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  • Scudetto: anche Inter, Napoli e Roma. Orgoglio infinito Atalanta

    Scudetto: anche Inter, Napoli e Roma. Orgoglio infinito Atalanta

    di Xavier Jacobelli
    (direttore quotidiano.net)

    E' un Natale ricco di sorprese, in un campionato bellissimo che ha recuperato a suon di gol (31) la prima giornata, rinviata al 21 dicembre a causa dello sciopero farsa dei privilegiati della serie A che, mediamente, guadagnano 1 milione 250 mila euro netti all'anno.

    La notizia è che, per lo scudetto, ci sono anche Inter, Napoli e Roma, mentre la Lazio ha sprecato un'altra occasione per legittimare le sue ambizioni e, se non ci fosse stato Bizzarri, per Reja sarebbero stati dolori con un gran bel Chievo.
    Le distanze attuali non traggano in inganno: i nerazzurri accusano 8 punti in meno rispetto alla coppia regina formata da Juve e Milan; i partenopei e i giallorossi sono a -10. Ma, alla luce dei risultati di ieri sera e dei 66 punti ancora a disposizione, nel 2012 può succedere davvero di tutto.

    L'Inter ha infilato la quarta vittoria consecutiva, ovvero la sesta nelle ultime sette partite. A San Siro, il Lecce era stato illuso da Muriel, poi ci hanno pensato Pazzini, Milito, Cambiasso e Alvarez a suonare un'altra musica. Ranieri si conferma il Grande Aggiustatore: dopo gli infelici 89 giorni di Gasperini, comprensivi dello choc interno con il Trabzonspor, il successore ha sistemato la situazione in Champions League e, a una a una, ha macinato posizionin in campionato. Al tempo stesso, ha scoperto che il mix fra veterani e giovani di talento (Alvarez, per esempio) funziona. E se anche Milito torna a segnare, l'Inter può davvero ricominciare a sognare.

    Come il Napoli. Entra negli ottavi di Coppa dei Campioni, ma cade con la Roma e sembra avvitarsi in una spirale perversa, fra una sconiftta bruciante ed equivoci inattesi (addirittura le presunte dimissioni di Mazzarri nella notte di Villarreal, negate dallo stesso allenatore). Poi arriva il Genoa di Malesani che, conoscendo Preziosi, non verrà mai perdonato per il cappotto del San Paolo e, all'improvviso, riecco l'EuroNapoli. La verità è semplice: per compiere un'impresa gigantesca in Europa, i partenopei hanno dovuto pagare dazio in campionato. Ora hanno due mesi per ritornare in zona tricolore: se De Laurentiis li rafforza per davvero in gennaio, come l'operazione Eduardo Vargas induce a pensare, gli uomini di Mazzarri non devono porsi limiti.

    Diverso è il discorso per la Roma in piena fase turbo, disinvoltamente passata a Bologna dopo il colpo di Napoli e il pari interno con la Juve. Sette punti in tre partite, con Totti in campo: non è un caso. Che Luis Enrique si stia italianizzando, importa poco. Fra campionato ed Europa League, lo spagnolo ha presentato diciotto formazioni diverse consecutive. Siccome è una persona intelligente, ha fatto tesoro dei suoi errori iniziali, ha capito che il Capitano è insostituibile, ha recuperato chi, come Simplicio, in estate sembrava non dovesse andare manco in ritiro. Per non dire di Taddei, ritornato a segnare dopo due anni mentre Osvaldo si sente sempre più Batistuta e non soltanto perchè si atteggia come Gabriel dopo avere segnato un gol.

    C'è un'altra squadra in copertina: è l'Atalanta. Senza i sei punti di penalizzazione sarebbe quinta a quota 26, accanto all'Inter. Ora, Colantuono conta 8 lunghezze di vantaggio sulla terz'ultima. Ieri sera, ha firmato il suo capolavoro con  il 4-1 che ha travolto il Cesena. L'arresto di Doni e la seconda fase dell'inchiesta sul calcioscommesse avevano lasciato sotto choc la squadra, i tifosi, una città intera. Tant'è vero che Candreva, all'inizio ne ha approfittato. Ma questa Atalanta ha un orgoglio infinito: la sua gente l'ha sostenuta senza se e senza ma, individuando in Percassi il simbolo migliore della resistenza a ogni avversità. Denis sempre più cannoniere, Marilungo uno e due, Peluso che segna il gol sognato per una vita con quello slalom spettacolare, la vittoria più preziosa che vale un salto triplo in classifica. Se è vero che gli uomini si misurano nelle difficoltà, gli atalantini sono uomini veri. La differenza con i quaquaraquà si vede. 


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