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  • Scommesse, Gheller: 'Carobbio mi ha rovinato la vita. Giustizia inverosimile'

    Scommesse, Gheller: 'Carobbio mi ha rovinato la vita. Giustizia inverosimile'

     

    Nella bufera del Calcioscommesse è finito qualche pesce grosso, tipo Antonio Conte, ma anche tantissimi "pesci piccoli" a cui, condanne alla mano, è stata rovinata la vita professionale e non. Tra questi c'èMavillo Gheller, ex difensore del Novara sentito in esclusiva daSportMediaset.it, condannato a 6 mesi di squalifica per "una sorta di conferma della combine" chiesta daCarobbio. Una condanna "ridicola e senza possibilità di difesa".

    Facendo un po' di ordine nella vicenda, Mavillo Gheller (difensore del Novara quel 3 aprile) è stato accusato dalla Procura federale di illecito sportivo per la presunta combine della partita col Siena. Gheller è stato tirato in ballo dal protagonista della faccenda, Filippo Carobbio, che ai procuratori dichiarò di aver parlato singolarmente con Mavillo (quel giorno destinato alla tribuna) poco prima dell'inizio del match, in campo, per chiedere al giocatore "una sorta di conferma" dell'accordo. La squalifica di sei mesi è arrivata per omessa denuncia. Una mazzata per chi, come lui e il suo amicoDrascek (squalificato 3 anni e 6 mesi) sostiene di non aver fatto nulla. Contratti terminati e carriera stroncata, anche per un eventuale futuro da allenatori. SportMediaset.it ha deciso di dare spazio anche alle loro voci, meno mediatiche, ma di pari se non maggiore dignità rispetto ai "pesci più grandi".

    Gheller, cos'è successo di preciso in questi mesi?

    "Sono stato messo in mezzo a questa storia da Filippo Carobbio. Lui dal dicembre 2011 al 10 luglio 2012 è stato sentito cinque volte dalla Procura e il mio nome è stato fatto solamente in due. Il 29 febbraio 2012 disse di aver parlato con me e Bertani prima della partita; il 17 aprile ribadì di aver chiesto una sorta di conferma a me e Bertani di un accordo che era già stato concluso. La Procura gli ha creduto e sulla base di una "sorta di conferma" sono stato accusato di illecito sportivo".

    La Commissione Disciplinare però l'ha condannata a sei mesi per omessa denuncia e non a 3 anni e 6 mesi per illecito.

    "Quella partita non la giocai, ero in tribuna. E per fortuna, mi viene da dire, perché se l'avessi giocata i 3 anni e 6 mesi non me li avrebbe tolti nessuno. E per cosa? Per una 'sorta di conferma' che nemmeno si sono sognati di chiedere in cosa consistesse, se ci fosse stata o cose così. Gli hanno creduto senza andare a fondo".

    Ma com'è possibile questa cosa?
    "Non lo so, è tutto molto ridicolo. Lo stesso Carobbio nelle accuse ci scagiona perché afferma di 'non sapere chi ha organizzato la combine e di aver solo partecipato'. Se non lo sa non poteva chiederci la conferma della stessa per non rischiare passi falsi. Invece afferma il contrario. Si contraddice. Anche il fatto di aver messo in mezzo l'amicizia di Drascek poi, è una cosa scandalosa".

    L'omessa denuncia di Conte per Novara-Siena 2-2 è caduta perché Carobbio non è stato ritenuto credibile per quella partita. Perché allora le vostre situazioni sono rimaste immutate?

    "Sinceramente è una cosa inspiegabile. Non riesco a capire se non vogliono far cadere tutto il caso o hanno paura di fare una brutta figura se la cosa dovesse sgonfiarsi. Sembrano quasi questioni personali, ma intanto ci andiamo di mezzo noi e le nostre vite. Non so perché Carobbio è visto così attendibile, come un pentito o uno che aiuta lo sport... so che leggendo gli atti, è lui stesso a scagionarmi contraddicendosi. E come me, molti altri. Io vengo accusato e condannato per tre righe di numero non verificate. Non so, ha ragione Conte: dovremmo davvero andare in giro con una telecamerina perché chiunque a questo punto può accusarci... tanto non verificano.... Perché avrei dovuto accordarmi di una cosa così in campo, davanti a tutti, e soprattutto con i procuratori federali a pochi passi? Sono lì apposta per queste cose. Possibile che loro non si siano accorti di nulla? Certo, perché non c'è stato nulla"

    Ma lei come ha potuto difendersi?

