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  • Sconcerti a CM: 'Prenderei Milik ma la Juve ha scelto Dzeko. Inter, ha vinto Conte: Marotta su Vidal e Kanté'

    Sconcerti a CM: 'Prenderei Milik ma la Juve ha scelto Dzeko. Inter, ha vinto Conte: Marotta su Vidal e Kanté'

    • Furio Zara
    Sconcerti, su Messi sei stato definitivo: i sentimenti nel calcio hanno un prezzo. Che succederà?
    «Se non dovesse andare al City, Messi resterà al Barcellona. Ma tra il City e Messi c’è già un impegno. La trattativa club-giocatore è chiusa e solo gli inglesi in questo momento possono permettersi Messi».

    Finalmente, se andrà a giocare in Premier League, avremo la risposta alle domande di chi si chiede cosa può essere Messi fuori dal contesto-Barcellona.
    «Messi è un giocatore internazionale, non avrà differenze di rendimento e - se dovesse chiudersi l'affare - Guardiola gli costruirà attorno una squadra che ne esalti le qualità. Insomma, non credo proprio avrà problemi».

    Come valuti l'acquisto di Tonali da parte del Milan?
    «Tonali al Milan gliel’ha fatto prendere l’Inter. Era una corsa, fino a poco tempo fa; ma l'Inter si è fermata e il Milan si è trovato davanti. Tutto è cambiato dopo la riunione post-finale di Europa League tra Conte e Zhang. Il mercato dell'Inter è cambiato radicalmente. Si va subito sui giocatore esperti, non c’è tempo per aspettare la crescita dei giovani. Tonali era una scelta di Marotta e Ausilio, Conte vuole Vidal, ha chiesto Kanté. E’ cambiata la strategia».

    C'è un giro di attaccanti che può incidere molto. Dzeko, Milik, lo stesso Higuain cambieranno squadra. Chi fa l'affare?
    «Io prenderei Milik. Ma se penso alla prospettiva della Juventus, l'attaccante che gioca meglio con Cristiano è senza dubbio Dzeko. Potrebbe esserlo Zapata, uno bravo a capire lo spazio che serve agli altri. Ma Dzeko è perfetto».

    Esclusi quelli dei top-club ci sono in Serie A giocatori che - spostandosi da un club all'altro - possono aumentare di molto il valore di una squadra?
    «Zaniolo, certamente anche Castrovilli».

    Boga e Chiesa no?
    «Sono grandi giocatori ma marginali, da numero individuale, hanno ancora bisogno della squadra».

    In Serie A rispetto alla scorsa stagione sono cambiate cinque panchine. C'è qualcuno che ti stimola più di altri?
    «Io credo che Giampaolo a Torino e Di Francesco a Cagliari possano fare bene, ma lo devono fare subito, non possono permettersi di perdere altro tempo. Non sono più ragazzi, a cinquant’anni devi avere continuità. Non dimentichiamo che venivano considerati maestri. Però devono dimostrarlo».

    Si parla di Rangnick alla Roma come ds o manager. Che ne pensi?
    «Può essere accettabile, di vero c’è che Rangnick sta lanciando molti messaggi alle squadre italiane, sta dicendo che moltiplica il valore dei giocatori, e questo è chiaramente un aspetto che interessa i presidenti. Certo, è totalizzante e un po’ scomodo, insomma, se arriva la squadra la vuole fare lui. Ma direi che a Roma è una soluzione credibile e realistica».

    De Laurentiis ha detto che le nazionali non servono. Ha ragione?
    «Dice così perché gli portano via i giocatori. In realtà sta venendo a mancare lo scopo delle nazionali: quando i prezzi erano abbordabili - in altri tempi - la nazionale valorizzava i giocatori. Oggi i giocatori in nazionale sono pochi, non li valorizzi nemmeno più. E’ il campionato che valorizza e la nazionale che li usa. Ma la gente ama la nazionale, questo è un fatto. Basta guardare i dati d’ascolti della Rai, che vedono ai primissimi posti sempre le partite dell’Italia».

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