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  • Sconfitto il Catania:|Resurrezione Lazio

    Sconfitto il Catania:|Resurrezione Lazio

    La Lazio risorge alla vigilia di Pasqua nel momento più difficile. Dopo tre sconfitte consecutive ritrova il dolce sapore della vittoria grazie a un’orgogliosa rimonta contro il Catania risalendo al quinto posto in classifica. Benedette soste, quinto successo dopo gli stop imposti dal calendario. Domina il primo tempo senza riuscire a trovare il gol, poi passa in svantaggio a inizio ripresa dopo un’azione che fotografa il momento: Radu rinvia sul corpo di Izco e il pallone finisce nella rete di Marchetti. Gara finita? Assolutamente no perché la banda di Petkovic è più brillante del solito e non molla l’osso europeo. Si riorganizza con i cambi operati dal tecnico biancoceleste: entra Kozak che causa l’autogol di Legrottaglie, entra Ederson che dà il via alle azioni decisive guadagnadosi il rigore trasformato da Candreva, entra Klose che pure non al meglio congela la partita. Tutto in due minuti quando l’inferno di un altro ko era alle porte e in pochi tra i venticinquemila dell’Olimpico credevano nella resurrezione della Lazio nonostante l’ottima prestazione: tra il 34’ e il 36’ della ripresa la rimonta strameritata per un successo fondamentale nella corsa ai posti in Europa e per il morale dei giocatori. Già, perché ritrovarsi con un pugno di mosche in mano dopo un’altra prova positiva, sarebbe stato un colpo mortale alle ambizioni in campionato e un viatico molto preoccupante per i prossimi due impegni ravvicinati con il Fenerbahce e il derby di lunedì prossimo. Invece col cuore e con la testa i biancocelesti si sono rimessi in corsa per tutti gli obiettivi stagionali.

    Sedici angoli a favore certificano lo strapotere di Ledesma & Co., primo tempo giocato al livello del girone d’andata quando la squadra correva e rispondeva alla grande con risultati che l’avevano portata a due punti dalla Juventus. Occasioni in serie, l’esperimento di Gonzalez terzino destro incoraggiante, tante azioni sulla destra dove Candreva ha sfondato spesso. La più colossale capita sul destro di Saha, schierato al posto di Kozak: il francese scivola e calcia in fallo laterale. Un errore incredibile così come la sfortuna che accompagna la Lazio nelle ultime uscite con la traversa di Cana nel cuore della prima frazione. La doccia fredda del gollonzo di Izco è valsa una decina di minuti di sbandamento nei quali però il Catania non ha colto gli stenti biancocelesti. La truppa di Maran si è accontentata del vantaggio fortunoso, non ha affondato il colpo per mettere ko l’avversario e allora lentamente la banda di Petkovic ha risalito la corrente con una determinazione che non si vedeva da tempo. La scossa, come detto, l’hanno data la qualità di Ederson e il carisma di Klose. Il brasiliano quando entra a gara in corso è spesso decisivo meno quando ha giocato dall’inizio, però ha tali colpi che tenerlo fuori in questo momento assomiglia al più classico degli autogol. Il tedesco atteso al rientro dai suoi tifosi, ha avuto un impatto importante, la sua sola presenza ha creato scompiglio nella difesa etnea che ha sbandato clamorosamente nelle azioni dei due gol laziali. Buone notizie in vista dei prossimi impegni così come Petkovic può esultare per non aver perso nessuno dei tre diffidati schierati dall’inizio, Gonzalez in particolare dopo l’infortunio di sabato pomeriggio di Pereirinha ma anche Lulic e Radu.
    Però, è soprattutto lo spirito che è piaciuto, la voglia di non arrendersi alle avversità che il pallone aveva presentato ancora una volta sul piatto biancoceleste, così come è beneaugurante la condizione fisica che sembra nuovamente a buoni livelli. Unico neo la spaccatura della tifoseria: la curva Nord ha abusato di un coro razzista tanto inutile quanto dannoso, il resto della stadio si è dissociato ma ormai non ci sono più speranze che si riesca a cambiare questa vergognosa moda. E alla fine pagherà un’altra pesante multa la Lazio già costretta a giocare a porte chiuse il ritorno del quarto di finale di Europa League sempre per colpa di una minoranza di teppisti. All’idiozia non c’è fine.


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