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  • Sconcerti a CM: 'Il calcio è un lusso oscuro, non esiste logica. E il sistema pensa a un campionato falsato...'

    Sconcerti a CM: 'Il calcio è un lusso oscuro, non esiste logica. E il sistema pensa a un campionato falsato...'

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Avvertiamo un’incapacità diffusa nel gestire il presente e il futuro del calcio. Gli attori di questa grande messa in scena, ormai parlano solo tra di loro. Come se non esistesse un pubblico. Mario Sconcerti ci ha dato una mano a vederci un po’ più chiaro.

    Sconcerti, parto da lontano: che ne pensi della proposta di Claudio Ranieri e dei cinque cambi a partita?
    «Non lo so, in teoria posso anche essere d’accordo, ma mi sembra che in questo modo si cerchi di dare una patente di fragilità nella resistenza dei giocatori».

    E’ come dire: in questa emergenza i giocatori sono fragili ed esposti al rischio.
    «Sì, è così. E poi perché cinque cambi e non otto? O sei? La verità è che anche con queste proposte stiamo parlando del nulla. L’unica certezza che oggi abbiamo tutti è questa: nessuno oggi può dire a due persone di stare una accanto all’altra. Siamo tutti d’accordo, no? Poi se tu vuoi, UEFA o FIFA, violi questa regola, ma te ne prendi le responsabilità».

    A proposito, come si stanno muovendo UEFA e FIFA in questa emergenza?
    «Si sentono entrambe molto deboli. Hanno una responsabilità enorme, ma c’è poca coscienza di questo. L’UEFA punta a far giocare le coppe, pur sapendo che il calcio è gravato dalla diversità dell’epidemia da un paese all’altro. Fanno i loro interessi. A me piuttosto sembra strano che nessuno abbia fatto un grande sondaggio».

    Un sondaggio che fotografi cosa?
    «Viviamo in un Paese dove si fa un sondaggio alla settimana su un governo che non può cambiare, se ne potrebbe fare uno grosso per vedere su quello che pensa la gente a proposito della ripresa dei campionati e del calcio che ci aspetta. Il mondo del calcio sta discutendo all’interno del calcio. Si ascoltano i presidenti, ma mai la gente. Il mondo del calcio ragiona ber sé, è un mondo che deve dare guadagno».

    C’è chi sostiene la tesi del calcio come distrazione nel tempo di clausura che ci aspetta. Sei d’accordo?
    «No, assolutamente no. Il calcio come distrazione sociale è una balla. Il calcio è una fede, e come tutte le fedi ha le ipocrisie delle fedi. Ma classificarlo come distrazione per tenere buona la gente equivale a dire che il Cristianesimo era una distrazione. Non scherziamo. La verità è del futuro del calcio ne parlano tutti, fuorché i clienti, cioè la gente. Anche la FIGC è stata in questo senso largamente insufficiente, si è chiusa nella propria azienda».

    E’ il sistema-calcio che non sa come uscirne.
    «Non stanno cercando di risolvere un problema comune, ma un problema loro. Se una società perde 20 milioni è un prezzo di un giocatore normale, a me tifoso interessa relativamente. Loro - intendo i protagonisti del sistema-calcio - stanno difendendo un loro interesse, mascherandolo per un problema di tutti. Certo che mi manca il calcio, ma non ho pietà del calcio».

    Cosa intendi?
    «Il nostro sistema-calcio sta pensando ad un campionato falsato, con squadre sottoposte ai tamponi, giocatori chiusi in albergo e impossibilitati ad avere una vita se non per andare a giocare. Togliamoci dalla testa che lo stanno pensando per divertire noi. L’unico interesse è quello di incassare soldi. Se ne esce un campionato diverso, falso, contraffatto; a loro non interessa. Ripeto: non ho pietà di questo calcio. E’ un mondo che guadagna da tutte le parti, strumentalizzando i giocatori e la gente».

    Ma tu la vedi una via d’uscita? Messo spalle al muro da questa emergenza, il nostro calcio saprà cambiare?
    «No, non se ne esce, perché il calcio è uno straordinario privilegio dove sono tutti dentro. Il calcio è un lusso oscuro. Ti faccio questo esempio. Quattordici anni fa Ibrahimovic è costato all’Inter 14 milioni, oggi ne costerebbe 200 più i 40 di intermediazione dell’agente. Pallotta ha comprato la Roma per 124 milioni, oggi l’aveva rivenduta per 710. Perché una società vale sei volte di più? E’ migliorata? No. E’ rimasta la stessa? Sì. E allora che logica c’è in tutto questo?»

    Te lo chiedo io: che logica c’è?
    «Non c’è logica. O meglio: c’è solo il continuo aumentare dei costi del calcio. E chi li aumenta? Il calcio stesso. Sono semprepiù le bocche da sfamare. Il calcio non ammette crisi, non ammette di non guadagnare. Per questo - per la prima volta - non riesce a gestire questo grande problema».

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