Sconcerti, il cappuccino numero 500: io, Pallavicino e Calciomercato.com, un felice viaggio dentro una grande compagnia
Non so perché lui mi abbia sempre voluto bene, ma lo ha fatto. Ci siamo sempre stimati molto e in modo non becero, da fiorentini antichi. Machiavelli soffriva di giorno nella Firenze ufficiale, ma si sfogava la sera nella bettole col vino e le carte. Noi si andava dal Troia a mangiare bistecche e fagioli, a parlare di giornali e calciatori. Ho viso crescere Calciomercato da un angolo, l’ho visto diventare una cosa importante, ho visto nascere e moltiplicarsi giornalisti al suo desk, ho visto arrivare la corrazzata Agresti. Poi ho visto anche Carlo arrivare un giorno a casa mia e propormi questa idea sfinente. Perché non è facile vivere ogni giorno avendo un appuntamento, tantomeno con i lettori di calcio. Ma la cosa bella era che Carlo sembrava credere a quello che chiedeva. Aveva proprio piacere che scrivessi per lui. Che quella storia nata quarantacinque anni fa finalmente si capovolgesse e fosse lui a potermi offrire il mestiere.
Così eccoci arrivati. Spengo la mia candelina numero cinquecento, quasi gli anni della mia vita. Sono contento perché ho avuto le conferme che non avevo sbagliato, Carlo è rimasto come l’ho conosciuto, appena sfiorato dal tempo, sempre con un’idea da realizzare, sempre insicuro, sempre sospeso tra nobiltà e popolo. Un giorno finirò di conoscere anche Stefano, che però è un mugellano, terra di streghe e talento, tra Giotto e i Medici, gente che parla ma non si apre. Vorrei dividere con loro e con voi la piccola, felice sensazione che provo stasera, di aver fatto un lungo viaggio dentro una grande compagnia.