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Sconcerti: 'Icardi vale Suarez, Juve ridotta all'osso. Milan buona squadra, ma è meglio la Lazio'

Sconcerti: 'Icardi vale Suarez, Juve ridotta all'osso. Milan buona squadra, ma è meglio la Lazio'

  • Furio Zara
Senza respiro: dal campionato alla Champions. Il Milan «primo delle altre», il Torino che si candida a sorpresa, la Juventus con un problema a centrocampo. L’Inter che se la gioca alla pari con il Barcellona, il Napoli più forte del Psg, la Roma e i rischi di Mosca. E infine due questioni di strettissima attualità: il Var e la SuperLega. Stimolati dalle domande dei lettori ne abbiamo parlato con Mario Sconcerti.

Sconcerti, partiamo con la domanda di un lettore. Ma è positivo o negativo il fatto che il Milan baia vinto le ultime due partite oltre il 90°?
«E’ sempre positivo quando vinci. La domanda da porre è invece: come ha giocato prima? Per me il Milan ha subito l’Udinese nella prima mezzora, poi è stato sempre in partita».

Allora ha vinto meritatamente?
«A trenta secondi dalla fine aveva la palla l’Udinese. La sconfitta è colpa dei giocatori dell’Udinese. Detto questo: il Milan è una buona squadra. Non una grande squadra, ripeto: una buona squadra. Per esempio considero la Lazio più pronta. Diciamo che il Milan è la prima delle altre».

E la sa seconda delle altre chi è?
«Il Torino. Non riesco a credere il Sassuolo. Quando lo vedo mi sorprende, ed è un difetto mio, perché vedo una squadra ancora acerba. Il Torino è superiore. Mazzarri ha rifatto il Napoli. Iago Falque fa Lavezzi e Belotti fa Cavani. E funziona».

Entra in scena di nuovo la Champions. Inter-Barcellona che partita sarà?
«Cambia praticamente tutto rispetto alla sfida del Nou Camp. Non so se giocherà Messi, ma comunque è un giocatore non al top, che sta riprendendo adesso ad allenarsi. Il Barcellona non mi sembra una squadra straordinaria. Il vantaggio è che è abituato a queste partite, mentre l’Inter no. Il fattore San Siro sarà importante. Icardi e Suarez si equivalgono. Se tu togli Messi al Barcellona, l’Inter per valori gli si avvicina, anche se ovviamente ha meno certezze».

Abbiamo celebrato tutti Spalletti per aver recuperato due giocatori, parlo di Joao Mario e Gagliardini. Che ne pensi? E’ molto bravo anche per questo?
«Spalletti è uno bravo che però in Italia deve ancora cominciare a vincere. Ha vinto solo in Russia. far giocare Joao Mario significa voler recuperare un capitale: è tornato ad essere un’idea rispetto a Borja Valero, che secondo me è un giocatore disponibile alla squadra ma ormai poco utile. Gagliardini è il terzo centrocampista su due da far giocare: lui non era da recuperare, c’era già, ma ci sono anche le gerarchie».

Come fotografi il momento della Juventus?
«C’è un problema a centrocampo. Vedo un reparto un po’ lento. Sono molte partite che giocano gli stessi tre. E’ un reparto anomalo, c’è Pjanic stanco. Si è arrivati all’osso. Per fortuna di Allegri a gennaio verranno recuperati Emre Can e Khedira. Ma se vogliamo parlare di Champions, quella con il Manchester è una partita diversa dalle altre, quello è il territorio di caccia dove la Juventus si esprime al meglio».

Napoli-Psg: è già un bivio o no?
«Perdendo con il Psg il Napoli avrebbe dei grossi contraccolpi. Verrebbe messo un confine. I confini nel calcio sono terribili, perché ti danno la misura dei tuoi limiti. Ma per adesso un confine non c’è. Comunque ora vedo il Napoli come una squadra piena e pronta: secondo me batte il Psg, perché è migliore come squadra».

E la Roma quanto rischia a Mosca?
«A Firenze sabato ho visto una buona Roma. Non credo che la Roma rischi di rimettere in gioco il CSKA. La qualificazione è sicuramente alla portata di Di Francesco».

Capitolo Var: non ne usciamo, siamo in gabbia. Cosa sta succedendo? Perché tante polemiche?
«Principalmente per due motivi. Il primo: ti aspetti che l’arbitro debba sempre andare a vedere il Var. Ma non è così. Seconda cosa: è un fatto culturale, pensiamo che il Var sia un oggetto dirimente, che dica cioè «sì» o «no». Ma non è vero nemmeno questo. Perché parliamo di opinioni di altri due arbitri sulle decisioni di un collega. Il Var è un aiuto, anzi un grosso aiuto, ma non è una soluzione definitiva. Il vero problema non è il Var ma è che un tifoso è fazioso per definizione. Il calcio è bello per questo: si può essere faziosi senza danneggiare nessuno».

Sei favorevole all’ipotesi che gli allenatori possano - a partita in corso - chiedere l’utilizzo del Var?
«A me non piace la «chiamata» degli allenatori, mi sembra che possa aumentare la confusione. Però siamo in un momento di evoluzione, e anche di confusione, per cui può darsi che qualche soluzione un po’ estemporanea debba essere presa».

Ma qual è la soluzione definitiva?
«La soluzione definitiva è quella di fidarsi, credere alla buona fede degli arbitri».

Football Leaks ha svelato lo scenario di una SuperLega tra i top club d’Europa. Che ne pensi?
«Aspetto che succeda quello che è successo in Germania, dove Rummenigge per il Bayern è stato costretto a smentire ufficialmente questa ipotesi. Credo che in Italia dovrebbe esserci una smentita delle due squadre chiamate in causa, Milan e Juventus. Quello che sottovalutiamo è che la SuperLega elimina - diciamo eliminerebbe - il campionato italiano. Davanti ad una cosa che non riguarda soltanto chi partecipa, ma riguarda tutti, io credo che Lega e Figc dovrebbero chiedere una puntualizzazione. Cioè: la posta è talmente alta che non si può lasciare che un paio di club decidano da soli. Poi, se ne hanno diritto, facciano quello che credono. Però noi che ne subiamo le conseguenze abbiamo anche il diritto di chiedere spiegazioni».

Sei davvero fiducioso sulla presa di posizione di Figc e Lega. 
«In Germania è successo. E Rummenigge ha detto che la Bundesliga è al centro di tutto e va preservata. Io mi aspetto che succeda anche da noi. Sarebbe una buona cosa, per una volta, prendere esempio dai tedeschi».