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Schubert, da allenatore per caso a mago di Mönchengladbach

Schubert, da allenatore per caso a mago di Mönchengladbach

Quando arrivò sulla panchina del Burussia Mönchengladbach, lo scorso 21 settembre, Andre Schubert aveva ben chiaro il suo ruolo: allenatore ad interim, in attesa che la società trovasse sul mercato un nuovo tecnico, contattato solamente per colmare il vuoto lasciato dopo le dimissioni di Lucien Favre, che nelle prime sei uscite stagionali dei tedeschi (5 in campionato, una in Champions League) collezionò il poco invidiabile score di sei sconfitte. Schubert, al tempo allenatore delle giovanili del club, accettò senza battere ciglio, forse anche per riconoscenza verso una società che lo aveva chiamato dopo la fine del suo periodo alla guida della nazionale tedesca Under 15. L'esordio sulla panchina della prima squadra, per Schubert, non poteva andare meglio: 4-2 sull'Augsburg, prima vittoria per il Borussia Mönchengladbach, e prima soddisfazione per il neo tecnico. Che da lì in poi non si è più fermato, sia in Bundesliga che in Europa, guadagnandosi finalmente un meritatissimo contratto fino al 2017, arrivato solo pochi giorni fa, il 13 novembre, dopo aver ribaltato completamente la stagione dei tedeschi. In campionato, Schubert ha preso una squadra sfiduciata e ultima in classifica, e l'ha portata al quinto posto, a due sole lunghezze dalla terza, che vorrebbe dire Champions League diretta, grazie a sette vittorie e un pareggio in otto gare. In Europa, ha perso solo all'esordio contro il Manchester City, al termine di una gara rocambolesca, vinta dagli inglesi grazie a un rigore di Aguero a tempo scaduto. Poi, il doppio pareggio con la Juventus, prima del successo di ieri sul Siviglia che, a meno di clamorosi ribaltoni, sancisce l'uscita anticipata degli spagnoli dalle coppe europee. Risultati clamorosi, alla luce dell'inizio di stagione dei tedeschi, risultati ancor più eclatanti se si pensa che sono stati raggiunti da un allenatore che non doveva nemmeno sedersi su quella panchina.

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