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  • Sceicchi e Ranking europeo: l'Italia rischia la rimonta anche della Francia!

    Sceicchi e Ranking europeo: l'Italia rischia la rimonta anche della Francia!

    • Antonio Moschella

    Crisi economica e crisi energetica vanno di pari passo, si sa, soprattutto quando il nuclerare non da certezze e le rinnovabili necessitano di un investimento massiccio alla base. In questi casi il petrolio continua a fare la parte del leone, tanto nel circuito dell’economia mondiale come nel calcio. La tendenza attuale è lo straripante potere degli sceicchi di turno che scelgono una squadra come un empresario sceglierebbe un terreno edificabile da bonificare e la risanano. Al fenomeno Malaga in Spagna e a quello City in Inghilterra si è da poco aggiunto il Paris Saint Germain in Francia.

    Il club parigino, con un pedigree poco ricco per essere la rappresentante di una capitale, dopo anni di piazzamenti mediocri e di investimenti moderati si riaffaccia al grande palcoscenico, almeno sulla carta. I nuovi proprietari, gli sceicchi della Qatar Investiment Authority hanno dato carta bianca per gli acquisti di Sissoko (Juve), Menez (Roma) e gli ormai ex-parlermitani Sirigu e Pastore. Tutti acquisti di livello, giocatori di spessore e habitué dei palcoscenici internazionali.

    L’impotenza del calcio italiano si riflette attraverso il fenomeno degli sceicchi spendaccioni: non solo il Palermo non poteva trattenere Pastore, uno che ancora deve dimostrare la continuità e l’autorità proprie del campione affermato, ma né il Milan né l’Inter potevano permettersi di ingaggiarlo. Il calcio italiano è in crisi e tale problema non è imputabile solo alla elevata tassazione fiscale ma, soprattutto, all’assenza di stadi di proprietà e ai mancati ricavati potenziali del merchandising. Non è strano, dunque, che a nessun sceicco passi per la testa rilevare un club e puntarci su milioni di petrodollari. Gli addii di Sanchez e Pastore, dopo quello di Kakà, denuncia un malessere globale del prodotto calcistico nostrano.

    L’esempio della Juve è da seguire: puntare su uno stadio proprio riducendo i posti a sedere ma ampliando i ricavi potrebbe essere una soluzione. Nel frattempo il mercato al risparmio del Milan campione d’Italia e della corazzata Inter rappresentano l’ennesimo campanello dall’allarme. In una Serie A che si rinnova poco e colpevolmente si piange addosso senza puntare nemmeno sul vivaio, solo Lazio, Napoli e Roma hanno investito in maniera decisa.

    Da settembre in avanti si ripartirà consapevoli di dover recuperare il quarto posto Champions che la Germania ci ha giustamente sottratto. Il margine sulla Francia è ancora ampio, ma la Ligue 1 sembra aver messo la freccia e la Serie A dovrà guardarsi alle spalle per evitare ulteriori sorprese…


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