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  • Scudetto alla Juve, il Napoli ha in testa solo l'Europa League: l'Arsenal vale la stagione

    Scudetto alla Juve, il Napoli ha in testa solo l'Europa League: l'Arsenal vale la stagione

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    La Juve deve attendere. Poco, ma deve attendere ancora per festeggiare il suo scudetto. Il Napoli, infatti, non mette sotto il Genoa, ma neppure perde. Il che vuol solo dire che spreca l’occasione di consolidare il suo secondo posto dopo il pari dell’Inter contro l’Atalanta. No, non è un brutto Napoli, quello che si vede, però un po’ fatica e troppo spreca per battere questo Genoa neanche fortunato. Genoa che per un tempo e mezzo gioca in dieci e che per tutta la partita si batte da leone per evitare un preoccupato finale di stagione e che se a Napoli si salva deve portare Radu in processione. In gran serata, infatti, il suo portiere.  

    Cerca, ma non trova la vittoria il Napoli che ha qualcosa da farsi perdonare. Che ha da far dimenticare le brutture di Empoli e, soprattutto, deve ritrovare le geometrie, i ritmi, gli equilibri alla vigilia della “prima” a Londra contro l’Arsenal per la coppa. E allora parte forte. Per cinque o sei minuti il Genoa si rintana e rischia. Subito con Fabian e Mertens, subito dopo con Milik e poi tocca Criscito (6’) rimediare ancora sul polacco a niente dalla riga. E’ che il Napoli sfrutta a meraviglia la libertà che il disegno di Prandelli regala a Ghoulam sulla sinistra. E infatti è su quel lato che il Napoli sfonda con più faciltà. Ma non dura molto. Perché un po’ alla volta il Genoa avanza. Riesce finalmente a pressare alto e, come da studio di Prandelli, a godere di un Veloso in più in mezzo al campo. Del resto, è per ottenere proprio questo che l’allenatore dopo tre mesi torna a quel tre-cinque-due che, non a caso, era stata anche la mossa vincente dell’Empoli  contro gli azzurri a metà settimana. E, infatti, proprio come contro i toscani il Napoli comincia a disunirsi, a capirci poco, a non ripartire più. E come contro l’Empoli, Ancelotti ritiene di non dover cambiare nulla in campo per evitare di subire. Insomma, traballa il Napoli e fa bella figura il Genoa che, come da richiesta dell’allenatore, non ha riguardi e osa. Troppo, però, osa Sturaro quando (28’)  “martella” la tibia di Allan e becca il rosso grazie al Var. Un rosso che ci sta, anche se la decisione di Fabrizio Pasqua non è facile facile.  

    E’ anche così che certe partite possono cambiare. E infatti, passano solo sei minuti e cambia. Il merito è di Mertens, il quale da venti e passa metri libera un destro sul quale, forse, Radu poteva fare meglio. Ed è a questo punto che il match pare segnato. Pare, sembra, ma è solo un’iullusione. Perché il Genoa che Prandelli ridisegna (quattro-quattro-uno, ovviamente) sa reagire. Raddoppia la sua voglia e la sua forza e con queste annulla i danni di quell’uomo in meno. Se ne accorge il Napoli quando (38’) su palla dall’angolo Gunter centra il palo. Ancor più se ne accorge quando in pieno extra time una esaltante combinazione Kouame-Pandev-Lazovic porta il serbo al gol del pari. Bello, forte, preciso il suo destro volante che incrocia l’altro palo.

    Il Napoli? Il Napoli deve ricominciare da capo tutto quanto. E lo fa con determinazione, anche se non con la mira giusta. Zielinski, infatti, (52’) il gol se lo divora da due passi e cinque minuti dopo è Milik a far fare bella figura a Radu da tre metri. Però è un altro Napoli, quello che c’è ora in campo. Più ordinato. Più determinato. Più cercatore dei tre punti, mentre il Genoa comincia ad accusare la fatica di quel dover giocare in dieci. Capisce che è il momento di dare una scossa alla partita, Ancelotti. E allora fuori Allan e dentro Insigne, che fa anche le prove generali per il match di coppa. Lorenzinho sull’esterno mancino - ma senza incidere mai troppo sulla gara - e Zielinski in mezzo al campo. Così il Napoli va all’attacco del successo, mentre Prandelli richiama Pandev e dà spazio a Rolon per aspettare e, potendo, ripartire. Come fa quando (78’) Karnezis deve rimediare su un tocco maldestro di Maksimovic preoccupato di  Kouamè. Ma è l’unico rischio in un secondo tempo  che il Napoli governa pur senza trovare il gol che cerca. E che no trova neppure nel finale, quando Koulibaly si traveste da centravanti e chiama Radu all’ennesimo, miracoloso salvataggio. E ora pensieri solo per l’Arsenal e quella partita che può cambiare davvero la stagione.  


    IL TABELLINO
     
    Napoli-Genoa 1-1 (primo tempo 1-1)

    Marcatori: 34' pt Mertens, 48' pt Lazovic

    Assist: 34' pt Zielinski, 48' pt Pandev

    NAPOLI (4-4-2): Karnezis; Hysaj (42' st Ounas), Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam (31' st Mario Rui); Callejon, Allan (22' st Insigne), Fabian, Zielinski; Mertens, Milik. A disp. Meret, Ospina, Chiriches, Malcuit, Luperto, Mario Rui, Ounas, Insigne, Younes. All. Ancelotti

    GENOA (3-5-2): Radu; Biraschi, Gunter, Criscito; P.Pereira, Sturaro, Veloso (32' st Radovanovic), Bessa (37' st Pezzella), Lazovic; Kouamè, Pandev (17' st Rolon). A disp. Marchetti, Jandrei, Lerager, Sanabria, Lapadula, Mazzitelli, Favilli, Njie. All. Prandelli

    Arbitro: Pasqua di Tivoli

    Ammoniti: 25' pt Allan, 23' st Hysaj

    Espulso: 27' pt Sturaro  

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