. Qui il capocannoniere della Serie A è bravissimo ad aprirsi tra terzino e centrale, mostrando il corridoio a Salah. Due giocate da campioni, alla massima velocità. E' qui che è cambiata la partita secondo me, quando il Sassuolo ha ceduto all'eccellenza della Roma, che premeva e premeva. Non con l'ingenuità di Lirola. Gravissima ingenuità, d'accordo, ma il Sassuolo era ormai calato e aveva perso la sicurezza del vantaggio. Sarebbe stata solo questione di minuti, era cambiato il vento.  

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