    "La Procura mi ha ascoltato 5 minuti, e dico 5 minuti d'orologio, l'8 marzo 2012. Mi sono presentato senza avvocato perché ho la coscienza a posto e ho risposto a tutte le loro domande in maniera chiara ed esaustiva. Ero tranquillissimo, poi il 27 luglio è arrivato il deferimento ed entro il 30 dello stesso mese avrei dovuto presentare le memorie difensive. In due giorni, per di più sabato e domenica, e senza avvocato visto che sia io che Drascek eravamo e siamo talmente convinti della nostra innocenza che avevamo dato per chiusa la questione".

    Per la vostra difesa solamente due giorni?

    "Esattamente. Mentre l'accusa ha avuto tempo tre mesi, noi in due giorni abbiamo preparato una memoria difensiva, grazie all'avvocato Sara Agostini che si è offerta di darci una mano, che portava '3mila' prove a nostro favore in grado di smontare le tesi dell'accusa. In primo grado non ci hanno tenuto in considerazione, in secondo ce le hanno rigirate contro. In più nel secondo grado abbiamo chiesto la proroga di 2 giorni per presentare le nostre memorie. Per concedercela ci hanno obbligato a fare richiesta di 8 cd masterizzati con tutte le audizioni a 850€. Una cosa incredibile che spiega come funziona questa giustizia sportiva... E' inverosimile. Mi dicono di difendermi ma poi quando ho chiesto le immagini televisive e altre forme di prova, mi sono state negate".

    L'altro giorno vi siete incontrati con l'Aic, com'è andato l'incontro?

    "Speravo in qualcosa di meglio, ci siamo sentiti abbandonati dalla nostra associazione. Abbiamo chiesto che venga fatto un contraddittorio e che venga rivista la giustizia sportiva. Ci è stato risposto che i procedimenti non possono essere cambiati in corso, ma non è così. Diciamo che cambiano le cose quando fa comodo. Non si sono sbilanciati dalla nostra parte, magari le cose verranno cambiate. Ma intanto perché pagare noi?"

    Lei ha risolto il contratto col Pavia, un danno enorme. Come andrà avanti questa storia?
    "Io sono positivo, anche se ero tranquillo anche nei primi due gradi e invece... Faremo ricorso al Tnas, che dovrebbe permettere una difesa più seria, sempre che ce lo facciano fare".

    In che senso "sempre che ce lo permettano"?

    "Nel senso che si può fare ricorso al Tnas solo dopo 15 giorni dalla sentenza. Ne sono passati all'incirca 20 e non ho ancora ricevuto gli atti. Né io né Drascek. Conte, e non è colpa sua ci mancherebbe, li ha ricevuto il giorno stesso. Intanto però il danno è fatto..."

    Oltre al contratto col Pavia, perderà qualcos'altro?
    "Al momento siamo in mezzo a una strada, la situazione è drammatica. Ma non sto parlando solo di soldi. Se anche volessi fare l'allenatore e prendere qualche patentino federale, non potrei. In caso di squalifica superiore ai 120 giorni, per fare il corso da allenatore dovrebbero passare altri 5 anni".

    L'intervista si conclude con una riflessione: "Leggendo gli atti ci si accorge che il tutto è molto ridicolo e inverosimile. Il problema è che della nostra situazione interessa a pochi. Per molti siamo solo dei nomi messi in una lista di squalificati e per una buona parte di persone, siamo colpevoli a prescindere. Se la gente leggesse le carte processuali si renderebbe conto dell'incredibile vicenda che a ragazzi come me e Drascek sta accadendo. E' una cosa drammatica. Grazie per lo spazio che ci date, non vogliamo correre il rischio di finire nel dimenticatoio. Anche 12 ore di squalifica sarebbero troppe per chi, come noi, non ha fatto assolutamente niente".


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