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  • Sconcerti: Stramaccioni va tolto dall'Inter, Allegri tiene insieme il Milan

    Sconcerti: Stramaccioni va tolto dall'Inter, Allegri tiene insieme il Milan

    La qualità della Juventus, la costanza del Napoli. La Juve sa quello che fa e fa la differenza a centrocampo e in difesa, l'Inter ha un passo casuale. Il Milan deve molto ad Allegri.
     
    Non è stata una brutta Inter, poteva meritare il pareggio. Ma la partita c'è stata solo quando si sono accesi Cassano e Palacio, a volte Guarin. La squadra nel complesso è stata sempre sotto la Juve come idee e possibilità di gioco. Ci sono avversari che fanno giocare meglio. La Juve è una di queste perché ha nome, suscita motivazioni e gioca in modo aperto. Viene voglia di risponderle con lo stesso linguaggio tecnico, soprattutto se ti chiami Inter. 
     
    Ne guadagna la partita, ma la sconfitta alla fine diventa quasi inevitabile, arriva come un lungo sfinimento. La Juve sa quello che fa, non aspetta, quasi non cerca la diavoleria dei suoi solisti. È una squadra perfettamente abituata a se stessa, allenata in modo esatto. L'Inter ha un passo casuale, anche una forte nobiltà, ma sembra quei mercenari svizzeri ottimi in battaglia e sbandati quando c'è da usare la vittoria.
     
    L'Inter ha 21 punti di distacco dalla Juve di cui ha subìto più del doppio dei gol. Viene da due sconfitte consecutive in casa. Dove è possibile trovare un po' di ottimismo? Forse in Kovacic, che non è annegato davanti al centrocampo della Juve. Forse nella voglia di rilancio di Moratti, nelle scelte trancianti e costose che l'aspettano. In poco altro. Stramaccioni va aiutato perché è giovane e bravo, per questo va tolto dall'Inter. Deve andare in giro e tornare fra cento partite. Non è un tecnico sbagliato, è fuori ruolo. Non è ancora un leader, s'innamora più delle sfumature che della sostanza. L'equilibrio viene quasi sempre con il tempo.
     
    Perfino Sacchi e Zeman furono costretti ad abituarsi al calcio prima attraverso le piazze di provincia. Un bisogno che non ha più Allegri. Sbaglierebbe Berlusconi se pensasse che questo Milan vale il lungo convoglio di risultati che lo sta adesso premiando. La squadra ha qualità, è molto fisica, equilibrata dalla rapidità degli esterni (soprattutto El Shaarawy), ha un centravanti antico, lui davvero vicino a Piola per sintesi del gol, ma non è ancora una grande squadra. Ha recuperato su tutti ma non sulla Juve. E in Europa è andata come sappiamo.
     
    È un Milan che deve al suo allenatore più di quanto Allegri debba adesso al Milan. Allegri tiene insieme il Milan davanti a un ridimensionamento intelligente, ma chiaro. In Champions andranno comunque Milan e Napoli nell'ordine, anche se il Napoli ha vinto una grande partita a Torino, per qualità dell'avversario e per propria continuità. Quella che in fondo è più mancata durante questa stagione. Si parlerà anche stavolta molto di Cavani, ma a gioco lungo i limiti del Napoli sono sempre state in difesa e in mezzo al campo. È lì che la Juve ha scavato la sua differenza. Le altre giocheranno le loro mezze misure fino alla fine. Montella ha inventato il gioco migliore, ma non ha difensori. Vanno tutte migliorate per essere competitive.

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