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  • Se anche l'America diventa 'No communication': Trump vs Biden, il nulla contro il niente

    Se anche l'America diventa 'No communication': Trump vs Biden, il nulla contro il niente

    • Roberto Petrucci
    «Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese». Era il 1961 quando John Fitzgerald Kennedy pronunciava queste parole nel discorso d’insediamento alla Casa Bianca come 35° Presidente degli Stati Uniti d’America. Parole che passeranno alla storia, negli anni a venire.  Da quel 1961 sono trascorsi quasi sessant’anni e molte cose sono cambiate, dentro e fuori gli USA. Il tempo è una proverbiale lama a doppio taglio, pensiamo al vino che più invecchia più diventa buono, ma se invecchia in modo malsano diventa aceto. Così come la comunicazione politica: con il tempo e grazie al progresso, è migliorata diventando più accessibile. Ma, laddove non curata e non conservata nei suoi principi fondamentali, è diventata aceto.

    Trump vs Biden- Lo scontro tv si preannunciava caldo e teso: Trump con tasse non pagate e svariati scandali alle spalle, Biden con i sospetti russi e lo scandalo sessuale ad incombere. Insomma gli ingredienti giusti per una sorta di armistizio personale, volto al dibattito politico che da sempre ha contraddistinto le campagne statunitensi. Invece nulla di tutto questo, Trump che con il suo “non c’è nulla di intelligente in te” risponde al più netto “sei un clown” del rivale. Analizzando questo stile comunicativo “di rottura” è bene fare un balzo al 2016, dibattito tv Trump vs Clinton. Tralasciando la mancata stretta di mano (in tempi di Covid cosi è), tra Trump e Biden (non ci fu neanche tra Trump e Clinton, per volontà) la differenza sostanziale sta già all’inizio dello scontro dei due dibattiti in questione: “Aiutare la classe media, aumentare il salario minimo e assicurare la parità salariale alle donne” così esordiva l’ex first lady e Trump, pur sempre con la pochezza politica che lo contraddistingue, rispondeva (con riferimento agli accordi con la Cina) “riportare in patria i posti di lavoro che ci hanno rubato”. Poca roba, ma la differenza tra Biden e Clinton è siderale, come è siderale la risposta del “Tycoon”, vagamente politica nel 2016 ma comunque orientata a non fornire un feedback concreto a chi ascolta.

    Andando avanti, il dibattito 2020 si accende totalmente sulla questione tasse non pagate da Trump (e non sulla tassazione statale): "Ho pagato milioni di dollari" avanza Trump “Hai pagato solo 750 dollari nel 2016 e 2017", replica Biden riferendosi alle rivelazioni del New York Times. In questo caso la comunicazione si sposta sul personale, come si evince anche dal solo argomento che viene toccato. Successe anche nel dibattito 2016: “Forse nasconde qualcosa?” insinuava Clinton. La differenza in questo caso sta nel “percorso” con cui l’ex first lady arrivava a tale dichiarazione: “Non hai fatto abbastanza come segretario di Stato per proteggere il Paese dall’Isis. Inoltre le tue riforme economiche aumenteranno le tasse e il deficit federale” e qui Clinton prima di concludere “a rete” con l’insinuazione tasse, diceva: “Donald, lo so che tu vivi in una realtà tutta tua sia sociale che politica”. Palese la differenziazione del percorso intrapreso nel 2016 rispetto al 2020, nel 2016 venivano toccati argomenti, anche se molto orizzontalmente, come riforme economiche e sociali, mentre nel 2020 la discussione non è mai salita di livello politico, assestandosi a meri insulti e insinuazioni. Per esempio, la questione del voto per posta è da sempre una peculiarità tutta americana, nel 2016 un quarto dei voti fu tramite posta, ed è ovvio il perché quella cassetta rossa meriti così tanta attenzione.

    Quest’anno infatti il numero sarà molto più alto, perché si vota in momenti diversi per stato e incombono, su novembre, quarantene e distanziamento sociale. Ma anche senza pandemie, le cassette sono sinonimo di rappresentanza elettorale, in un modo completamente diverso dal resto del mondo. "Uscite e votate, siete voi che determinate il futuro del Paese, lui non vi può fermare”, così Joe Biden sull'ipotesi di elezioni contestate, individua in Trump l’ostacolo fisico verso l’esercizio di voto. "Il voto per posta una frode, potremmo non sapere il risultato per mesi", secondo Trump. In sintesi Joe Biden si è impegnato a riconoscere il risultato del voto, mentre Donald Trump ha dribblato la domanda. Clinton a domanda precisa rispose con un secco “Mi farò da parte in caso di sconfitta”, continuando a parlare del suo programma di riforme.

    Temi non toccati da Trump nel 2016 e neanche sfiorati nel 2020 da Biden. Insomma il nulla politico di Trump contro il niente programmatico di Biden ma solo show. Non resta che vedere come andranno i prossimi duelli tv, ma se queste sono le premesse: Goodnight, America.

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