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  • Scommesse: ai club di A può andare 1 miliardo l'anno (se in Lega cambia tutto)

    Scommesse: ai club di A può andare 1 miliardo l'anno (se in Lega cambia tutto)

    Il rapporto, riservato e confidenziale, circola sui tavoli dei principali club di serie A da qualche giorno. Si chiama semplicemente "Progetto Lega Serie A di Calcio". 

    Tradotto in soldoni: come rifondare la Confindustria del pallone che, dal marzo 2011, vive una situazione kafkiana e unica nell'intra Via Lattea. II presidente di Via Rosellini, Maurizo Beretta, si è dimesso perchè ha assunto un'importante incarico istituzionale in seno a Unicredit, azionista della Roma.

    Ciononostante, da un anno e tre mesi i presidenti di serie A non riescono a nominare un successore e quindi, hanno prorogato il mandato di Beretta sino al 30 giugno. Poichè è probabile che entro quella data i soliti noti non raggiungeranno un'intesa, se ne riparlerà a settembre.

    Intanto, le questioni di fondamentale importanza per il presente e per il futuro del calcio italiano continuano a dormire nei cassetti: i nuovi stadi da costruire perchè molti degli attuali sono obsoleti, fatiscenti, infrequentabili e sempre meno frequentati.

    Il nuovo contratto collettivo di lavoro della serie A è sempre in alto mare, dopo la farsa del 2011 che portò allo sciopero proclamato per la prima giornata, naturalmente recuperata dai milionari privilegiati del massimo torneo, il cui emolumento medio oscilla atorno ai 1.250 milioni di euro netti a stagione.

    E ancora: l'incapacità della Lega di promuovere il proprio marchio in Italia e all'estero, dove l'appeal della serie A è precipitato ai minimi storici, tant'è vero che Premier League, Bundesliga e Liga spagnola la fanno da padrone.

    C'è poi la gestione della pubblicità negli stadi, la riforma della Coppa Italia sistematicamente svillaneggiata dagli scienziati che ogni anno sfornano un calendario demenziale, calpestando anche gli spazi della Nazionale.

    Ma l'argomento che, sicuramente, in questi giorni ha catturato l'attenzione dei padrono del pallone si chiama scommesse e non soltanto in relazione al verminaio scoperchiato dai magistrati di Cremona, Bari e Napoli oltre alle condanne in quantità industriale inflitte dalla giustizia sportiva a club e tesserati.

    Lo studio per la riforma della Lega evidenzia che, se i club di serie A gestissero direttamente le scommesse legali, potrebbero incassare 1 miliardo di euro all'anno, tanto quanto le società incassano dai diritti televisivi. E' una fetta decisamente cospicua di proventi derivante dal mercato dei giochi e delle scommesse che nel 2011, in Italia ha raggiunto un valore assoluto di 80 miliardi di euro.

    "La cosa più importante e chiara anche per gli esperti del settore riguarda la tutela del nome, del logo, del marchio delle società di Serie A.- si legge nel rapporto riservato -  In questo momento non c'è assolutamente nesusn riconoscimento e ritorno, i club non ricevono royalties dirette e/o indirette, seppure la totalità delle società di scommesse ne utilizzi perlomeno il nome. Creare una società di Scommesse e Pronostici della Lega Serie A non procherà nesusn danno ad eventuali società sportive abbiano in corso contratti di sponsorship con marchi del settore scommesse".

    Il 70% delle scommesse sportive in Italia passa ancora attraverso boomaker non regolamentati o non registrati: se il circuito legale genera un volume d'affari intorno ai 4 miliardi di euro, il movimento complessivo di gioco è di circa 12 miliardi di euro. Parola di Chris Eaton, capo della sicurezza della Fifa, pronunciate durante un'intrvista rilasciata a fifa.com.

    Una nuova Lega, moderna ed efficiente, capace di diventare protagonista anche sul mercato delle scomesse legali, garantirebbe nuove risorse ai club, perenemente alla ricerca di ossigeno. Una nuova Lega, non il caravanserraglio attuale.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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